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Due fisioterapisti su tre sono falsi. Al via la campagna Aifi contro l'abusivismo


"La fisioterapia è una cosa seria". Per questo l'Associazione italiana fisioterapisti mette in guardia gli italiani dai falsi fisioterapisti e lancia la terza edizione della campagna di sensibilizzazione per aiutare gli italiani a riconoscerli e denunciarli.

09 SET - “Giù le mani!”. È questo lo slogan che accompagna la terza edizione della campagna di sensibilizzazione e prevenzione contro l’abusivismo professionale lanciata dall’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi), che si concluderà il 14 (FisioDay) con l’apertura straordinaria degli studi fisioterapici dove gli italiani potranno ricevere consulti gratuiti.

I fisioterapisti abusivi in Italia sono 100 mila, il doppio di quelli veri (50 mila). “Un vero dramma non solo per chi svolge con competenza il proprio lavoro, ma anche per i pazienti, che si trovano, spesso in buona fede, nelle mani di persone incapaci che possono peggiorare le loro già precarie condizioni di salute”, spiega l’Aifi. L’intento della campagna, dunque, è aiutare tutti a riconoscere i professionisti veri, a segnalare situazioni sospette, ad ottenere informazioni corrette. Tre, in particolare, gli strumenti ideati dall’Aifi per offrire informazioni: il numero verde 800.03.60.77, l’indirizzo email info@aifi.net e il sito internet (www.aifi.net). Strumenti attraverso i quali gli italiani potranno anche prenotare un consulto per il 14 settembre.

“La fisioterapia è una cosa seria”, sottolinea l’Aifi che dà agli italiani 4 consigli fondamentali per riconoscere i falsi fisioterapisti ed evitare brutte sorprese:

1) verificare che il titolo di laurea sia stato rilasciato dall’Università Italiana e, in caso di titolo estero, che abbia ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Salute;

2) verificare l’iscrizione ad una delle associazioni rappresentative dei fisioterapisti, definite per decreto ministeriale;

3) verificare se, durante la visita fisioterapica, è richiesta la visione della documentazione clinica esistente;

4) chiedere sempre il rilascio della ricevuta fiscale, in caso di libero professionista.
 

09 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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