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Congresso straordinario Anaao. Troise: “Non basta adattarsi, bisogna cambiare”. La Relazione


Così Troise ha esordito di fronte all’assemblea dei medici riuniti a Caserta per discutere la modifica dello Statuto. L'obiettivo è diventare realmente rappresentivi di tutti gli iscritti e valorizzare il ruolo del medico nel Ssn. Più spazio a giovani e donne. Intersindacale da ripensare. La relazione integrale.

15 NOV - "Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara ad usarle". Costantino Troise cita il celebre cantante dei Doors, Jim Morrison, per spiegare ai medici dell'Anaao Assomed le sfide future e le ragioni che spingono alla modifica dello Statuto associativo. Infatti, spiega Troise nella Relazione presentata stamani all’assemblea dei medici riuniti a Caserta in Congresso Straordinario, "per affrontare il futuro oggi non basta più uno sforzo di adattamento, ma ne occorre uno di cambiamento, Perché negli ultimi anni è cambiato il mondo intorno a noi e quando cambia il contesto, per le organizzazioni cambiare non è più una scelta, ma una necessità”.

Le ragioni del cambiamento, sottolinea Troise, non sono però frutto di “improvvisazione o di avventurismo”, ma arrivano da anni di analisi del mutato quadro politico, sociale e professionale. E quindi della capacità del sindacato di rispondere di rappresentare gli iscritti e le loro istanze.

Oggi però, osserva Troise, con “le nuove forme di aggregazione professionale e sociale l’esplodere dei contratti atipici così diversi dal rassicurante tempo indeterminato cui eravamo abituati, il collasso del sistema formativo con 25.000 medici allo sbando, la rivoluzione di genere, la nuova composizione dei tavoli contrattuali” non permettono di considerare “scontata la effettiva capacità delle organizzazioni sindacali di rappresentare in maniera adeguata le molteplici forme del lavoro e le diverse funzioni in cui viene declinato”. E infatti, sottolinea il segretario dell’Anaao Assomed, “l’onda lunga della crisi di consenso e di fiducia verso le istituzioni ha ormai raggiunto anche il sindacato e la sua capacità di rappresentanza. Si tratta soprattutto di crisi di vocazioni di impegno, disponibilità a mettersi in gioco in una azione ed una passione civile, ma presto si tradurrà in crisi di iscrizioni. Perciò dobbiamo cominciare ad interrogarci ora sulla nostra reale capacità di rappresentare il lavoro in sanità nelle molteplici forme oggi esistenti. E chiederci fino a che punto i nostri iscritti si sentono adeguatamente rappre-sentati nelle loro aspettative e tutelati nei loro legittimi interessi”.

Tra i cambiamenti da realizzare, secondo Troise, ci sarà quello di dare più spazio alle donne-medico e ai giovani medici, “che sono non il nostro futuro, ma il nostro presente”. “Anche a questo scopo – spiega il segretario nazionale dell’Anaao nella relazione - abbiamo ritenuto opportuno l’inserimento di un nuovo organismo statutario quale la Direzione come sia scuola e sede di scambio di esperienza tra vecchi e reclute. Un organismo deliberativo nuovo a fronte di una Segreteria-Esecutivo Nazionale ridotta di numero. Segnale della richiesta di uno sforzo partecipativo che, almeno in parte, sottragga il Segretario Nazionale dalla solitudine del tuttologo. Un soggetto sindacale autorevole ed unitario che formalizzi una situazione di fatto che, però, costituiva uno spazio, più che un soggetto sindacale in cui è lecito a tutti di ritagliarsi nicchie di autonomia senza responsabilità o di extra territorialità, un condominio con tante case e tanti padroni. Una condivisione di potere, una sua diffusione anche con meccanismi di delega, un rafforzamento dei ruoli di ognuno”.

Nel nuovo funzionigramma il Consiglio Nazionale assume così il ruolo di Camera dei territori, con funzione propositiva e consultiva e di controllo sul bilancio, in cui l’ingresso dei segretari aziendali disegna una Associazione più corta e più vicina alla prima linea dell’impegno sindacale.  

Ma il futuro, per l’Anaao, è anche quello senza l’intersindacale che conosciamo. “L’intersindacale, di cui siamo stati anima e corpo, ha avuto il grande merito di riempire il periodo di fermo biologico con slancio e capacità di iniziativa fino alla grande manifestazione del 27 ottobre 2012”, spiega Troise, aggiunge, però, che “oggi cominciamo a cogliere scricchiolii e vedere crepe, piccoli tatticismi e chiusure che rischiano di perdere il senso della unità come valore. Se un nuovo soggetto sindacale potrà nascere speriamo in tempi non biblici, solo per gametogenesi, ma occorre pensare presto a forme nuove che semplifichino la capacita e le modalità della rappresentanza sindacale”.

Quello che è certo, per Troise, e che “occorre ricostruire un sistema che privilegi, anche nei meccanismi di progressione di carriera, valori professionali rispetto a quelli organizzativi, in cui vorrebbero appiattirci. E contrastare una corsa alla deregulation delle aziende che vogliono mano libera nell’utilizzo delle risorse umane, costi da tagliare prima e più degli altri, percependosi e muovendosi come ab-solute da leggi e contratti di lavoro. Altrimenti saremo costretti ad adattarci al ruolo di ‘problema’ che vogliono imporci smarrendo quello di soluzione, o parte di essa, che noi riteniamo di essere”.

15 novembre 2013
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