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Le donne escluse dal circolo virtuoso del prestigio e del potere a causa dell'“effetto Matteo”

di Maria Genna e Domenico Crea

Da anni è nota la carente leadership delle donne medico, le inesistenti progressioni di carriera, e le retribuzioni percepite mediamente in forma minore. Tale segregazione verticale potrebbe essere spiegato con la Teoria economica dei tornei (Lazear e Rosen 1990) che si applica ai percorsi di carriera nelle organizzazioni gerarchiche. 

29 SET - In una intervista pubblicata nel settembre 2015 sull’opuscolo "Tutt’altro genere d’informazione" ovvero Manuale per una corretta rappresentazione delle donne dell’informazione a cura del Consiglio Nazionale dell’ordine dei giornalisti, Mario Calabresi - direttore della Stampa di Torino - afferma che in Italia non vi è la necessaria attenzione alle questioni di genere, contrariamente a quanto avviene negli Stati Uniti, dove questo appare un argomento di grosso interesse unitamente all’attenzione per l’uso di un linguaggio adeguato in tal senso da parte dei giornali, dei canali televisivi e dei molteplici siti internet.
Da noi, invece, da anni è nota la carente leadership delle donne medico, le inesistenti progressioni di carriera, e le retribuzioni percepite mediamente in forma minore. Tale segregazione verticale potrebbe essere spiegato con la Teoria economica dei tornei (Lazear e Rosen 1990) che si applica ai percorsi di carriera nelle organizzazioni gerarchiche.

A causa della divisione familiare dei ruoli, le donne che lavorano devono sostenere un costo maggiore degli uomini per partecipare al torneo, in ragione del maggior costo-opportunità del loro impegno (per unità di tempo). La loro energia va infatti suddivisa tra due attività entrambe gravose, il lavoro di cura e il lavoro per le imprese, mentre l’energia degli uomini si concentra tutta nel lavoro per il mercato. Al maggior costo sostenuto dalle donne in carriera non corrisponde parimenti un beneficio maggiore rispetto a quello degli uomini, perché il compenso è indipendente dalla prestazione, essendo stabilito ex-ante a prescindere dalle caratteristiche del vincitore; e dunque gli incentivi a partecipare al torneo sono minori per le donne che per gli uomini, e le probabilità che il torneo abbia un vincitore (e non una vincitrice) saranno elevate.

La Legge 120/2011 - indicata anche come legge Golfo e Mosca - ha introdotto l’obbligo di equilibrare le rappresentanze di genere negli organi di governo e di controllo – consigli di amministrazione e collegi sindacali – delle società quotate. Tale legge ha determinato importanti risultati che evidenziano un significativo incremento della presenza femminile sia nelle società quotate in Borsa, sia nelle società controllate dalle Pubbliche Amministrazioni. Attualmente, però, molte società non rispettano i vincoli di legge e molte amministrazioni che devono procedere alla nomina degli organi di amministrazione e di controllo, lamentano la difficoltà di individuare in breve tempo le professionalità adeguate.

Per superare tali difficoltà presenti soprattutto nelle Regioni del Sud, è nata l’iniziativa PRORETE- PA, presentata presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo scorso 25 settembre 2015. (ProRetePA- http://prorete-pa.pariopportunita.gov.it).  Tale programma, cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), si prefigge azioni di supporto per le regioni che hanno difficoltà nella promozione della presenza femminile nei ruoli decisionali con la formazione di una banca dati di curricula femminili, grazie alla quale le Pubbliche Amministrazioni possono accedere con semplicità individuando le professionalità più adatte da inserire ai vertici delle società e degli enti da loro controllati.

Nel saggio di Chiara Saraceni- Le donne fanno paura (1997)- si legge che Judith Lorber, a proposito delle carriere femminili, ha provato ad esaminarle anche nell’ottica di un altro meccanismo noto ai sociologi: “l’Effetto Matteo”. Nel Vangelo secondo Matteo, Gesù dice che quelli che hanno fede aumentano la loro grazia e quelli che non ce l’hanno sprofondano sempre più nella dannazione, "perché a chiunque ha, sarà dato e sarà dato in abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".

In questo caso, secondo la Lorber, quelli che "hanno" ovviamente sono gli uomini, quelle che "non hanno" sono le donne. Rifacendosi pertanto alle molte analisi che dimostrano la lentezza e la difficoltà dei progressi femminili, la sociologa statunitense sostiene che le donne nel cammino che negli anni porta ai vertici finiscono per accumulare solo svantaggi ulteriori, agli iniziali svantaggi presenti, così come precedentemente sostenuto anche da Lazear e Rosen. Sono infatti escluse dal circolo virtuoso del prestigio, che tende così a moltiplicarsi e, soprattutto, del potere che richiama nuovo potere, che è appunto la magistrale intuizione e l’essenza rappresentata per le donne, dall’Effetto Matteo.

Dott.ssa Maria Ludovica Genna
Dott. Domenico Crea

Osservatorio Sanitario di Napoli 


29 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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