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Consiglio nazionale Fofi. Mandelli: “No a logiche economicistiche e ai servizi estranei a competenza del farmacista. Ora un nuovo Documento sulla professione” 


Il presidente della Federazione ha lanciato l’iniziativa di una nuova carta che disegni il “modello dell’agire professionale”. Ribadito il giudizio negativo sul Ddl Concorrenza, la preoccupazione per l’esplosione della distribuzione diretta dei farmaci e per i livelli occupazionali dei farmacisti. LA RELAZIONE

21 OTT - Ribadito il giudizio negativo al Ddl Concorrenza, preoccupazione per l’esplosione della distribuzione diretta dei farmaci e per i livelli occupazionali dei farmacisti. Apprezzamento invece per il Ddl Lorenzin. Questi alcuni dei punti principali della relazione (approvata all'unanimità ndr.) del presidente della Fofi, Andrea Mandelli durante il Consiglio nazionale della Fofi.
 
Novità poi l’annuncio del presidente dell’inizio del lavoro per un nuovo Documento federale sulla professione (l’ultimo è datato 2006) perché, a prescindere dall’esito del DDl concorrenza lo scenario professionale è destinato a cambiare. Da qui l’esigenza di disegnare un “modello dell’agire professionale che vogliamo diffondere e far diventare il gold standard sul quale misurare l’operato di tutti noi”.
 
Ma andiamo per ordine. In primis il presidente ha ricordato il ruolo dei farmacisti e della Federazione per quanto riguarda il terremoto dello scorso 24 agosto. “È stata indubbiamente una prova non soltanto del valore dell’Associazione Farmacisti volontari – ha detto - , che lanciammo subito dopo il terremoto dell’Aquila, ma anche la prova di quanto ormai sia integrata nel dispositivo della Protezione Civile e quanto i responsabili della gestione dei soccorsi ormai considerino i farmacisti volontari una risorsa preziosa. Segnalo poi che la sottoscrizione lanciata dalla Federazione per raccogliere fondi da destinare a iniziative di solidarietà ha raggiunto quota di 68.100 Euro”.
 
Cuore pulsante della relazione il Ddl concorrenza. “Sul Ddl concorrenza siamo in una fase di stallo – ha detto Mandelli – e l’approvazione ci sarà dopo il referendum”. Ma a parte ciò “l’apertura alle società di capitali della titolarità della farmacia, e quindi il venir meno della riserva in favore del farmacista, è una soluzione che abbiamo sempre avversato. Come abbiamo detto con estrema chiarezza nel corso delle audizioni parlamentari, la FOFI conferma la sua contrarietà all’ingresso delle società di capitali nella gestione delle farmacie per l’impatto che questo può avere sulla continuità del servizio offerto fino a oggi ai cittadini dalla rete delle farmacie indipendenti, sull’autonomia professionale e le prospettive occupazionali dei farmacisti e infine perché controproducente ai fini dello stesso concetto di concorrenza”.
 
“Ma se è preoccupante la possibilità che si crei un oligopolio – ha precisato Mandelli -  e quindi il venire meno della concorrenza, questo non è il solo aspetto critico. Infatti in questa prospettiva potrebbero essere a rischio l’indipendenza professionale del farmacista, e quindi il rispetto degli obblighi deontologici. Potrebbe essere a rischio perché un farmacista che si trovi ad agire come una sorta di assistente alla vendita, inserito in una logica esclusivamente di marketing non può che venire meno ai valori della professione che vedono al primo posto la risposta al bisogno di salute del cittadino che non passa necessariamente attraverso la dispensazione di un medicinale o la vendita di un prodotto”.
 
Un nuovo documento sulla professione . “La Federazione degli Ordini – ha annunciato Mandelli - ritiene necessario proseguire con rinnovato impegno la promozione del ruolo professionale del farmacista in materia di aderenza alle terapie e di monitoraggio sull’uso del farmaco al fine di sostenere l’efficientamento della terapia e il maggior governo della spesa. E’ questa anche la via per contrastare la disoccupazione, come abbiamo indicato fin dal documento federale sulla professione del 2006. Ed è per questo che respingiamo con forza la prospettiva di una farmacia che svolge servizi estranei alla finalità sanitaria e alla competenza professionale, come il pagamento delle utenze o altre attività analoghe”.
 
