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Chirurgia oncologica. Gli standard di Bolzano. Sono esportabili? Il convegno Agenas e Acoi


Certificazione degli ospedali, dei reparti e dei singoli professionisti. E' quanto prevede Il modello per la standardizzazione della chirugia oncologica messo a punto a Bolzano e discusso nel corso di un incontro promosso da Agenas in collaborazione con gli oncologi dell'Acoi. Il programma.

11 APR - Il regolamento sugli standard ospedalieri non riesce a superare lo stallo in Conferenza Stato Regioni? Nessun problema. Almeno per qualcuno. C’è infatti chi si è già attrezzato per migliorare, comunque, le performance delle proprie strutture. Ad anticipare le mosse di quello che sarà - se e quando il provvedimento riuscirà a tagliare il traguardo - è la provincia di Bolzano che con la collaborazione dell’Acoi, l’associazione nazionale dei chirurghi ospedalieri, grazie ad una delibera di recente approvazione, ha intrapreso il percorso innovativo per migliorare le performance nella chirurgia oncologica.
 
La delibera attuata da Bolzano, la prima in Italia che introduce delle soglie minime di standard e indicatori per le proprie strutture di chirurgia oncologica, è stata illustrata oggi, e seguita in diretta streaming da Quotidiano Sanità, al ministero della Salute alla presenza del presidente e il direttore dell'Agenas, Giovanni Bissoni e Fulvio Moirano, insieme al presidente dell'Acoi Luigi Presenti e al direttore del Dipartimento alla Famiglia, Sanità e Politiche sociali della PA di Bolzano Florian Zerzer.
 
Una rivoluzione per la rete ospedaliera, ed anche per i professionisti: solo le strutture e i reparti che superano volumi di attività prestabiliti possono aprire le proprie camere operatorie ai pazienti oncologici. Con interventi eseguiti solo da chirurghi certificati. Un provvedimento "fuori dal coro" che vanta come punti di forza la creazione delle reti cliniche e il confronto costante tra professionisti sugli esiti e sulle linee guida. Un'iniziativa che ha incassato il plauso dell'Agenas, soprattutto in un momento in cui gli scenari politici ed economici non sono dei più favorevoli. E le iniziative virtuose assumono quindi una valenza importante per la sanità italiana.

“Stiamo vivendo una fase complicata - ha ricordato il presidente di Agenas, Giovanni Bissoni - molte le manovre attuate portano un nome preciso: la grande crisi finanziaria che ha investito l’Europa. Non siamo i più spendaccioni, anche se sicuramente non spendiamo bene. E questo ci ha portato alla banalizzazione del “chi rompe paga”, trasformato a livello regionale nell’introduzione di ticket e addizionali. Un processo verso una razionalizzazione che ha colpito anche chi fa bene. A questo si aggiunge che non essere riusciti a definire il nuovo Patto per la salute ha lasciato al palo le innovazioni che le manovre hanno previsto. In questo scenario il riordino degli ospedali e del territorio è bloccato. Penso in particolare al regolamento sugli standard ospedalieri che rappresenta un’innovazione e ci porta al concetto della necessità della programmazione e della pianificazione ospedaliera e al contenimento dei costi senza rinunciare alla qualità delle cure”.

In questo contesto, ha quindi ricordato Bissoni, il Programma nazionale esiti (Pne) - che ha ispirato l'iniziativa di Bolzano - declinando la valutazione e riassumendo volumi e esiti, raggiunge l’obiettivo della pianificazione e della programmazione. “Il monitoraggio delle performance può essere un elemento di forte innovazione. Non puntiamo con il Pne a stilare graduatorie, ma a dare a chi è responsabile della gestione strumenti per ottimizzare l’attività e i processi di qualità e di sicurezza. È sicuramente un passaggio delicato che ha bisogno di un contributo attivo degli operatori sanitari”. Ecco quindi che, a fronte dello stallo del documento sugli standard ospedaieri, ogni regione che ha iniziato a muoversi per evitare che questo tempo di attesa vada perso, diventa un punto di riferimento importante.
 
L’iniziativa di Bolzano è infatti molto ben strutturata e precisa rispetto ad altre iniziative che lasciano spazi più incerti, ha sottolineato Fulvio Moirano, direttore generale di Agenas. Ma è difficile pensare che abbia un effetto domino soprattutto nelle regioni in Piano di rientro. “Il regolamento sugli standard, anche se con maglie ancora larghe aveva dei riferimenti che avrebbero consentito una uniformità tra le regioni. Bolzano ha lavorato sui volumi in maniera molto nitida, e questo è importante”.
 
Di certo i professionisti hanno giocato un ruolo fondamentale. Anche perché misurarsi con esiti e volumi di prestazioni comporta una rivoluzione culturale epocale. “Pensiamo che confrontarci con gli esiti sia una passaggio fondamentale – ha affermato Luigi Presenti, presidente dell’Acoi - certo serve una rivoluzione culturale anche all’interno della professione medica: accettare i processi di valutazione è per molti ancora particolarmente difficile. Ma il coinvolgimento dei professionisti nei processi decisionali è  fondamentale. Purtroppo oggi il sistema sanitario è spesso impositivo, con decisioni non condivise con i professionisti. Invece la provincia di Bolzano ha intrapreso un percorso differente e meritorio.  Si stanno muovendo anche altre regioni come il Piemonte e la Toscana, e puntiamo quindi ad un effetto domino positivo. in questo scenario la collaborazione è un passaggio fondamentale, per questo abbiamo chiesto ad Agenas di poter intervenire offrendo il nostro contributo”.
 
E' una provincia sicuramente “felice” quelle di Bolzano: 1.954 posti letto, oltre 460mila giornate di degenza per poco più di 500mila abitanti e circa 8milioni di prestazioni, con un saldo positivo in termini di mobilità. Sette gli ospedali pubblici presenti, di cui tre molto piccoli (effettuano appena il 6,7 di tutti gli interventi chirurgici provinciali). Per migliorare l’efficienza è stata quindi creata un’azienda unica con 4 comprensori, responsabile in termini di programmazione. Questo ha consentito, ha spiegato Florian Zerzer, Direttore Dipartimento alla Famiglia, Sanità e Politiche Sociali, P.A. di Bolzano, di incidere in maniera propositiva dicendo cosa va fatto e dove. Ha permesso di definire le regole del gioco, e gestendo in maniera ottimale il rapporto tra ospedale territorio, ha consentito alla provincia di uscire fuori da una visione eccessivamente ospedalocentrica. Soprattutto ha permesso di raggiungere un importante risultato: eliminare nelle strutture i doppioni e aumentare l’efficienza attraverso l'accorpamento di reparti.

Da qui è partita l'iniziativa che ha coinvolto l’Acoi. Obiettivo: ridurre del 10-15% il dato di mortalità per tumore. Aspettiamo ora di vedere quanti seguiranno il percorso intrapreso da Bolzano.

 

11 aprile 2013
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