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Contratti. Fials scrive al ministro Madia e a Gasparrini (Aran): “Chiudere subito gli accordi per i dipendenti pubblici”


Il segretario del sindacato Carbone chiede “di avviare con urgenza la ripresa dei tavoli contrattuali e chiudere il tutto intorno a metà dicembre, perché dopo la firma all'Aran i contratti devono tornare sui tavoli di Governo e Corte dei Conti per le verifiche finali e dare, quindi, la possibilità ai dipendenti di ricevere le retribuzioni con la mensilità almeno di febbraio 2018”.

25 OTT - “Occorre ormai chiudere i contratti nazionali di lavoro per i dipendenti pubblici, non vi sono ulteriori ragioni per rallentare il negoziato”.
 
Così Giuseppe Carbone, Segretario Generale della FIALS, in una nota al Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e al Presidente dell’ARAN Sergio Gasparrini.
 
“Ormai resta delineata, scrive Carbone,  la bozza della legge di bilancio 2018 che prevede ulteriori fondi per i rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici utili a garantire gli aumenti da 85euro mensili oltre il bonus 80 euro a chi rischia di perderlo, senza restare escluso, anche, un finanziamento aggiuntivo”.
 
“Il ruolo svolto dai dipendenti del SSN è prezioso, la loro valorizzazione e il riconoscimento della dignità della loro professione è importante, afferma Carbone, ed è per questo che la FIALS è impegnata al rinnovo del loro contratto, bloccato ingiustamente per troppo tempo”.
 
“Se nell’ultima bozza della legge di bilancio 2018 si trovano già le risorse economiche per adeguare le loro retribuzioni stipendiali secondo l’accordo del 30 novembre 2016, comunque insufficienti per recuperare la perdita salariale che si è accumulata per effetto del blocco della contrattazione collettiva ormai ferma dal 2009, come FIALS, afferma Carbone, siamo impegnati per cercare quelle da porre nella parte variabile della retribuzione per gli aspetti legati all’evoluzione di tutte le professioni, alla produttività e ai passaggi di fascia”.
 
“Senza dimenticare che la perdita del potere di acquisito delle retribuzioni dal 2009 ad oggi si aggirerebbe intorno al 15% e mediamente: dai 150 ai 250 euro netti in meno in busta paga. Occorre dare risposte convincenti all'emergenza stipendiale che colpisce tutto il personale della sanità e riteniamo, dichiara Carbone, che le Regioni pongano sul tavolo contrattuale risorse aggiuntive sulla retribuzione accessoria per garantire i percorsi di carriera e le trasformazioni in atto, con le nuove competenze professionali, nel campo dell’assistenza agli utenti”.
 
“Se la questione centrale rimane quella degli incrementi retributivi, prosegue Carbone, vi é un' altro tema di non poco conto che dobbiamo affrontare al tavolo negoziale: la inderogabilità delle norme di legge da parte della contrattazione collettiva, le corrette relazioni sindacali. Nell'accordo del 30 novembre il governo si era impegnato a ripristinare la supremazia del contratto rispetto alla legge. Ma ciò è avvenuto solo in parte”.
 
“Il decreto Madia ha effettivamente previsto nuovamente la possibilità di derogare le norme di legge con i contratti. Ma ciò riguarda solo le assenze tipiche. Perché nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, della mobilità, all’organizzazione del lavoro, la contrattazione collettiva è consentita nei limiti previsti dalle norme di legge. Tutto ciò, citaCarbone,rimane un nodo politico che sicuramente inciderà nella trattativa”.
 
“Di non poco conto, continua il Segretario Generale della FIALS, vi è l'incognita dei maggiori costi collegati alla necessità di rimuovere le disparità di trattamento tra personale di ruolo e non di ruolo in materia di assenze e permessi e, soprattutto, in materia di riconoscimento dell' anzianità di servizio ai fini delle retribuzioni”.
 
“Infine, il primo punto da focalizzare nell’avvio della trattativa per il personale del comparto sanità, sarà la partita fisso-variabile”, afferma ancora il segretario della FIALS, che sottolinea come la trattativa “dovrà affrontare una domanda semplice  nei  contenuti  ma complicata nella risposta: quanti degli 85 euro lordi devono andare sul tabellare, la quota fissa dello stipendio e quanti vanno invece destinati alla parte variabile relativa alle indennità, straordinario, produttività, passaggi di fascia e percorsi di carriera”.
 
“La FIALS, dichiara Carbone, ha subito richiesto di mettere tutto sul tabellare per recuperare parte di quanto perduto in termini di potere d’acquisto delle retribuzioni; la direttiva "madre" della Funzione pubblica, che fissa i principi da accogliere in tutti i comparti, indica invece una prospettiva diversa, e chiede di seguire nella distribuzione degli aumenti la divisione attuale tra stipendi e indennità: oggi in media il tabellare copre l' 85% della busta paga”.
 
In conclusione della propria nota, Carbone chiede al Ministro Madia e al Presidente dell’ARAN Gasparrini “di avviare con urgenza la ripresa dei tavoli contrattuali e chiudere il tutto intorno a metà dicembre, perché dopo la firma all'Aran i contratti devono tornare sui tavoli di Governo e Corte dei Conti per le verifiche finali e dare, quindi, la possibilità ai dipendenti di ricevere le retribuzioni con la mensilità almeno di febbraio 2018”.

25 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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