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Dossier Smi sul lavoro medico/2. Parla l'autore dello studio (Rivellini, v.segretario Smi): "Non è vero che il mmg guadagna più dell'ospedaliero"

di Giovanni Rodriquez

Intervista all'autore del dossier pubblicato ieri, che ha sollevato molte perplessità tra i nostri lettori. "I numeri non parlano da soli, devono essere contestualizzati. Il nostro è un grido di allarme, in vista del rinnovo della Convenzione. Hanno bisogno di un maggiore approfondimento e alcune diversità tra le remunerazioni possono essere spiegate. Ad esempio, il numero ore lavorate per i medici di famiglia è un dato puramente convenzionale, ma è certo che diventerà fondamentale in vista del nuovo accordo sull'h12 o h24"

29 OTT - I numeri sul costo del lavoro medico contenuti in un dossier realizzato dallo Smi, e da noi diffuso ieri, hanno creato - come era prevedibile - polemiche e richieste di chiarimenti. A titolo esemplificativo questa mattina abbiamo pubblicato solo due delle numerose lettere che abbiamo ricevuto sull'argomento. A fronte di tutto questo, abbiamo intervistato Gianfranco Rivellini, presidente del centro studi e vice segretario Smi, oltre che autore dell''incriminato dossier, per avere tutti i chiarimenti possibili, ma anche per rigirare all'autore del documento tutte quelle domande poste dai nostri lettori.

Dottor Rivellini, col senno di poi, vorrei innanzitutto chiederle: chi ve l'ha fatto fare a realizzare e pubblicare questo studio? Era evidente che questa sproporzione di numeri sui redditi a fronte delle ore medie lavorative avrebbero potuto sollevare non poche polemiche.
Darei piuttosto atto al nostro Centro studi di aver stimolato il dibattito e di aver tentato di fare un'operazione di trasparenza partendo da alcuni parametri di riferimento, che non condividiamo e che sono dettati dagli Acn, non da noi. Alcuni di questi dati hanno bisogno di un maggiore approfondimento, alcune differenze possono essere spiegate. I numeri non parlano da soli, devono essere contestualizzati. La realtà è ben diversa da quanto emerge da quella tabella.
 
Cominciamo a spiegarla allora. Partiamo dalla questione ore lavorative sottolineata da diversi lettori. Com'è stata conteggiata la media ore settimanale dei medici di famiglia?
Il lavoro dei medici di famiglia, la sua organizzazione, si basa su un rapporto fiduciario. Il valore medio nazionale è di poco inferiore alle 1000 scelte per medico. Prendendo per buono un disposto della convenzione, ogni 37,5 scelte viene conteggiata un'ora di lavoro per il medico. Questo è quanto stabilito dall'accordo del 2005.
Bisogna però dire che questo parametro, nella realtà, molto spesso prescinde dagli effettivi carichi di lavoro. Un medico con 50 scelte composte prettamente da pazienti over 70, con ogni probabilità lavorerà ben più delle 24 ore medie settimanali conteggiate.
Possiamo dire che il calcolo è puramente convenzionale. A questo va aggiunto anche il parametro inquantificabile delle visite domiciliari.

Come mai si è accettato un parametro convenzionale che, a quanto racconta, è così lontano dall'effettiva realtà delle ore lavorative?
Il parametro nasce da una Convenzione della fine degli anni '90. Si è deciso di mettere questo parametro per una questione di trasparenza. Il nostro è un grido di allarme, un avviso ai naviganti anche a quei sindacati che ci hanno portato fin qui, con un susseguirsi di accordi a perdere: quel dato non aveva, nella realtà, nessun valore concreto, per questo è stato lasciato così, ma questo parametro, ora, diventerà fondamentale con i nuovi accordi per garantire quella continuità assistenziale che prevede l'apertura degli studi medici h12 o h24.

Anche i medici ospedalieri, però, lavorano spesso più delle 38 ore che vengono loro attribuite.
E' vero, e anche per loro c'è una questione di ferie non godute, straordinari non retribuiti e così via.
 
Con la differenza che la base di 38 ore medie settimanali è obbligatoria per loro in quanto sancita da un contratto. 
Sì, in questo senso le ore lavorative del medico di famiglia si basano su un rapporto diverso, di tipo fiduciario. Bisogna però sottolineare che il costo medio dei medici di famiglia per residente è di 66 euro, di molto inferiore ai 192 euro per residente della dirigenza medica. Il presidiamento della realtà territoriale assorbe dunque meno risorse dell'ospedalità.

Passiamo a quanto riportato nelle tabelle sulla retribuzione media annua. Per i medici di famiglia, quanto pesa in queste retribuzioni medie il costo degli studi rispetto al trattamento economico del medico?
Enormemente. Cominciamo con il dire che su un costo totale del loro lavoro di poco inferiore a 4 miliardi di euro, nel reddito scompare una parte del costo totale. Un 9,7 % della retribuzione viene, infatti, destinata ai costi di studio (trasporti), alla remunerazione dei segretari etc, un'altra parte (circa 1/12) va tolta per le ferie non retribuite, infine, un 3-5% circa è da conteggiare per le assenze per malattia. Inoltre, poi c’è da calcolare l’assenza del TFR.
C'è da dire, però, che il dato sulla malattia nei primi setti giorni è ignoto. Dunque, in maniera approssimativa, al netto di tutto questo, il loro reddito medio lordo è di poco superiore ai 60mila euro, quindi sensibilmente inferiore a quello dei dirigenti medici. In tal senso, nei prossimi giorni possiamo riagiornare un vecchio studio comparativo dello Smi, che dimostra questo dato.
 
Mi sembra di capire che, per fare un'operazione trasparenza, si riscontrino non poche difficoltà visto che alcune variabili restano ignote o del tutto convenzionali, non trova?
Il settore convenzionato dipende dalle Regioni che sono in forte ritardo nel monitorare questi processi produttivi ed i loro costi. Non si ha ancora neanche una standardizzazione del costo di questi processi. 
 
Giovanni Rodriquez

29 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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