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Ceis Tor Vergata. Al via il nuovo progetto di ricerca multidisciplinare sul tema della medicina difensiva


L'obiettivo è quello di riuscire a quantificare correttamente i costi e di offrire suggerimenti per adeguare le politiche pubbliche di finanziamento e spesa, risolvendo il problema dell’abbandono del mercato della responsabilità civile medica da parte delle compagnie assicurative. Il tutto in un 'territorio neutrale' come quell'dell'università.

19 DIC - Istituire un centro di ricerca dedicato al problema della medicina difensiva in un territorio neutrale come l’università, per riuscire a quantificare correttamente i costi ed adeguare le politiche pubbliche di finanziamento e spesa, risolvere il problema dell’abbandono del mercato della responsabilità civile medica da parte delle compagnie assicurative e ridisegnare il sistema di incentivi tra i vari stakeholder del settore. È quanto è emerso nel corso del convegno “Medicina difensiva – regole che la inducono, regole che la riducono”, organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata, il Ceis Tor Vergata e l’Università Telematica Giustino Fortunato, che si è tenuto ieri presso il Ceis Tor Vergata.

La giornata è stata organizzata con un approccio multidisciplinare, nel corso della tavola rotonda pomeridiana sono statiriuniti tutti gli stakeholder del settore per conoscerne le problematiche e individuare possibili spunti di mediazione. Roberto Benedetti, Vice Procuratore Generale della Corte dei Conti, ha evidenziato i riflessi negativi del problema, le ricadute economiche a carico della collettività o della persona e le ricadute sul sistema, quali l’allungamento delle liste d’attesa. "E’ urgente intervenire su due punti: l’improcrastinabile approvazione delle tabelle per i risarcimenti e la questione della responsabilità contrattuale, c’è un anomalia di trattamento di responsabilità di chi fa servizio pubblico>", ha spiegato il Direttore Generale dell'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (Ania), Dario Focarelli.

Pierluigi Marini, Vice Presidente Nazionale dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (Acoi), ha portato il punto di vista dei medici: "Le stime che abbiamo riguardo l’incidenza della medicina difensiva raggiungono i 20 miliardi all’anno di euro". E’ emerso il rischio di una sensibile riduzione del numero di chirurghi italiani; ad oggi – secondo le stime di Acoi – per la prima volta ci sono posti liberi nelle scuole di chirurgia.
Monica De Rita, Vice Direttore Camera Arbitrale della Cciaa di Roma ha suggerito la soluzione extra-giudiziale, il semplice confronto tra le parti migliora le possibilità di mediazione.
Ha insistito, invece, sul concetto di prevenzione Francesca Moccia, Vicesegretario Cittadinanzattiva: "Il vero investimento che il Paese deve fare è prevenzione agli eventi avversi. E’ importante assicurarsi che si sia fatto di tutto per evitarli".
Per Luigi Marsella, Professore di Medicina Legale dell’Università di Tor Vergata: "La medicina difensiva è stata una conseguenza della burocratizzazione delle medicina. La maggior parte delle sentenze si poggiano sui risultati di una consulenza tecnica di ufficio. Ma tutti gli estensori di tale consulenza sono effettivamente in grado di effettuarla?".
 
Tutte le parti hanno citato il problema di comunicazione, la relazione tra medico e paziente alla base dei contenziosi. Alla luce di tutti gli spunti raccolti nella giornata, il Ceis Tor Vergata avvierà il nuovo lavoro di ricerca. "Lavoreremo sulle principali conclusioni emerse oggi per elaborare un documento condiviso da cui partire per individuare un accordo di mediazione tra le parti, che possa ambire a diventare una proposta ai policy maker", hanno concluso Vincenzo Atella ed Emiliano Marchisio, organizzatori del convegno.

19 dicembre 2014
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