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Le professioni e il 566. Fnomceo e Ipasvi: “Ci siamo già incontrati tra di noi. Una soluzione è plausibile”. Prove di intesa alla Festa Sanità PD 

di C.F.

La conferma di un lavoro a latere tra le due federazioni viene dalla presidente Mangiacavalli dalla rappresentante della Fnomceo Ferrari. Da De Biasi l’impegno a una svolta anche per l’istituzione degli ordini delle professioni sanitarie. De Filippo: “Entro due-tre settimane il tavolo della cabina di regia”. All'incontro anche Beux (Tsrm) e Dirindin (PD)

13 SET - Sabato sera ho avuto l’occasione di moderare una delle tavole rotonde organizzate dalla Festa nazionale welfare e sanità del PD a Reggio Emilia. Il tema era quello del ruolo delle professioni sanitarie nella sanità del futuro.
 
A confrontarsi:
- il sottosegretario Vito De Filippo, che ha la delega ministeriale per le relazioni sindacali  e che proprio sul nostro giornale, il 15 agosto scorso ha lanciato la convocazione unitaria di tutte le professioni per sciogliere l’impasse createsi dopo il comma 566;
 
- la presidente della Commissione Sanità del Senato Emilia De Biasi che il 28 luglio scorso ha rimbrottato in Aula i colleghi della Bilancio che stanno tenendo nel cassetto il dd 1324 per la riforma e l’istituzione degli ordini delle professioni sanitarie fermo in Parlamento da 500 giorni e che dovrebbe onorare la promessa fatta più di 10 anni fa alle 22 professioni della sanità di avere un loro ordine;
 
- il presidente della Federazione nazionale dei tecnici sanitari di radiologia medica Alessandro Beux che nel 2012, prima delle grandi polemiche e prima dei “casi Marlia, Barga e Friuli Venezia Giulia” (tutte vicende giudiziarie, le prime due penali, la terza amministrativa, che hanno messo in discussione l’autonomia professionale dei Tsrm), sottoscrisse un accordo con i medici radiologi e le altre specializzazioni radiologiche sul chi “fa che cosa” in questa delicatissima branca sanitaria, senza particolari difficoltà ma che oggi ammette sconsolato che ”un accordo come quello sarebbe difficilmente firmato”, perché “il clima è diverso e c’è diffidenza tra le professioni”;
 
- la senatrice PD Nerina Dirindin, già direttore della programmazione sanitaria del ministero della Salute all’epoca di Rosy Bindi, poi assessore alla Sanità in Sardegna con la giunta Soru e ora capogruppo PD alla Commissione Sanità del Senato, professoressa di economia sanitaria all’Università di Torino e tra gli autori del documento finale della Commissione sanità del Senato dove il rilancio delle politiche del personale, l’abbandono della logica del precariato a vita sono tra i punti segnanti le strategie di una possibile inversione di tendenza nel declino del Ssn;
 
- completavano il parterre degli ospiti la neo presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli e la presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Emilia, Anna Maria Ferrari, delegata dalla Fnomceo a rappresentare il punto di vista ufficiale della Federazione nazionale dei medici e odontoiatri italiani. Quelli di Mangiacavalli e Ferrari erano forse tra gli interventi più attesi, visto il clima da sfida all’O.K.Corral attorno al comma 566 sulle nuove competenze che dura ormai da mesi tra medici e infermieri.
 
Ecco come è andata.
“La cabina di regia si riunirà entro poche settimane”. L’impegno è del sottosegretario De Filippo che conferma l’intenzione annunciata a ferragosto di sbloccare l’avvio dell’assise  istituita da più di un anno ma mai riunita per il concomitante caso “566” che ha bloccato il confronto e l’interlocuzione tra le parti. “Ora ci riproviamo, senza alcun eroismo”, ha detto De Filippo, convinto però che questo sia il momento di riprendere le fila di un progetto, quello delle nuove competenze di cui parla orma dal 2011, e di chiuderlo definitivamente con un accordo.
 
