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“Le parafarmacie sono state un’illusione, vanno superate riaprendo il concorsone. Puntare sulla professione e la capacità di fare rete per non soccombere ai grandi capitali”. Parla il neo presidente di Federfarma, Marco Cossolo

di Giovanni Rodriquez

Prima intervista al nuovo presidente dopo il cambio di vertice al sindacato dei titolari di farmacia. In agenda il rilancio della faramcia italiana, a partire da un nuovo sistema di remunerazione che valorizzi l'atto professionale e l'apertura immediata delle trattive per il contratto dei dipendenti di farmacia ai quali Cossolo chiede di "sospendere l'agitazione in programma per il mese di giugno". Sulle parafarmacie il neo presidnte non ha dubbi, sono state una illusione per i più "che ha prodotto solo ulteriore arricchimento per chi aveva posizioni già solide e possibilità di investire"

01 GIU - Le parafarmacie sono state una grande illusione, e il decreto con il concorso straordinario per l'apertura di nuove sedi farmaceutiche può essere rivisto per risolvere il problema. Quanto alla professione, si dovrà puntare sulla professionalità del farmacista, sul suo rapporto con i pazienti e la capacità di far rete per rispondere in maniera adeguata alla sfida dei grandi capitali. Infine, già dalla prossima settimana, verrà nominata una commissione incaricata di aprire un tavolo di discussione con i sindacati per il rinnovo dei contratti dei dipendenti di farmacia.
 
A parlare è Marco Cossolo, neo presidente di Federfarma che, in questa prima intervista dopo la vittoria alle ultime elezioni del sindacato dei titolari di farmacia, fa il punto sul presente e il futuro della professione.
 
Presidente Cossolo, qual è la sua visione del settore farmacia, quali le principali problematiche che dovrà affrontare e da cosa è nata la decisione di candidarsi contro Racca?
La mia non è stata una candidatura contro la Racca. La decisione è nata da una visione diversa riguardante sia la gestione del sindacato che le modalità con le quali affrontare alcune importanti problematiche del settore. Quanto alla mia visione della farmacia, credo che siamo di fronte a delle sfide che possono diventare delle grandi opportunità. Starà a noi ora coglierle riducendo al minimo le possibili criticità. L'errore che dobbiamo assolutamente evitare è quello di restare fermi senza adeguarci ai cambiamenti che ci stanno prepotentemente investendo.
 
Immagino che il riferimento sia al ddl concorrenza e dunque all'apertura del settore ai grandi capitali.
Certamente, questo è un cambiamento epocale. Ora io non so bene quale sarà il destino di questo provvedimento. C'è però da dire che la strada che si intraprenderà nei prossimi anni è già stata delineata in quel disegno di legge. Dobbiamo dunque prepararci a questo cambiamento epocale sia puntando sui nostri punti di forza, quali ad esempio la professionalità del farmacista ed il suo rapporto con il cittadino, che migliorando il nostro approccio all'organizzazione e all'aspetto manageriale dell'impresa farmacia. Se c'è una cosa che possiamo imparare da quanto già accaduto in realtà diverse dalla nostra è la capacità di fare rete. Si deve evitare di rimanere isolati per non soccombere all'ingresso dei grandi capitali nella farmacia.
 
Altro problema annoso è quello delle parafarmacie. Come pensa che possa risolversi?
Dobbiamo aprire un dialogo con questi colleghi. Devono capire che le parafarmacie sono state una grande illusione che ha prodotto solo ulteriore arricchimento per chi aveva posizioni già solide e possibilità di investire. Tra questi si contano anche diversi farmacisti, cosa che non posso far altro che stigmatizzare. Il naturale sbocco per le legittime ambizioni di questi colleghi sta nel canale farmacia. Dobbiamo quindi studiare nuove regole per riuscire a far sì che questa esperienza possa chiudersi riportando la situazione alla normalità, senza però penalizzare i colleghi che hanno queste stesse aspettative.
 
Qual è il suo giudizio sul concorso straordinario per l'apertura di nuovi sedi farmaceutiche? Ad oggi ne sono state aperte circa 400 sulle  2000 previste.
In alcune realtà sono state aperte tutte quelle farmacie che dovevano aprire. Penso però che la più grande incongruenza di questo provvedimento sia stata quella di affidare ai sindaci, spesso in una posizione di conflitto di interessi, la gestione sulle aperture delle nuove sedi. Credo che, dopo che si saranno chiuse le procedure nelle Regioni più importanti, si potrà rivedere questo decreto anche alla luce del possibile superamento delle parafarmacie. Questa potrebbe essere una soluzione per dare una risposta al problema.
 
Passiamo al sistema di remunerazione, nel programma si parla di un sistema che valorizzi l’atto professionale del farmacista e non solo il “valore” farmaco. Di questo si parla da tantissimi anni, ma qual è il problema per il quale fino ad oggi non si è fatto? 
Credo che la remunerazione affossata nel 2012 avrebbe potuto risolvere diversi problemi. Resto convinto, come scritto nel nostro programma, che si debba valorizzare l’atto professionale del farmacista. Allo stesso tempo credo che fino ad oggi questo non sia avvenuto per la mancanza di un progetto. Dovremo fare una proposta serie che affronti anche questo punto.
 
Una delle prime partite aperte per il sindacato sarà il rinnovo del contratto per i dipendenti farmacie, cosa accadrà?
Posso dirle che già il prossimo martedì il Consiglio si riunirà per nominare una commissione che avrà l'incarico di aprire un tavolo con i sindacati. Tutto questo avverrà a pochi giorni dalla mia elezione. Visto l'atto repentino di attenzione nei loro confronti, mi aspetterei un gesto di apertura anche da parte dei sindacati con una sospensione dell'agitazione programmata nel mese di giugno.
 
Giovanni Rodriquez

01 giugno 2017
© Riproduzione riservata

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