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Infermieri Dirigenti. De Filippo: “Ricominciare dall’esperienza del ministro Turco”. Ripartire con il Comitato nazionale delle scienze infermieristiche e ostetriche


La proposta lanciata dal sottosegretario alla salute in un messaggio inviato al Congresso del Comitato Infermieri Dirigenti, appena chiuso a Roma. Il Comitato fu istitutio dall'allora ministro della Salute Livia Turco. “Il Management infermieristico è mai strategico per all’attuazione delle scelte programmatorie”.

27 OTT - Tre giorni di lavoro da cui è emersa la volontà di costruire i presupposti per favorire e sviluppare un tavolo di condivisione sulla tematica della dirigenza infermieristica nel SSN, perché “i continui rinvii e le diverse posizioni regionali nei confronti dell’applicazione della L.251/2000 hanno inesorabilmente creato realtà in cui la dirigenza acquisisce più i caratteri e la soggettività di chi la voluta che una forma organizzativa e gestionale uniforme e autonoma”. È stato questo il punto centrale del XXI Congresso Nazionale del Comitato Infermieri Dirigenti svolto a Roma dal 22 ottobre al 24 ottobre alla presenza dei rappresentanti del Ministero della Salute, dei Presidenti della Federazioni Nazionali dei Collegi IPASVI, delle Ostetriche e dei Tecnici di Radiologia Medica, del Vice Presidente della FNOMCEO e dei presidenti della Associazioni delle professioni sanitarie.

Al Congresso è arrivato anche un messaggio del Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, che ha annunciato la ri-apertura del tavolo tecnico al Ministero della Salute per riprendere le fila del Comitato nazionale delle scienze infermieristiche e ostetriche che realizzò il governo Prodi 2 con il ministro Turco. Nel messaggio del sottosegretario, riferisce una nota, si sottolinea che il “management infermieristico” è quanto mai strategico per contribuire incisivamente all’attuazione delle scelte programmatorie previste dal Patto per la salute e dalle iniziative in corso di qualificazione della spesa sanitaria”. Tra i “sospesi” De Filippo cita, oltre all’attivazione delle specializzazioni previste già dall’art.6 della L.43/2006, la “ancora non completa e omogenea attuazione sul territorio nazionale dei servizi dell’assistenza infermieristica e ostetrica e delle loro funzioni e la conseguente  previsione dell’istituzione delle relative figure dirigenziali infermieristiche/ostetriche. L’attuazione della 251/2000 - scrive ancora De Filippo - investe ampi campi dell’organizzazione del lavoro in sanità, comprende problematiche di relazione ed integrazione tra le linee di comando infermieristiche e quelle mediche, come previsto dagli accordi contrattuali del comparto sanità che dovranno essere aggiornati dall’imminente rinnovo contrattuale. Per questo - afferma De Filippo, tenuto conto delle mie deleghe e competenze in materia di relazioni sindacali, ritengo opportuna l’istituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero della Salute, con la partecipazione di esperti designati anche dalle regioni e dalla Federazione dei Collegi IPASVI, che affronti queste problematiche ed elabori la proposta di linee guida per l’attuazione di quanto previsto dall’art.1 della L.251/2000 ovvero ‘l’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle relative funzioni; la revisione dell’organizzazione del lavoro, incentivando modelli di assistenza personalizzata”.

La Presidente dell’Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, commentando la lettera in sede congressuale, ha dichiarato che è necessaria un’area di “regolamentazione infermieristica” all’interno del Ministero della Salute, come avviene già per medici, farmacisti, veterinari e chimici. L’auspicio del Comitato Infermieri Dirigenti è quello di far parte del tavolo tecnico insieme alla Federazione IPASVI, “formando così una commissione permanente che analizzasse a tutto campo le problematiche della professione e i rapporti con i medici e le altre professioni con il riconoscimento delle competenze e la valorizzazione degli infermieri del SSN”.

I temi caldi del comma 566 della legge di stabilità e le realtà organizzative innovative come i reparti a conduzione infermieristica o il see and treat infermieristico hanno alimentato il dibattito che ha visto posizioni divergenti tra medici e infermieri ma anche la volontà di trovare punti di condivisione nel rispetto dell’appropriatezza delle prestazioni e della sostenibilità del sistema. “Così la Senatrice Annalisa Silvestro e Saverio Proia", dirigente del ministero della Salute, "hanno commentato e argomentato la relazione" del presidente Cid Nicola Barbato "sulla necessità di una dirigenza vicina al cittadino ove è necessaria la decisione e il corretto utilizzo delle risorse per dare risposte appropriate e veloci”, riferisce il Comitato Infermieri Dirigenti. Spiegando poi che “le numerose esperienze di direzione infermieristica, sia nel pubblico che nel privato accreditato,  le diverse espressioni della dirigenza delle professioni sanitarie, hanno contribuito ad alimentare il dibattito e la conoscenza reciproca di obiettivi e strategie per la risoluzione dei problemi organizzativi e manageriali che spesso ostacolano i processi clinici, assistenziali, diagnostici e riabilitativi”.

Tutti hanno convenuto nella centralità della persona e dei suoi bisogni per ri-considerare e quindi cambiare il sistema sanitario nazionale con particolare attenzione alla spesa sanitaria globalmente intesa e al rispetto dei livelli essenziali di assistenza; governare questo cambiamento è responsabilità e dovere dei Dirigenti, al fine di garantire un equo utilizzo delle risorse, nel rispetto “Costituzionale” della salute dei cittadini.

“Si è convenuto – spiega il Comitato - che la dirigenza nel SSN per le professioni sanitarie non è solo quella professionale dell’organizzazione e del management ma anche e soprattutto per la gestione e il governo di processi assistenziali, diagnostici, riabilitativi, formativi e di ricerca, della qualità e della gestione delle risorse. Questo sarà possibile attraverso la valorizzazione delle competenze già messe sul campo e di quelle future che saranno a breve implementate nei percorsi di specializzazione”.

Il Comitato Infermieri Dirigenti, attraverso il consiglio direttivo nazionale e i coordinamenti regionali, ha quindi ribadito la necessità “del dialogo e della relazione professionale con tutti gli attori del SSN, in tutti gli ambiti sia istituzionali che non, con le associazioni di cittadini e dei malati”. “Intendiamo favorire il cambiamento promuovendo l’innovazione e la ricerca, garantendo la continuità esperienziale fino ad ora utilizzata che ha prodotto risultati di risparmio economico e soddisfazione del cittadino”. Il progetto nell’immediato futuro è “lo studio di un nuovo modello di Dirigenza che integri e diversifichi quella organizzativa e formativa con quella professionale, gestionale e dei processi nella valorizzazione dei percorsi formativi; desidera inoltre condividere con le forse sindacali, l’ARAN e l’ENPAPI nuove forme contrattuali e previdenziali che sostengano i diversi livelli di dirigenza, al fine di consentire i percorsi di carriera degli infermieri e delle professioni sanitarie”.

Nella parte conclusiva delle giornate congressuali è stato presentato in Codice Etico dei Dirigenti Infermieristici Italiani, che si propone come linea guida di comportamento professionali dei dirigenti specialmente quando la decisione deve rispettare i valori di giustizia sociale ed equità.

27 ottobre 2015
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