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Farmacista romano diffida Federfarma. “Sia di stimolo a iniziative più dure contro i tagli”


Vincenzo Crimi, titolare di diverse farmacie della Capitale, ha diffidato Federfarma da “porre in essere tutte le azioni necessarie a garantire e tutelare le farmacie”. Ma “non è un attacco a Racca. Voglio supportare con azioni legali l’azione di sensibilizzazione politica che il sindacato svolge in altre sedi”.

26 LUG - “Confermo la mia piena e totale fiducia alla presidente di Federfarma, Annarosa Racca, che da anni, e ogni giorno, porta avanti con grande impegno le battaglie per i diritti dei farmacisti e la tutela della professione. Battaglie spesso vinte con successe. Battaglie alle quali io stesso ho partecipato, a fianco di Annarosa Racca e del presidente della Fofi, Andrea Mandelli, a cui anche dobbiamo riconoscere un importante ruolo nella tutela dei diritti e della professionalità del farmacista”. Esordisce così Vincenzo Crimi quando lo contattiamo per chiedere spiegazioni riguardo alla diffida che i legali della Farmacia Vincenzo Crimi e C. Sas, rappresentate dallo stesso Crimi, hanno fatto recapitare ad Annarosa Racca in qualità di presidente di Federfarma nazionale.

Un documento che usa espressioni fortemente critiche nei confronti dell’operato di Federfarma quale rappresentante sindacale dei titolari di farmacia ma, sottolinea Crimi, “è un difetto del linguaggio legale, che tende ad eccedere e a rendere particolarmente dure frasi che in altri contesti sarebbero tipiche di un pacato e civile confronto di categoria”.

Non solo. La diffida se la prende con Federfarma e Annarosa Racca ma, sottolinea Crimi, “non si tratta di un attacco a Federfarma e tanto meno alla sua presidente, che è anche la mia presidente, nei confronti della quale nutro profonda stima e fiducia. La diffida, scelta e fatta dai miei legali, è piuttosto uno strumento che affidiamo a Federfarma quale dimostrazione delle difficoltà oggettive che le farmacie stanno vivendo e i rischi che corrono a causa degli effetti penalizzanti per il settore delle manovre di Governo degli ultimi anni”. Con la diffida, aggiunge Crimi, “supportiamo in sede legale l’opera di sensibilizzazione politica che Federfarma porta avanti, con grande impegno e capacità, in altre sedi. Una battaglia che conduciamo insieme, per riaffermare i nostri diritti di professionisti e imprenditori”.

Di seguito, il contributo che Vincenzo Crimi ci ha inviato per illustrare le preoccupazioni e gli obiettivi alla base della diffida.

“La diffida fatta dai miei legali nei confronti di Federfarma Nazionale  nella persona del presidente Annarosa Racca,è una scelta dovuta e indicata dai miei legali.

Voglio precisare che La nostra Presidente Annarosa Racca, è una vera Lady che si batte senza risparmiarsi  insieme al suo staff per difendere gli interessi della categoria.
È stimata ed apprezzata in  tutti gli ambienti del mondo politico e della sanità nazionale per la sua determinazione e per il suo molto apprezzato fair play.
Io stesso ho per lei una grande stima e rispetto per i tantissimi risultati positivi ottenuti insieme al suo staff.

Purtroppo sia per il difficile momento economico sia per il pregiudizio di larghe fasce politico /mediatiche, la Farmacia è stata sotto un continuo attacco normativo che l'ha in questi anni portata alla rovina economica,In particolare per le vessazioni normative subite nella spedizione delle ricette Ssn.

La diffida è principalmente a tutela dei diritti ed interessi dei farmacisti, presso le competenti autorità Nazionali e Comunitarie.
È anticostituzionale costringere una categoria come la nostra che fornisce un pubblico servizio a prezzi amministrati a lavorare in perdita.

