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Farmaceutica. Aldo Pesenti si dimette dalla presidenza dell’Adf


“Non si tratta di dimissioni fisiologiche, ma che nascondono profonde fratture all’interno dell’Associazione”, spiega Pesenti, citando in particolare “soggetti privati e multinazionali” con “interessi spesso divergenti rispetto a quelli per il reale benessere del distributore e della farmacia”.

18 APR - Si è dimesso Aldo Pesenti, presidente dell’Associazione Distributori Farmaceutici (ADF). Lo ha fatto la scorsa settimana, con una raccomandata spedita alle ore 9,44 dell’11 aprile 2014, dopo 2 anni pieni di mandato, che era infatti iniziato il 13 aprile 2012. A distanza di poche ore l’intero Consiglio ha rassegnato in toto le dimissioni con l’azzeramento dei vertici dell’Associazione.

“Vanno spese alcune considerazioni circa tali dimissioni che non possono dirsi fisiologiche e che nascondono profonde fratture all’interno dell’Associazione di categoria della distribuzione intermedia del Farmaco”, ha voluto precisare Pesenti attraverso una nota.

“In questo breve ma intenso periodo di governo dell’Associazione – ha affermato il presidente dimissionario - mi sono reso conto di quanto sia impossibile e vano intervenire concretamente su alcune questioni politiche e strategiche del nostro settore per la presenza, in Associazione, di soggetti privati e multinazionali, a mio avviso con interessi spesso divergenti rispetto a quelli che ritengo siano il reale benessere del distributore e finanche della farmacia”.

“Forse – ha proseguito - il mio doppio ruolo di Amministratore Delegato di Unico Spa e di titolare di farmacia non era gradito ai colleghi delle multinazionali e dei distributori privati che non sempre vedono coincidere il destino della distribuzione intermedia con quello della farmacia. Potendo rappresentare in altre sedi la più importante società di farmacisti d’Italia mi sono reso conto che almeno tre questioni, di urgente intervento e risoluzione, non avrebbero mai trovato consenso e appoggio da parte di soggetti con finalità, a mio parere, differenti da quelli della categoria che ho cercato di tutelare. Mi riferisco in particolare a tre attività, tutte deliberate dal Consiglio Direttivo di ADF: 1. La riorganizzazione interna della struttura ADF, mai realizzata, in parte osteggiata, tanto da aver generato dubbi sulla reale volontà di cambiamento da parte di alcuni associati; 2. L’“Osservatorio del Credito” la cui costituzione non ha mai visto il contributo fattivo di realtà significative del comparto, al punto da vanificare ogni possibile efficacia del progetto; 3. La Remunerazione. Al fine di agevolare la trattativa col Ministero per una proposta univoca e di settore, su tale fondamentale questione il Consiglio Direttivo ADF commissionò due diversi studi al Dr. Claudio Leporelli professore di Ingegneria Economico‐ Gestionale dell’Università La Sapienza di Roma, basati su una raccolta puntuale dei dati relativi alla gestione aziendale degli associati; la raccolta delle informazioni è stata disomogenea, discontinua e incompleta, rendendone estremamente complessa l’elaborazione e penalizzando, a mio parere, il futuro svolgimento della trattativa; al punto che ad oggi non esiste un orientamento univoco di ADF in materia”.

“Per tali ragioni – ha aggiunto Pesenti nella nota - sarebbe stato per me comunque impossibile proseguire in un’azione di rinnovamento e progettualità in un contesto così lacerato e diviso così ho deciso di dimettermi dall’incarico. Tutto ciò – conclude l’ormai ex presidente ADF - fa inoltre riflettere sulla futura partecipazione, in seno al prossimo Consiglio Direttivo di ADF, di persone provenienti da Unico Spa, società di cui mi onora essere l’amministratore Delegato”.

18 aprile 2014
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