“La riforma degli ordini e l’istituzione di quelli delle professioni è indispensabile e la faremo”. Così De Biasi che chiarisce che non saranno più accettati “veti” da questa o quella professione, chiarendo poi che “sono finiti i tempi in cui sugli ordini in generale cresceva scetticismo e diffidenza, perché oggi, Europa compresa, si è finalmente capito che le professioni sono una garanzia, per il sistema sanitario e il cittadino, contro un abusivismo sempre più penetrante e pericoloso per la salute dei cittadini”.
 
“L’accordo dell’area radiologica è stato bloccato perché mancava una cornice giuridica. Ma ora che c’è una legge (comma 566) che lo contempla lo sblocchiamo”. Lo ha chiarito De Filippo rispondendo alla richiesta di Beux sul destino di quell’accordo sancito dalle professioni della riadiologia ma mai sottoscritto in Stato Regioni.
 
“Dopo Marlia e le altre vicende giudiziarie passo indietro tra medici radiologi e tecnici”. Ne è convinto Beux che è certo che un accordo come quello fatto nel 2012 tra tutte le professioni dell’area radiologica oggi non si riuscirebbe a replicare. “Quelle vicende giudiziarie hanno riportato il settore ad anni indietro come se quello che sta accadendo da tempo nelle radiologie italiane dove i tecnici hanno di fatto una prassi professionale autonoma e consolidata non stesse accadendo”.
 
Fnomceo e Ipasvi: prove di intesa sul comma 566. L’annuncio, in sordina, con tanto di scambio d’occhiata (lo diciamo o no?) viene da Ferrari e Mangiacavalli che, dopo due interventi molto “institucional” dove avevano ribadito i punti di vista noti di medici e infermieri sul comma 566 – “ci sentiamo minacciati” i primi, “negli ospedali le nuove competenze specialistiche degli infermieri sono già una realtà” i secondi –, rispondono così a chi (il sottoscritto) chiedeva se Ipasvi e Fnomceo sarebbero state disposte a incontrarsi da sole, per vedere di risolvere la faccenda, tra professioni, senza il sostegno “ancillare” di Governo e Regioni: “In realtà ci sono già incontri formali ed informali  e confidiamo in una soluzione positiva per entrambe le professioni e penso che ce la faremo”, hanno annunciato Ferrari e Mangiacavalli e tutti i presenti hanno tirato un sospiro di sollievo, come a dire, “era ora”.
 
“Non vorrei che mentre pensiamo a riparare le sdraio sul ponte della nave (le nuove competenze professionali), il Titanic affondi”. Questa la metafora scelta da Dirindin per dire la sua sulla questione personale Ssn. “Le nuove competenze sono importanti, figuriamoci, ma vorrei che non ci dimenticassimo o sottovalutassimo quanto sta accadendo al personale del Ssn nel suo complesso. Senza contratto, con la logica del precariato a vita ormai imperante e forse altri tagli in arrivo. Il personale è la risorsa primaria del Ssn e su questa risorsa dobbiamo investire, ristabilire la regolarità dei rapporti di lavoro, anche perché siamo all'assurdo che la precarietà ci costa di più, guardando anche ai conti economici, della messa in regola del personale necessario”.
 
E sui tagli veri o presunti, passati o futuri, siparietto finale: De Filippo: “Con il decreto di agosto non abbiamo tagliato il fondo, abbiamo congelato il suo aumento per quest’anno”; De Biasi: “Se tagliamo ancora la sanità il futuro è la sua privatizzazione, punto. Tutto il resto sono chiacchiere". E non manca una steccata al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che lo stesso giorno sulla Stampa aveva parlato di una riforma dei contratti che contempli anche “pacchetti di welfare che prevedano prestazioni sanitarie e previdenziali”: “Squinzi ritorna su un leit motiv caro a Confindustria - dice De Biasi - quello di smontare il sistema sanitario universalistico in favore di un ritorno alle mutue. Ma a quel punto sarebbe coperto solo chi ha un lavoro stabile e tutti gli altri?”.
 
Cesare Fassari

13 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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