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I medici del San Camillo: “Sono anni che denunciamo una situazione intollerabile. Ma nessuno ha fatto nulla”

di Sandro Petrolati (Anaao)

Oggi la sofferenza di un figlio che ha dovuto assistere alla fine del proprio Padre nelle condizioni disumane del nostro Pronto Soccorso, che da anni denunciamo, mostrata senza veli, forse scuoterà qualcuna delle coscienze fino ad oggi sorde ad ogni nostro appello

06 OTT - “Per tre giorni percorrendo il corridoio che porta agli spogliatoi sulla distesa immorale ed ignobile di barelle e pazienti del nostro codice verde, ho visto una coppia di anziani lei sulla barella esausta disorientata lui in piedi che le reggeva la testa per mancanza di cuscini; lo sguardo di lui sono riuscita ad incrociarlo solo il terzo giorno speravo ci fosse rabbia e invece era un lago di desolazione...
Ho provato tanta vergogna. Vorrei che questo post fosse condiviso da tutti e che tutti provino vergogna anche chi non passa mai al codice verde.......”      
(Una Collega del Pronto Soccorso del San Camillo)
 
Nel 2008 la segreteria Anaao Assomed aveva manifestato i primi gravi allarmi sullo stato del Pronto Soccorso producendo un esposto alla magistratura che poneva in evidenza come “lo stazionamento delle barelle per oltre 24 ore” ponesse gravi problemi di gestione dei pazienti, e paventava il rischio che il Pronto Soccorso si trasformasse da struttura per la gestione, stabilizzazione delle emergenze ed invio del Paziente nel reparto idoneo a luogo di stazionamento e di cura. Oggi le 24 ore sono diventate anche 10 giorni……
 
Tutto quanto abbiamo detto, scritto, urlato, tutto quanto è apparso sui media in questi anni come denuncia del progressivo degrado del Pronto Soccorso è rimasto inascoltato. I tagli di posti letto e di personale sono continuati.
 
Nel febbraio 2012 appariva nella prima pagina di tutti i quotidiani la famosa foto del paziente rianimato e curato a terra per mancanza anche di una barella. Fece molto scalpore, ci tirammo addosso le ire e le accuse che addirittura avessimo falsificato le immagini, da parte di organi di governo regionale.
 
Nell’aprile 2014 scrivevamo sul LIBRO BIANCO sul San Camillo Forlanini:
“la madre di tutte le miopie è stata l’ipotesi che una valida gestione si potesse realizzare esclusivamente mediante la riduzione del numero dei posti letto e del personale”.
I risultati di queste politiche sono state la riduzione del 30% delle attività chirurgiche che ha penalizzato circa 3.000 cittadini/anno, la drastica riduzione dei posti letto di Medicina, la progressiva inesorabile riduzione del personale nei reparti e nei servizi. Cosa hanno prodotto? L’ingolfamento del PS, la riduzione dell’ospedale ad un “ospedale da campo” dedicato quasi esclusivamente a gestire le emergenze.
E’ a tutti noto infatti che la Regione ci individua come Hub (referente) per la gestione delle emergenze di tutte le specialità. E allora noi ricordiamo alla Regione che non deve dimenticare che per essere Hub occorrono anche adeguate risorse di uomini e posti letto”
 
Oggi la sofferenza di un figlio che ha dovuto assistere alla fine del proprio Padre nelle condizioni disumane del nostro Pronto Soccorso, che da anni denunciamo, mostrata senza veli, forse scuoterà qualcuna delle coscienze fino ad oggi sorde ad ogni nostro appello.
 
Perché non è più tollerabile il dolore che tutti, infermieri, medici, pazienti, congiunti, proviamo nel vedere lo scempio che da anni si sta perpetrando nell’indifferenza di Governo e Regioni a danno degli ospedali. Smantellati i reparti, depauperati di personale, di letti, di attrezzature, di tecnologia.
 
Sandro Petrolati
Segretario Anaao Assomed Azienda San Camillo Forlanini     

06 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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