E per queste ragioni il presidente Fofi ha annunciato che “di fronte alla gravità della situazione, qualunque sia la conclusione dell’iter del DdL, è indispensabile dare un nuovo forte impulso al processo di ridefinizione della figura del farmacista. Vogliamo lanciare per questo un nuovo documento federale della professione a 10 anni di distanza dal primo. Vogliamo organizzare e standardizzare le buone pratiche della professione, in modo da creare una demarcazione netta tra chi vi si adegua, e opera come un professionista della salute, e chi fa scelte differenti, uscendo dal ruolo del farmacista che opera all’interno di una struttura, la farmacia, che è innanzitutto un presidio sanitario”.
 
Per Mandelli è “fondamentale procedere in questa direzione perché, nell’ipotesi che il farmacista si trovi a operare in un contesto diverso da quello della farmacia retta da un altro professionista, deve poter contare su un bagaglio di capacità e conoscenze che ne valorizzino l’operato, ma anche su una guida cui affidarsi anche dal punto di vista dell’etica professionale, del rapporto fiduciario con il cittadino. Questo nuovo documento dovrà rappresentare la summa delle buone pratiche, quelle che costituiscono il cuore dell’agire professionale, che non possono essere disattese in nessun contesto, si tratti di una farmacia gestita dal singolo professionista o parte di una catena. Regole che non possono essere ignorate né in nome della concorrenza né in nome del profitto. Un modello dell’agire professionale che vogliamo diffondere e far diventare il gold standard sul quale misurare l’operato di tutti noi. Abbiamo già avviato questo lavoro e vi aggiorneremo sui suoi progressi”.
 
Problema occupazionale. “In  questo scenario si assiste al perdurare dello squilibrio tra il numero dei farmacisti che Servizio sanitario e Comparto del farmaco possono assorbire e i professionisti laureati ogni anno – ha sottolineato - . Questa tendenza, come abbiamo illustrato anche alla scorsa edizione di Farmacista Più, determina ogni anno un saldo di oltre tremila professionisti “in esubero” destinati a costituire un esercito di disoccupati disposti ad accettare condizioni di lavoro al ribasso. Anche in questo caso non mancano esempi negli altri paesi europei”.
 
Distribuzione diretta. “Un altro aspetto che si inscrive nella progressiva erosione delle funzioni del servizio farmaceutico è la distribuzione diretta dei medicinali – ha ricordato Mandelli - . Come riportano anche i dati OsMED 2015 la spesa per i farmaci in distribuzione diretta e per conto è aumentata del 51,4%, mentre è stato registrato un contenuto decremento della spesa farmaceutica convenzionata netta (-1,4%); le rilevazioni relative al primo semestre di quest’anno confermano la tendenza, così come confermano il calo della convenzionata netta: -4,7% rispetto al primo semestre 2015. Appare chiaro che ormai la distribuzione diretta sta distorcendo sempre più gravemente le dinamiche del comparto, perché genera un volume sempre maggiore e per l’irrazionalità con cui viene applicata. All’interno di una stessa Regione si presentano situazioni differenti, spesso in contrasto con accordi presi a livello centrale. E’ il caso dell’Emilia Romagna e in particolare dell’ASL di Rimini.  Ed è partendo da quest’ultimo caso che io e Senatore D’Ambrosio Lettieri abbiamo presentato un’interrogazione al Ministero della Salute”.
 
Bene Ddl Lorenzin, meno il Codice degli appalti. Positivo invece il giudizio sul Ddl per “la maggiore autonomia riconosciuta all’Ordine professionale per alcune materie, l’adeguamento alle mutate necessità della materia disciplinare e altro ancora. Tuttavia questo contrasta con altri provvedimenti, come il nuovo Codice degli Appalti Pubblici, che vanno invece a rendere più complicata l’attività delle rappresentanze professionali”.
 
Le conclusioni. “Indipendentemente da chi la possiede una farmacia svolge la sua funzione di tutela della salute solo a queste condizioni. Ed è alla rappresentanza professionale che spetta farsi garante della difesa e della crescita di questo patrimonio comune a tutela della collettività e della comunità dei farmacisti. Non siamo un attore economico, un player, come dicono i giornali, ma siamo il custode del capitale più importante quando si tratta di operare per la salute pubblica: il capitale umano. In questo momento di grandi cambiamenti e grandi incertezze, ho voluto condensare in questa relazione il senso e l’impegno della sfida che abbiamo di fronte, ma rappresentare, soprattutto, la voglia di guardare con fiducia al nostro futuro”.

21 ottobre 2016
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