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Aggressioni medici. Anche il Cemec (San Marino) si occuperà della materia

di Domenico Della Porta

Si tratta di una scelta da non sottovalutare se si considera che il Cemec pone al centro della propria mission lo studio della Medicina delle Catastrofi. Per l'Agenzia europea la presenza del Rischio Aggressione nell’ambito sanitario è un dato di fatto certo e preoccupante. Non a caso gli ambienti maggiormente a rischio, sempre secondo l’Agenzia Europea, si concentrano prevalentemente nel settore dei servizi

06 GIU - A 30 anni dalla sua istituzione il CEMEC, Centro Europeo per la Medicina delle Catastrofi, struttura del Segretariato di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino, che opera sotto l’egida del Consiglio d’Europa e dell’OMS, ha allargato i campi di interesse anche alla prevenzione delle aggressioni e violenze che si registrano nel mondo della sanità nei Paesi più industrializzati, tra cui anche l’Italia. Si tratta di una scelta da non sottovalutare se si considera che il Cemec pone al centro della propria mission lo studio della Medicina delle Catastrofi.
 
La disciplina nasce dal bisogno di unificare le esperienze e le competenze di specialisti che partecipano con vario titolo all’organizzazione sanitaria in caso di maxiemergenza ed ha come compito quello di divulgare un concetto di medicina diversa da quello tradizionale, caratterizzato da problematiche specifiche e strettamente coinvolgenti anche operatori non sanitari, perché siano in grado di rispondere correttamente e professionalmente ad un evento eccezionale che preveda il loro coinvolgimento.
 
Le aggressioni e le violenze in sanità hanno raggiunto un livello tale da essere considerate dagli esperti del Cemec un vero e proprio attentato all’attività lavorativa svolta da prestatori d’opera chiamati a svolgere una funzione sociale delicata nel mondo assistenziale. Il Cemec, ha detto Enrico Bernini Carri, generale medico della riserva dell’Esercito Italiano, presidente della struttura, persegue la missione di mitigare le conseguenze dei disastri naturali, antropici e  tecnologici attraverso la diffusione della cultura della medicina dei disastri  e la formazione degli operatori dell'emergenza.
 
Negli ultimi decenni le organizzazioni internazionali, le autorità e le istituzioni  nazionali hanno riscontrato la necessità di trovare risposte coordinate e maggiore collaborazione per affrontare i sempre piu’ frequenti e gravi disastri,  siano essi naturali o causati dall’uomo. Abbiamo avviato nella Regione Molise, prima in Europa, un Corso orientativo per l’adozione di un comune linguaggio per la gestione delle maxiemergenza, ha aggiunto, con ottimi risultati, che potrebbe essere utilizzato anche per intervenire con azioni mirate sulla prevenzione delle aggressioni in sanità.
 
Con i corsi organizzati a San Marino dal Cemec formiamo i vari attori che vengono coinvolti per limitare le conseguenze di una catastrofe a gestire gli interventi immediati, scongiurando, come di solitp si verifica, una sproporzione, una inadeguatezza tra i mezzi di soccorso immediatamente disponibili e le reali necessità generate dalle conseguenze dell’avvenimento. I termini 'violenza' e 'aggressione' non sono presenti nel testo del D.Lgs.81/08, anche se appare ovvio che debbano essere considerati nella valutazione del rischio, in quanto, il Datore di Lavoro è per l'appunto tenuto a valutare 'tutti i rischi' presenti sul luogo di lavoro.
 
Il D.Lgs.81/08 sulla sicurezza dei lavoratori e degli ambienti di lavoro è sostanzialmente centrato sulla 'salvaguardia' del lavoratore e del suo posto di lavoro, pur considerando che nella lingua italiana con il termine 'sicurezza' si finiscono con il considerare due aspetti ben diversi che, in modo più appropriato, la lingua inglese definisce in modo separato: la 'safety', che identifica la sicurezza che si occupa della tutela fisica e morale dei lavoratori all’interno dell’azienda e dei clienti che a vario titolo frequentano i luoghi dove l’organizzazione svolge la propria attività, e la 'security', che invece identifica le tematiche concernenti la tutela del personale e dei beni aziendali dall’attacco di terzi. Si potrebbe pertanto infine osservare che la presenza di guardie armate nelle strutture sanitarie (security) riduce il rischio aggressione, ma non elimina l’obbligo del Datore di Lavoro di applicare il D.Lgs.81/08 (safety).
 
L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro si è occupata in modo esplicito del Rischio Aggressione producendo tre factsheets, consecutivi e tra loro collegati. Infatti per gli esperti di sicurezza il loro ordine cronologico non è casuale: la scheda informativa n. 22 fornisce una guida all'applicazione della valutazione e della prevenzione dei rischi allo stress di origine lavorativa (dichiarando tale valutazione utile anche per affrontare le problematiche legate alle violenza sul posto di lavoro); invece la scheda informativa n. 23 tratta il tema della violenza 'interna' all'ambito lavorativo, ovvero le vessazioni (mobbing); infine la scheda informativa n. 24 tratta il tema della violenza ‘esterna’, specificando che comprende generalmente "gli insulti, le minacce o le forme di aggressione fisica o psicologica praticate sul lavoro da soggetti esterni all'organizzazione, ivi compresa la clientela, tali da mettere a repentaglio la salute, la sicurezza o il benessere di un individuo".
 
In sostanza, per l'Agenzia europea la presenza del Rischio Aggressione nell’ambito sanitario è un dato di fatto certo e preoccupante. Non a caso gli ambienti maggiormente a rischio, sempre secondo l’Agenzia Europea, si concentrano prevalentemente nel settore dei servizi, in particolare le organizzazioni che operano nei settori della sanità, dei trasporti, del commercio, della ristorazione, nel settore finanziario e nell'istruzione. Tuttavia nei paesi dell'UE si cita spesso il settore delle cure sanitarie come uno dei più colpiti.
 
Ecco perché nel Documento suddetto viene precisato che “Il sistema di gestione dei rischi non è, naturalmente, un elegante volume né un espediente per sottrarre le aziende alla responsabilità civile come si potrebbe pensare dalle presentazioni che ne fanno molti sedicenti esperti. L’essenza del processo di gestione dei rischi è la definizione delle responsabilità e dei compiti di tutte le persone interessate alla prevenzione…i cui punti devono essere periodicamente e sistematicamente verificati a garanzia reale del continuo controllo e della progressiva riduzione dei livelli di rischio.”
 
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali
Università degli Studi di Salerno 


06 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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