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Federfarma: “Troppe bugie sulle liberalizzazioni della fascia C”


“Se la ricetta esce dalla farmacia nessun risparmio e nessun aumento di posti di lavoro. Solo disagi per i cittadini”. Così l’associazione dei titolari di farmacia rispetto alle stime fornite in questi giorni sui possibili vantaggi della vendita della fascia con C con ricetta anche in corner e parafarmacie.

04 OTT - “Sono completamente errate, fuorvianti e strumentali le stime fornite in questi giorni dalle parafarmacie, secondo le quali consentire la vendita dei medicinali con ricetta in esercizi diversi dalle farmacie porterebbe all'apertura di 3.000-3.500 nuove aziende, a investimenti per 700 milioni di euro e alla creazione di 5.000-5.500 nuovi posti di lavoro, senza creare alcun danno all'efficienza del servizio farmaceutico”. Così Federfarma, in una nota diffusa alla vigilia del voto alla Camera del ddl concorrenza al quale sono stati presentati diversi emendamenti per liberalizzare la vendita della fascia C con ricetta.
 
“Più che una stima, ancorché ottimistica – dicono ancora i titolari di farmacia -  sembra un vero e proprio miracolo: la moltiplicazione dei pani e dei pesci”.
 
“Il consumo di farmaci con ricetta è anelastico – sottolineano - in quanto determinato dalla prescrizione medica: non è quindi pensabile un aumento dei punti vendita, e quindi dell'occupazione, a fronte di un fatturato addirittura in calo, com'è quello dei medicinali di fascia C con ricetta. Il trasferimento di fatturato dalle farmacie agli esercizi commerciali porterebbe alla chiusura di molte farmacie e quindi a una perdita di posti di lavoro, non a un aumento”.
 
“Un reale incremento dell'occupazione qualificata si avrà, invece – aggiunge Federfarma - con l'imminente apertura di 2.500 nuove farmacie, che porterà ad almeno 7.500 nuovi occupati, a seguito dei concorsi ultimati in tutte le Regioni, molte delle quali sono già alla fase di assegnazione delle nuove sedi, come avvenuto proprio oggi per il Piemonte”.
 
Ma per il sindacato dei farmacisti “anche la stima del risparmio derivate dalla vendita di medicinali con ricetta negli esercizi commerciali è errata” e ricorda come la stessa Aifa (vedi nostro articolo del febbraio scorso, ndr), “dati alla mano, ha dimostrato che la liberalizzazione dei medicinali senza ricetta non ha prodotto alcun risparmio per i cittadini e analoghe considerazioni ha formulato in riferimento all'ipotesi di consentire la vendita di medicinali con ricetta fuori dalla farmacia, esprimendo preoccupazione per gli effetti sul livello di tutela della salute derivanti da un aumento dei punti vendita”.
 
“A fronte di risparmi inesistenti – conclude Federfarma - i danni per i cittadini sarebbero certi e concreti. Infatti, i cittadini non disporrebbero più di un servizio capillare sul territorio”.

04 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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