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Diritti sindacali. Regioni e Sisac: assenze per ragioni sindacali? È il medico a pagare il sostituto


Sembra essere questa la posizione assunta da Regioni e Sisac alla luce delle motivazioni successive ad un sentenza per condotta antisindacale del Tribunale di Roma. Ma la Fimmg non ci sta e chiede un tavolo negoziale, “l’unico che può fornire un’interpretazione autentica delle norme dell’Accordo collettivo”.

17 APR - Rischia di creare il caos la comunicazione inviata dalla Sisac alle Regioni in cui si evidenziava come alla luce delle motivazioni formulate da un Giudice del Tribunale del Lavoro in merito a una sentenza su di una causa per condotta antisindacale,  “che l’onere del compenso spettante al sostituto è a carico del medico titolare anche se materialmente trattenuto e versato dalla Asl”. Preso atto di questa motivazione (successiva alla sentenza), la Sisac l'ha girata alle Regioni e a Fimmg “per assicurare la piena consapevolezza degli Uffici preposti nell’adottare ogni decisione applicativa dell’Accordo, in considerazione della responsabilità contabile che potrebbe derivarne”.
 
In sostanza, se questo fosse il parere definitivo, per quanto riguarda la medicina convenzionata sarebbe il medico stesso a dover pagare il sostituto, per le assenze per motivi sindacali.
Ma il percorso seguito da Sisac e già messo in atto in alcune Regioni, non convince la Fimmg che chiede a gran voce che venga riaperto il tavolo negoziale e che da esso possa emergere un parere autentico in merito al discusso articolo 21, comma 6 dell’Acn della medicina generale.
 
“Ci sono molti aspetti della vicenda che non ci convincono – spiega il vicesegretario della Fimmg, Silvestro Scotti -. In primis ci chiediamo se esiste o no il diritto sindacale per i lavoratori parasubordinati, perché se dovesse passare questo indirizzo si creerebbe un vulnus solo per questa categoria di lavoratori. E poi gli oneri sindacali sono già compresi nella massa salariale, per cui non si comprende questa azione unilaterale”.
 
Ma per la Fimmg non è una questione di denaro, il problema semmai è quello della tutela dei diritti sindacali che, ricorda Scotti: “Non sono del Sindacato ma dei lavoratori, che hanno il diritto di vedersi rappresentati e, soprattutto, chi fa sindacato deve essere libero da condizionamenti di questo tipo”.
 
 
“Inoltre – precisa il vicesegretario Fimmg - già oggi la retribuzione compensativa per chi fa attività sindacale è parziale e inoltre, spesso, proprio per i tempi stretti connessi alla natura dell’attività sindacale è difficile trovare i sostituti in breve tempo, senza dimenticare poi come spesso chi inizia a fare sindacato vede perdere in media il 10% degli assistiti”.
 
“Ma ribadisco – afferma Scotti – non è una questione di soldi, anche perché chi decide di fare attività sindacale lo fa per passione e non per denaro, ma è il metodo unilaterale intrapreso che rischia seriamente di creare un grave danno al diritto di rappresentanza sindacale che ci lascia perplessi. Per questa ragione chiediamo che venga al più presto convocato il tavolo negoziale con tutti i firmatari in modo da poter discutere e affrontare la questione, così da poter elaborare un’interpretazione autentica della norma e che non sia il frutto di una comunicazione inviata da Sisac alle Regioni e che si basa su un percorso motivazionale formulato da un giudice”.

17 aprile 2013
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