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Un nuovo modello di programmazione delle risorse umane in medicina generale

di Claudio Cappelli

Numerosi studi stanno evidenziando lo stato attuale di carenza dei medici di medicina generale nelle diverse regioni. Queste ricerche hanno il merito di identificare la “riserva attiva” di medici in graduatoria regionale che subentrerà ai medici pensionandi. Ma si limitano a fotografare la situazione attuale senza identificare misure correttive per gli anni a venire; mancano inoltre di una visione nazionale. LO STUDIO

17 MAG - Numerosi studi da parte di FIMMG stanno evidenziando lo stato attuale delle regioni sulla carenza dei medici di medicina generale attraverso lo studio dinamico delle graduatorie di assistenza primaria, andando ad individuare il comportamento dei medici iscritti nelle suddette graduatorie e identificando i medici "attivi" ovvero realmente interessati all'accesso alla professione. Il primo studio in tal senso è stato quello della FIMMG Emilia, seguito dalle Marche, che aveva verificato e dimostrato tale teoria. 
 
Recentemente anche FIMMG Piemonte ha analizzato le graduatorie piemontesi identificando la carenza in proiezione da qui a oltre 10 anni.  Lo studio marchigiano mostrava inoltre come anche il raddoppio delle borse di formazione a partire già da quest'anno, fosse insufficiente a colmare questo gap nel breve periodo. 
 
Il principale merito che hanno questa tipologia di studi, è quello di identificare la “riserva attiva” di medici in graduatoria regionale che subentrerà ai medici pensionandi. 
 
Il limite invece di questi e dei prossimi che andranno a integrarsi con le medesime modalità, sta nel limitarsi a fotografare la situazione attuale senza però identificare e stabilire misure correttive per gli anni a venire, al fine di evitare nuovamente, magari fra 30 anni, la stessa situazione. Mancano inoltre di una visione globale o meglio nazionale, in quanto ogni studio fa riferimento alla propria regione e alle proprie future carenze, e soprattutto non tengono conto della continuità assistenziale. 
 

Quest’ultimo aspetto è importante in quanto tenere conto della continuità assistenziale assieme all’assistenza primaria significa valutare in toto il comparto “Cure Primarie”.   
 
In questo studio si cerca di identificare il numero di borse da contingentare per ogni regione come numero di borse “ideale" e il metodo per stabilire tale contingente numerico, di quantificare le risorse necessarie sia a livello regionale che nazionale e di valutare le performance regionali sulla base della programmazione risorse umane di assistenza primaria sulla media dell'ultimo quinquennio (2013-2017).
 
LEGGI LO STUDIO INTEGRALE
 
Claudio Cappelli
FIMMG CA – Marche

17 maggio 2018
© Riproduzione riservata

Allegati:

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