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Igiene edilizia. Al lavoro per rivisitare le norme per avere case sempre più salubri e ‘green’

di Domenico Della Porta

Iniziato il percorso di revisione delle norme del 1975. Obiettivo: costruire regolamenti d’igiene edilizia in chiave eco-compatibile, nonché di favorire lo sviluppo di abilità ed esperienze negli operatori sanitari sull’edilizia residenziale e sugli ambienti indoor.

20 NOV - A 43 anni dalla sua promulgazione il Decreto Ministeriale Sanità 5 luglio 1975 “Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896, relativamente all’altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione” sarà sottoposto ad una radicale rivisitazione. In un recente convegno tenutosi a Roma nell’Auditorium del Ministero della Salute, dal titolo “Ambienti di vita e salute: dalle evidenze di impatto sanitario agli obiettivi prestazionali”, organizzato nell’ambito delle iniziative del CCM sono state illustrate importanti novità che trasformeranno il vecchio approccio basato su parametri codificati in percorsi di efficacia per la tutela della salute, la salvaguardia e la riqualificazione di sistemi ambientali.
 
Infatti il PNP 2014-2018 riconosce, come priorità, l’individuazione di linee guida in grado di assecondare i regolamenti d’igiene edilizia in chiave eco-compatibile, nonché di favorire lo sviluppo di abilità ed esperienze negli operatori sanitari sull’edilizia residenziale e sugli ambienti indoor in considerazione che la segnalazione certificata di agibilità, come recita l’art.3 del d.lgs. 222/2016 serve ad attestare la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati.
 
Nel corso dei lavori ricercatori ed operatori sanitari di varie Regioni si sono confrontati sulle criticità della normativa vigente in tema di requisiti igienico-sanitari delle case di civile abitazione, nell’intento di proporre un approfondimento e una rilettura, appunto, in chiave prestazionale delle disposizioni vigenti, anche attraverso un percorso formativo destinato ai portatori di interesse (operatori del Servizio Sanitario regionale e tecnici specializzati). Annamaria De Martino (Ministero della salute) ha richiamato l’attenzione sui più recenti contributi dell’OMS in tema di ambiente costruito e salute, Cesare Stevan - già Preside di Architettura al Politecnico di Milano - si è soffermato sull’abitare in una lettura storica, sociale e antropologica, mentre Daniela D’Alessandro (Sapienza Università di Roma) ha trattato i problemi ad esso correlati, conseguenti all’evolvere della situazione socio-economica, ambientale e sanitaria del Paese. Esistono documenti scientifici, ha detto D’Alessandro che confermano l’attuale esistenza di numerose evidenze su come la qualità dell’ambiente costruito possa contribuire in modo significativo a contrastare gran parte dei problemi di salute pubblica odierni, quali obesità, malattie cardiovascolari, diabete, asma, incidenti, depressione, violenze, soprattutto nelle aree socioeconomiche più svantaggiate.
 
La sfida per la sanità pubblica dunque è quella di sostenere politiche a favore di insediamenti che, riducendo le diseguaglianze nelle condizioni abitative, promuovano la salute fisica e mentale della popolazione. A suo avviso ciò non può prescindere da una crescita culturale di tutti i portatori di interesse (operatori del servizio sanitario regionale e tecnici specializzati). E’ stato fatto il punto, poi sullo stato dell’arte e sull’evoluzione della normativa in materia igienico sanitaria ed edilizia, illustrando il passaggio dai Regolamenti edilizi e di Igiene locali allo schema nazionale di Regolamento Edilizio Tipo (RET) adottato nel nostro Paese a dicembre 2017.
 
Tale strumento, è stato formulato per semplificare ed uniformare la programmazione territoriale in ambito comunale, nell’intento di integrare in un unico documento gli aspetti igienico sanitari, urbanistici ed ambientali, indicando appunto i requisiti prestazionali degli edifici. Alla luce di quanto sopra, Letizia Appolloni (Sapienza Università di Roma) ha svolto una disamina sui requisiti delle abitazioni nei Building Codes di alcuni Paesi Europei in confronto ai contenuti dell’ormai datato DM 5 Luglio 1975,al fine di aggiornare la definizione degli elementi essenziali che qualificano un locale come “agibile” dal punto di vista igienico-sanitario e di individuare buone pratiche ed obiettivi prestazionali sanitari indirizzati all’aggiornamento dei regolamenti, in quanto è indispensabile realizzare un sistema di connessione a rete tra i diversi soggetti impegnati nel settore al fine di promuovere ogni possibile sinergia.
 
La realizzazione di tale network permette tra l'altro di impostare correttamente la valutazione del rischio per la salute connessa alle matrici ambientali e la sua conseguente gestione. In via prioritaria bisognerà promuovere l'integrazione e lo sviluppo del sistema informativo ambientale e sanitario, garantendo la lettura integrata dei problemi sanitari ed ambientali del territorio. Il sistema informativo deve rispondere all'esigenza di informare non solo gli addetti ai lavori ma in modo particolare i cittadini/utenti, favorendo il più alto livello di conoscenza e di comprensione dei rischi sanitari derivanti dall'inquinamento, la loro percezione e gestione.
 
Ai cittadini deve essere assicurata un'informazione adeguata tale da influire positivamente sui comportamenti sugli stili di vita e migliorare il controllo dei fattori di rischio. Le Regioni possono contribuire attivamente al miglioramento complessivo dell'igiene e della salubrità degli ambienti indoor, utilizzando uno strumento efficace come il Regolamento di igiene, in grado di integrare nel suo interno tutte le normative nazionali e regionali, là deve carenti o insufficienti, con norme tecnicamente adeguate ad affrontare specifiche cause di insalubrità esistenti nelle diverse realtà locali. Questo strumento normativo può essere redatto o aggiornato con la predisposizione di proposte tecniche, attraverso la collaborazione delle Amministrazioni Comunali, e dei professionisti dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL.
 
 
Domenico Della Porta
Docente di Medicina del Lavoro Università Telematica Internazionale Uninettuno - Roma

20 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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