Ddl Lorenzin. Podologi: “Vogliamo anche noi l’Albo professionale”
Il presidente Mauro Montesi: "L'Associazione italiana podologi combatte da oltre 30 anni contro ogni forma di abusivismo professionale, che oltre a minare l’immagine e la dignità della professione, nuoce gravemente alla salute di ignari cittadini, spesso non consapevoli del pericolo che può rappresentare per la loro salute un 'falso professionista'”.
20 NOV - “Le professioni sanitarie attendono da anni l’approvazione di una legge che possa risolvere le principali problematiche che impediscono un concreto e sostanziale sviluppo del loro ruolo all’interno del Ssn. Mi riferisco in particolare alla costituzione di Albi e Ordini, necessari per disciplinare le professioni sanitarie e mettere un freno al sempre più dilagante fenomeno dell’abusivismo professionale. L’Aip, come associazione rappresentativa dei Podologi combatte da oltre 30 anni contro ogni forma di abusivismo professionale, che oltre a minare l’immagine e la dignità della professione, nuoce gravemente alla salute di ignari cittadini, spesso non consapevoli del pericolo che può rappresentare per la loro salute un 'falso professionista'. L’istituzione di un Albo dei Podologi rappresenterebbe una valida soluzione a questo problema”.
Questo il commento del presidente Aip
Mauro Montesi.
"Ma altrettanto importante - commenta il Presidente Montesi - è l’aggiornamento dei profili professionali. Il profilo originario del podologo risale al 1994 (DM 666). La professione negli ultimi 20 anni ha vissuto una sostanziale evoluzione in termini di specializzazione e ampliamento degli ambiti di intervento, frutto di una formazione più approfondita e di nuovi bisogni dei pazienti. L’obiettivo della Podologia oggi è uniformarsi a profili più complessi, come quelli in vigore nei Paesi Europei più evoluti (come UK e Spagna) introducendo nuove competenze, come la microchirurgia del piede e l’anestesia locale. L’adeguamento del profilo consentirebbe inoltre ai professionisti italiani di confrontarsi con i colleghi europei in un mercato del lavoro ormai sempre più aperto e competitivo", conclude.
20 novembre 2017
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