Stamina. Infusioni a Brescia, Ipasvi: "Nessun infermiere può essere obbligato"
La Presidente della Federazione, la senatrice Annalisa Silvestro, ha dichiarato che "l'Ipasvi tutelerà in tutte le sedi i propri iscritti che riceveranno ordini di servizio in tal senso". Nel ribadire la vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie, Silvestro ha puntualizzato: "Non possiamo somministrare un trattamento non validato nè brevettato".
22 LUG - "Nessun infermiere può essere obbligato a prendere parte a pratiche non validate scientificamente, se non mediante adesione volontaria". Con un preciso richiamo al Codice deontologico della professione, la Federazione nazionale Collegi Ipasvi si schiera apertamente con
il Presidente del Collegio provinciale di Brescia, Stefano Bazzana, nella netta contrarietà all'ordinanza di reclutare infermieri di sala operatoria e infermieri di anestesia per attuare il cosiddetto metodo Stamina. La Presidente della Federazione, la senatrice
Annalisa Silvestro, ha dichiarato che "l'Ipasvi tutelerà in tutte le sedi i propri iscritti che riceveranno ordini di servizio in tal senso".
"È un dato di fatto che al momento non esista alcuna prova di efficacia – ha continuato Silvestro – del trattamento Stamina: gli articoli 11 e 12 del nostro Codice deontologico precisano che l'infermiere fonda il proprio operato su validate conoscenze, pur riconoscendo il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l'evoluzione delle conoscenze per i benefici dell'assistito". Questo significa, secondo l'Ipasvi, garantire sempre e comunque l'assistenza e la vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie, "ma non possiamo accettare – ha puntualizzato la senatrice – di partecipare alla somministrazione di un trattamento non validato né brevettato".
22 luglio 2014
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