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Protesta medici. Onotri (Smi): “Serve iniziativa unitaria, controproducente andare in ordine sparso”


Dopo l'annuncio dello stato di agitazione di Fimmg, Fimp, Snami e Sumai, per Pina Onotri  bisogna “fare un piccolo passo indietro rispetto alle beghe sindacali, perché è fondamentale per recuperare la dimensione unitaria della protesta e della proposta“. E propone: “Sarebbe importante una dichiarazione pubblica congiunta per lo stato di agitazione di tutti i sindacati medici, di tutte le aree contrattuali e delle convenzioni”.

15 OTT - Il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), che ha già annunciato lo stato di agitazione nella direzione nazionale dello scorso 26 settembre, e che ha sospeso ogni ulteriore iniziativa aderendo alla mobilitazione unitaria lanciata dalla Fnomceo, fa un appello a tutte le sigle sindacali “affinché si recuperi la dimensione politica unitaria e si punti sugli Stati Generali della professione medica del prossimo 21 ottobre per indire una grande protesta della categoria, dirigenti e convenzionati”.

Pina Onotri, segretario generale Smi, dopo la dichiarazione dello stato di agitazione di ieri di alcuni sindacati dell'area della convenzione, chiede “di mettere da parte le differenze e gli scontri di questi anni e di seguire la strada del dialogo indicata dalle istituzioni ordinistiche”.
“Perdere un poco del nostro protagonismo, fare in un momento di straordinaria gravità un piccolo passo indietro rispetto alle beghe sindacali, è fondamentale per recuperare la dimensione unitaria della protesta e della proposta - continua Onotri - sarebbe, per esempio, di grande importanza e di grande valore simbolico, una dichiarazione pubblica congiunta per lo stato di agitazione di tutti i sindacati medici, di tutte le aree contrattuali e delle convenzioni”.

Sulla base di queste considerazioni "mi auguro che dagli Stati Generali, il 21 ottobre, si lanci una protesta forte, coordinata e generale. Alla politica dobbiamo mandare un messaggio chiaro: è finito il tempo dei tavoli separati, degli accordi sottobanco, del divide et impera, i medici devono essere uniti contro i processi dissimulati di privatizzazione/esternalizzazione del Ssn e a difesa della sanità pubblica universale".

Ma anche per la modernizzazione e la riorganizzazione, con risorse adeguate, "dei servizi, per rispondere con efficacia alla mutata domanda di salute dei cittadini, puntando, però, sui medici e non sui burocrati designati dalle segreterie di partito e dai governatori regionali. Infine, per la lotta agli sprechi veri, quelli del binomio malapolitica/malasanità, altro che inappropriatezza delle prescrizioni, ma anche – conclude - per la difesa di una professione medica, bistrattata, oberata di compiti impropri, precarizzata. Su tutti questi principi siamo tutti d'accordo, basta volerlo. Se non ora quando”.
 

15 ottobre 2015
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