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Disabili. Un memorandum per le scuole


Secondo la Società di pediatria preventiva e sociale, in Italia "tra la norma e la pratica sussiste un gap temporale notevole". Da qui le proposte incentrate sull'idea che: "l’inserimento scolastico delle persone disabili non può prescindere dal loro diritto all’istruzione". 

06 APR - “All’Italia va riconosciuto certamente il primato normativo in materia di handicap, ma di fatto tra la norma e la pratica sussiste un gap temporale notevole e quando l’attuazione normativa si realizza formalmente, continuano ad esistere realtà che attestano difficoltà organizzative, sociali, istituzionali, pratiche che rendono talvolta vano o parzialmente tale il diritto all’istruzione e all’integrazione degli alunni diversamente abili in tutti gli aspetti della società”. E’ l’allarme lanciato da Giuseppe Di Mauro, presidente della Società di pediatria preventiva e sociale (Sipps).

La Sipps chiede quindi che nelle scuole italiane vengano rispettate alcune regole per il corretto sviluppo dei bambini diversamente abili. E’ per questo che ha scritto una sorta di memorandum in cui vengono evidenziate le principali linee di intervento:
-La scuola deve realizzare un’opera educativa e didattica che sia differenziata, individualizzata e personalizzata per tutti gli alunni
-Gli insegnanti dovrebbero sempre fare in modo che il bambino con handicap non si senta mai escluso dalla quotidianità della classe, vivendo a stretto contatto con i propri coetanei e partecipando attivamente alla vita scolastica, all’interno della classe e non fuori da questa
-Il bambino diversamente abile non dovrebbe essere seguito soltanto dall’insegnante di sostegno, ma tutti gli insegnanti dovrebbero interagire con lui, esattamente come fanno con gli altri bambini
-La figura dell’insegnante di sostegno dovrebbe essere vista, all’interno della classe, come un’ulteriore risorsa a cui tutto il gruppo può attingere
-Nella scuola è necessaria anche la figura dello psico-pedagogista, che dovrebbe essere consultata e coinvolta dal team dei docenti e dalla famiglia del bambino, e poter entrare nel merito della quotidianità scolastica, condividendo, così, il suo percorso educativo e sociale.

Misure che sembrano ancor più urgenti alla luce del caso di Torino della bambina di 11 anni ipovedente a cui è stata prima negata e poi concessa l’iscrizione alla scuola media. “Noi pediatri della Sipps – ha sottolineato Di Mauro – ribadiamo ancora una volta il diritto di ogni essere umano a ricevere accoglienza e cura in modo da vivere con dignità. Oltre al grande valore educativo che assumono anche per i bambini normodotati, l’inserimento e l’integrazione delle persone disabili nella società non possono prescindere dal loro diritto all’istruzione e alla formazione”.
 

06 aprile 2013
© Riproduzione riservata

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