Il nostro rapporto con la Pubblica Amministrazione deve puntare in questo caso  solo su elementi di aritmetica elementare,ovvero nei bilanci delle farmacie nella spedizione delle ricette SSN, vi sono perdite appurate per circa 8%,possiamo rivederle come vogliamo,per eccesso o per difetto ma qualsiasi risultato avrà il segno meno davanti ai nostri conti.

senza parlare dello scandalo dei DPC e tante altre vessazioni locali dove si fa a gara tra le Regioni ad estorcere ai rappresentanti locali di Federfarma a danno delle farmacie remunerazioni inconsistenti e manifestamente in perdita se rapportate al  tempo aggiuntivo e  le persone e le strutture impegnate.
Ovvero a noi tocca la distribuzione di farmaci generici o di nessun valore e gli altri li dobbiamo distribuire in DPC impiegando tanto tempo e remunerati con pochi euro.

E' evidente che questo sistema di remunerazione non può stare più in piedi perché non risponde a nessuna logica di mercato e ci costringe a  lavorare in perdita.
Vi sono migliaia di farmacie, che hanno una grande percentuale di lavoro con il Ssn ,in situazioni economiche di irreversibilità ,ovvero vanno verso il fallimento senza possibilità di salvezza.
Questa è la realtà,dura da accettare ma incontrovertibile.

Si comincia con lo spostare i pagamenti con i grossisti, si aumentano i fidi ed il loro utilizzo ,si organizza la ristrutturazione dei debiti con qualche Istituto Bancario ancora disponibile (e sono sempre di meno), mettendo a garanzia beni personali e così ci si incammina verso il baratro.
I distributori del farmaco che hanno accordato pagamenti lunghi si stanno rendendo conto che non potranno più recuperare il loro capitale.

Chi pensava di coprire i debiti vendendo la farmacia, si accorge drammaticamente che i numeri non sono più quelli di qualche anno fa ed anzi non vi è più nessuno disposto ad investire nell'acquisto di una farmacia,e chi lo fa a prezzi modestissimi acquista solo da chi è in situazioni che deve vendere per motivi finanziari,ed anche li non acquista perché fa un buon affare, ma acquista una autorizzazione amministrativa caricandosi di  pagherò per i prossimi  15/18 anni PER COMPRARE UN LAVORO per lui e magari i familiari che lavoreranno dentro.
E quando vendi la farmacia che non è una SNC o una SAS con le quote rivalutate al 4% ti accorgi che devi pure pagare il 40%di tasse sul prezzo di vendita.

La Farmacia è come un nobile decaduto che porta ancora una bella insegna ,costruita negli anni con tanta abnegazione e professionalità,ma la farmacia legata al farmaco sta morendo perché il farmaco non ha più valore.

Sui farmaci innovativi che hanno valenza economica siamo stati scavalcati dal rapporto diretto tra industrie e ASL ,con una spesa non  rendicontata ed in continua espansione.

Alle farmacie lasciano i farmaci ,dal prezzo ( ovviamente imposto)irrisorio spesso più basso delle gomme da masticare.

La Farmacia per sopravvivere si deve snaturare verso un indirizzo di prodotti cosmetico estetici che ne sviliscono l'immagine e  la funzione sociale,la farmacia legata al servizio di necessità sociali primarie  ed essenziali legate alla cura ed alla salute della popolazione è costretta a lavorare in perdita economica.
NON POSSIAMO PIU' LAVORARE IN PERDITA .

Tutti insieme dobbiamo fare una class action presso le sede nazionali e comunitarie competenti perché venga attribuita al nostro lavoro professionale una anche se minima remunerazione od onorario.

Inoltre ci riserviamo di richiedere un risarcimento per i danni subiti in questi ultimi anni in cui siamo stati vessati ad accettare di lavorare in evidente perdita.

Con simpatia  

Vincenzo Crimi
Farmacia Vincenzo Crimi e C. Sas



26 luglio 2012
© Riproduzione riservata

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