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Assemblea Aiop. La parola ai giovani imprenditori della sanità: "Noi più efficienti ed economici del pubblico"


Intervista ad Averardo Orta, coordinatore di Aiop Giovani, che aprirà oggi pomeriggio a Torino la 46ª Assemblea Generale dell’Associazione dell'ospedalità privata italiana. Efficienza, rapidità di esecuzione e qualità: queste le parole d'ordine della nuova leva delle case di cura private. "Produciamo il 16% delle prestazioni del Ssn ma sulla spesa complessiva pesiamo solo il 7,4%. Tradotto: siamo più efficienti".

26 MAG - Iniziano oggi a Torino i lavori della 46ª Assemblea Generale dell’Associazione dell’ospedalità privata. A dare il “la” saranno i giovani dell’Aiop con un Convegno nazionale dedicato alla sanità elettronica. Abbiamo parlato con Averardo Orta, coordinatore Aiop Giovani, per capire le ragioni della scelta di questo tema e gli obiettivi futuri ai quali puntano i giovani imprenditori.

Dottor Orta, i giovani dell’Aiop crescono: oggi debuttate con i-Aiop un’applicazione per dispositivi mobili, che consentirà ai cittadini di prenotare le proprie prestazioni nelle vostre strutture a costo zero. L’e-health è la vostra sfida per il futuro?
L’implementazione dei sistemi informatici o del mondo di internet nella gestione dei servizi sanitari, di fatto, è già una realtà. La novità è che in questa partita ci proponiamo come soggetti attivi. Per questo abbiamo sperimentato i-Aiop, l’applicazione per piattaforma Apple, visualizzabile su i-phone e i-pad. È un inizio, non vogliamo solo farci spiegare dove sta andando il mondo raccogliendo informazioni passivamente, è nostra intenzione diventare protagonisti. L’obiettivo è quello di facilitare l’accesso dei pazienti alle strutture sanitarie più vicine, ma anche quello di gestire in maniera ottimale i percorsi diagnostico terapeutici. Le tecnologie oggi consentono di accentrare in un unico “ambiente elettronico” questo processo diagnostico terapeutico per consentire a tutti di seguirne lo svolgimento in tempo reale. Prevedendo errori e ritardi. Con la nostra applicazione quindi il cittadino potrà, navigando, individuare dove e quando avere una prestazione in tempi rapidi. Il tutto a costo zero a differenza di quanto avviene in alcuni Cup dove paradossalmente a causa degli alti costi di mantenimento del sistema, in percentuale la prestazione costa meno della prenotazione.

Sì, ma con i-Aiop il cittadino entra in contatto solo con le strutture private accreditate.
Ma noi siamo disponibilissimi a stringere un rapporto anche con la rete Cup, saremmo felicissimi di poter “pescare” anche da quei data base. In Italia i cittadini vogliono veder risolti propri problemi di salute prescindendo se l’erogatore è pubblico o privato accreditato.
 
Parliamo di politica sanitaria, quali sono le vostre strategie?
Aumentare l’efficienza con alti standard di qualità. Ma per arrivare a questo occorre conoscere i meccanismi del sistema. Per questo fin dall’inizio dell’attività Aiop Giovani ha cercato il confronto con le esperienze realizzate in altri Paesi. Anche in quelli non necessariamente più evoluti dal punto di vista del sistema sanitario, ma che comunque potevano rappresentare un modello interessante. Ci siamo fatti un’idea, che dal Giappone a Cuba, dall’America alla ricca Catalogna dall’Inghilterra alla Nuova Zelanda, quindi sia che i sistemi siano universalistici sia di diversa articolazione, il problema è sempre quello della finitezza delle risorse.

Questo è scontato, quindi?
Occorre diventare sempre più efficienti per raggiungere gli obiettivi a costi ridotti. E l’ospedalità privata ha queste caratteristiche: siamo infatti uno strumento indispensabile per il sistema. Dal Rapporto Aiop Salute è emerso che noi produciamo il 16% delle prestazioni del Ssn ma sulla spesa complessiva incidiamo per il 7,4%, con un peso medio delle prestazioni uguale a quello reso dalle strutture del servizio pubblico. Tradotto: siamo più efficienti. Per questo chiediamo al legislatore di sfruttare questa qualità, ma non per distrarre risorse dal pubblico e dirottarle sul privato per una logica imprenditoriale, ma per assolvere alle richieste dei cittadini.
 
Si spieghi meglio.
Una delle più grandi criticità del sistema sono le lunghe liste d’attesa. Un problema che chi può risolve pagando di tasca propria. Una soluzione in contraddizione con lo spirito universalistico e solidale del nostro Ssn. Siamo quindi di fronte ad una discriminazione alla quale noi possiamo dare risposte: siamo, infatti, uno strumento che il sistema può utilizzare per ridurre questo fenomeno. Abbiamo apparecchiature diagnostiche di ultimissima generazione. Penso a una nostra struttura a Bologna dove è appena stata attivata una Tac dalle caratteristiche avanzatissime, la prima in Italia la sesta in Europa. Queste macchine possono lavorare h24, peccato che acquistiamo un numero finito di prestazioni e allora le liste non riescono a essere smaltite. Noi ci offriamo per risolvere le criticità più eclatanti, sapendo che costiamo meno e offriamo un alto livello qualitativo. Soprattutto chiediamo di essere controllati. Proprio perché siamo consapevoli dei nostri livelli qualitativi a differenza dei pochi furbi che popolano il sistema screditandolo. In sostanza lo spirito dell’imprenditore è quello di crescere.
 
Anche quello di guadagnare …
Certamente. Ma ci sono due modi di guadagnare. Uno stupido, che è quello di guadagnare molto oggi; l’altro, più intelligente, di guadagnare poco in moltissimo tempo. Nella struttura di famiglia, in Emilia Romagna, abbiamo adottato quest’ultima filosofia. Reinvestiamo continuamente. Solo così possiamo offrire tecnologie di ultima generazione ed essere competitivi con le strutture d’eccellenza presenti nella nostra Regione. Se solo potessimo avere più spazio e utilizzare in toto le risorse umane e tecnologiche che abbiamo, potremmo fare molto di più per il sistema. A una nostra crescita corrisponderebbe un miglioramento per tutti.

Ester Maragò

26 maggio 2011
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