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Pistoia. La collaborazione tra medici e farmacisti serve a cambiare il sistema


Due giorni di confronto in occasione del corso abbinato al progetto Abbiamo a cuore il tuo cuore. E sul protocollo con le Poste per la consegna dei farmaci a domicilio, il responsabile politiche del farmaco della Toscana afferma: “Solo uno studio di fattibilità”.

28 OTT - Per cominciare, i numeri: sono più di 110 i farmacisti che hanno partecipato al corso Ecm abbinato al progetto Abbiamo a Cuore il Tuo Cuore lanciato dall’Ordine dei Farmacisti e da quello dei medici di Pistoia, e 64 (su 79) le farmacie che hanno aderito al progetto sperimentale “ma il numero è destinato a salire ulteriormente” ha detto Andrea Giacomelli, presidente dei farmacisti pistoiesi. “Un segno dell’interesse che riscuote l’innovazione nell’assistenza sul territorio e anche della grande collaborazione che da sempre c’è nella nostra provincia tra medici e farmacisti”.

Il progetto, presentato il 20 ottobre, prevede la sperimentazione di un sistema telematico grazie al quale le farmacie ricorderanno via sms, ai pazienti in trattamento con le statine, quando è il momento di tornare dal proprio medico per ripetere la prescrizione.

Nelle condizioni croniche, come ha ricordato Ettore Saffi Giustini, responsabile dell’area farmaco della Simg, il danno maggiore in termini di salute ed economici, è dovuto alla scarsa adesione alla terapia. Nel caso delle statine, ancora oggi si assiste a un certo sottotrattamento da parte del medico di alcune popolazioni, per esempio i diabetici, ma soprattutto vi è una forte percentuale di abbandono della cura da parte del paziente: anche in chi ha già subito un infarto non è lontano dal 50%, cioè molto –troppo- alto.

“In letteratura - ha osservato Saffi Giustini - è provato che garantire l’aderenza alla terapia può avere un impatto superiore a quello dei miglioramenti nei singoli trattamenti”.

“Nei dodici mesi della nostra sperimentazione, puntiamo proprio a migliorare l’adesione alla terapia attraverso il coinvolgimento del paziente nel colloquio in farmacia e attraverso il ricorso alla metodica dell’Health Mobile, cioè del telefono cellulare, che non è un gadget ma ha dimostrato la sua efficacia come strumento di contatto” ha aggiunto Giacomelli. “Vista la sua grande diffusione in Italia ci è sembrato il mezzo più adeguato”.

La seconda sessione del Corso, svoltasi ieri, è stata però l’occasione per affrontare alcune tematiche sanitarie cruciali, grazie anche alla partecipazione ai lavori del Direttore generale dell’Asl 3 pistoiese Alessandro Scarafuggi e del responsabile delle politiche del farmaco della Regione Toscana, Loredano Giorni.
Intanto, è stato ribadito il ruolo della farmacia come “presidio sanitario, così come prevedeva già la Legge 833 che ha istituito il Servizio sanitario nazionale” ha introdotto Scarafuggi, per poi sottolineare che la collaborazione tra farmacisti e medici di famiglia, gli altri attori principali sul territorio, non è solo fondamentale per il miglioramento diretto dell’assistenza, ma anche “per promuovere un cambiamento culturale all’interno della collettività delle figure sanitarie, e per sviluppare una diversa competenza della popolazione, che è la chiave per la sostenibilità del sistema”.

Una sostenibilità, insomma, che passa attraverso una riqualificazione della domanda di salute e, quindi, anche attraverso un maggiore impegno diretto del cittadino. A cominciare dalle malattie croniche, ovviamente, per le quali è più facile fare programmazione e, soprattutto, toccano una popolazione numericamente importante, pur nella diversa prevalenza delle principali patologie (diabete,  malattie cardiovascolari…), con un forte impatto sulla spesa sanitaria.  

Da questo primo test dedicato alla terapia con le statine, dunque, può nascere una serie di altre iniziative che vedano l’alleanza sul territorio tra farmacisti e medici di medicina generale. “Le farmacie, per esempio, tengono traccia di aspetti che al medico sfuggono - ha suggerito Maurizio Picconi, presidente di Federfarma Pistoia - non soltanto il ricorso al farmaco da banco, e sempre più spesso a integratori e altri prodotti, ma anche il ricorso del paziente ad altri medici, o allo specialista, anche al di fuori del riferimento da parte del suo medico di fiducia. Insomma quello che chiamiamo il vissuto farmacologico sul quale il farmacista può operare nell’ambito della pharmaceutical care” senza invadere le competenze altrui ma condividendo i dati.

Positivo anche il giudizio di Loredano Giorni: “Tra gli indicatori di qualità su cui valutiamo l’operato delle ASL vi è anche il tasso di abbandono della terapia per alcune classi di farmacia. Il progetto che parte ora, dunque, va nella stessa direzione in cui opera la Regione Toscana”. Giorni ha anche apprezzato il fatto di aver visto dialogo tra medici e farmacisti, un elemento indispensabile anche “perché la crisi attuale impone di ripensare tutto il sistema”. Un ripensamento che non va inteso in termini di tagli e riduzione delle prestazioni ma di ricerca dell’appropriatezza. Solo riorientando la prescrizione dei sartani sulle molecole off patent, peraltro ritenute più che adeguate alla quasi totalità dei casi , ha esemplificato Giorni,  la Toscana potrebbe risparmiare trenta milioni di euro con i quali si possono fare molte cose.

Ovviamente, vista la platea e l’interlocutore, non è mancato un accenno al cosiddetto accordo con le Poste per  la consegna a domicilio di farmaci ad alcune categorie di pazienti. “Si tratta di uno studio di fattibilità - ha chiarito Giorni - che potrà concludersi con un esito positivo o negativo, così come è possibile che siano le Poste ad attuare il servizio o altri soggetti, anche le stesse farmacie, che presentino un progetto migliore”. Insomma, c’è spazio per le proposte.

Maurizio Imperiali
 

28 ottobre 2011
© Riproduzione riservata

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