In occasione della giornata internazionale dei diritti della donna che si celebra l’8 marzo, l’Anaao Assomed rivolge un appello alla Presidente del Consiglio dei Ministri, alle Ministre e alle parlamentari affinché garantiscano un impegno concreto a sostegno di una parità nelle retribuzioni e nelle carriere realmente raggiungibile, di politiche a favore della conciliazione lavoro–famiglia, della flessibilità degli orari di lavoro, di nuovi modelli organizzativi in sanità.
Il soprasso delle donne medico è decretato sicuramente dai numeri, che da soli dovrebbero indurre a cambiare radicalmente rotta. La percentuale di dirigenti medici donna è cresciuta progressivamente negli ultimi anni, passando dal 38,4% del 2010 al 53,5% del 2024 con una prevalenza del genere femminile nelle classi di età under 45.
Tra le Regioni, solo in Sardegna le mediche sono la maggioranza. Parità quasi raggiunta anche in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo. È nelle Regioni meridionali che sul totale degli iscritti la maggioranza è maschile.
Quando si parla si carriera, invece, i numeri scendono.
“La fotografia di questo 8 marzo – commenta Sandra Morano, Responsabile Nazionale Area Formazione Femminile Anaao Assomed - ripropone purtroppo la stessa situazione, acuita dal post pandemia: le mancate sostituzioni delle maternità all’interno del SSN diventate una regola, un SSN in cui definanziamento e decapitalizzazione del lavoro professionale hanno portato a un clima organizzativo fatto di demansionamento e mobbing, fattori di frustrazione capaci di portare anche al suicidio. Fatti che si aggiungono tragicamente alle cronache in casi di violenza sui sanitari e che le statistiche riportano tra le donne medico con frequenza maggiore rispetto alla popolazione generale. Subiamo un sistema sanitario che si guarda bene dal predisporsi ad accogliere il soprasso di genere, negando il riconoscimento, formale e sostanziale, di un lavoro sempre più gravoso e rischioso, in particolare per le mediche”.