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Lo sciopero dei ginecologi e le contraddizioni del sistema

di Ivan Cavicchi

Pensare di risolvere la questione del contenzioso medico legale senza affrontare le contraddizioni del sistema rischia di vanificare una protesta sacrosanta. I medici devono essere protagonisti, con proposte chiare, se vogliono realmente cambiare le cose

21 GEN - Sono molto colpito dalla forma a catena di certe contraddizioni e dal loro perverso effetto intrappolante:
* per il 43% dei tagli cesarei ingiustificati si spendono ben 85 mln, nello stesso tempo i ginecologi protestano perché non si trovano i soldi per una decente copertura assicurativa;
* i tagli lineari hanno ridotto drasticamente le risorse disponibili per l’assistenza e i ginecologi e chirurghi chiedono legittimamente che si trovino comunque i soldi per tutelarli dai rischi professionali;
* i tagli lineari proprio perché sono lineari non sono in grado di colpire le antieconomicità di un sistema, come il contenzioso legale e la medicina difensiva, pur tuttavia è improbabile che si possa rifinanziare il sistema senza risolvere il problema delle antieconomicità;
* ginecologi e chirurghi si lamentano giustamente che la questione del contezioso legale è del tutto assente dai temi della campagna elettorale, in realtà l’intera sanità anche se in ginocchio è del tutto assente dall’agenda della politica se non per essere privatizzata;
* per protesta i ginecologi a febbraio, metteranno in atto il blocco dell’attività fatte salve le urgenze indifferibili e per i parti cesarei e l’induzione di parti programmati saranno o anticipati o posticipati;
* da vittime quali essi sono di politiche sbagliate, se la prenderanno con le vittime finali delle stesse politiche, e facendo le debite corna infilandosi in una situazione rischiosa nella quale è possibile che cresca il contenzioso legale perché in situazioni simili è maggiormente probabile che qualcosa vada storto;
* ginecologi e chirurghi esasperati per protestare scelgono un momento in cui non ci sono le controparti, perché il governo sussiste per l’ordinaria amministrazione, la campagna elettorale più che prenderli in giro, non può fare altro, e l’inconcludenza del Parlamento proprio sul contenzioso legale è doppiamente clamorosa, da anni non ha portato a casa uno straccio di provvedimento, con il nuovo Parlamento bisognerà ricominciare da capo.
 
C’è qualcosa che non va in tutto questo. Ai miei amici chirurghi e ginecologi, con i quali tante complicità mi legano, chiedo “epochè”, cioè un supplemento di saggezza.
 
Questa situazione paradossale, dimostra che senza un pensiero riformatore, quindi una vera proposta di cambiamento, la catena di contraddizioni rischia di allungarsi a spese sia dei medici che dei cittadini:
* ci vogliono delle controparti ma anche una piattaforma da presentare loro;
* la piattaforma deve essere all’altezza delle contraddizioni in gioco quindi in grado di affrontare e risolvere la questione del contenzioso legale, quella della medicina difensiva, la penuria di risorse, le condizioni di lavoro degli operatori;
* sulla necessità di fornire agli operatori una copertura assicurativa non ci piove, è un diritto per chi lavora perchè non è giusto che in un impresa con un grado inevitabile di fallibilità i rischi professionali siano scaricati sul professionista.
 
Ma la copertura assicurativa se da una parte risolverà il problema economico che pesa ingiustamente sul singolo medico dall’altra graverà economicamente come un sovra costo sul sistema, finendo nel quadro dato, con il togliere risorse al loro lavoro e ai malati e senza rimuovere le contraddizioni principali della catena.
Per cui il conflitto si “vizierà” ancor di più assumendo altre forme:
* il contenzioso legale in sanità è un caratteristico conflitto della post modernità tra medicina e società e in quanto tale va affrontato e risolto;
* la medicina difensivistica è un comportamento opportunistico che proprio come dimostrano i tagli cesarei ingiustificati, compromette, ogni più elementare ortodossia metodologica.
 
Lo dico con il massimo rispetto e con spirito di servizio:
* rispondere al conflitto con la società con meno ortodossia è una partita persa e significa condannarsi alla delegittimazione sociale;
* pensare di cavarsela con le coperture assicurative o con le depenalizzazioni, le conciliazioni è importante ma non risolutivo;
* la grande partita si gioca sul terreno del cambiamento eliminando le condizioni che allo stesso tempo favoriscono il contenzioso legale e i comportamenti difensivistici…ottenendo, tra le tante cose, di abbassare i costi delle coperture assicurative per avere coperture assicurative generalizzate.
 
Non si tratta di limitarci ad “assicurare” l’invarianza di un sistema che fa ormai acqua da tutte le parti ma di “assicurare” il cambiamento del sistema per riformarlo, sapendo che siamo in un contesto:
* in cui la questione delle risorse è drammatica,
* nel quale i medici da anni rischiano di essere snaturati nei loro postulati professionali,
* nel quali i miei cari “esigenti” non sanno più cosa fare per farci capire che non sono più “pazienti”.
 
Ivan Cavicchi

21 gennaio 2013
© Riproduzione riservata

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