Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 02 MAGGIO 2024
Lavoro e Professioni
segui quotidianosanita.it

Medici e operatori sanitari pubblici. Consulcesi: “Tfr pagati dopo 2 anni. Pronte le diffide”


Il network legale denuncia come “il Tfr dei dipendenti pubblici viene pagato in netto ritardo rispetto al privato: una disparità di trattamento che dà diritto al risarcimento dei danni”. Coinvolti oltre 3 milioni di lavoratori, tra cui 700mila medici e operatori sanitari.

11 DIC - Il Tfr è costituito dai soldi che i lavoratori accantonano nel corso di tutta la loro vita professionale: per togliersi uno sfizio, per fare un regalo a figli e nipoti o semplicemente, come sempre più spesso accade, per sopravvivere durante la lunga stagione della vecchiaia. Tuttavia, in seguito al Decreto Salva Italia del 2011 si è creato un enorme divario tra i dipendenti pubblici e privati.
 
“Generalmente, nel settore privato -  spiega Consulcesi & Partners, network legale d’avanguardia nato sulla scia delle ventennali vittorie di Consulcesi nei tribunali di tutta Italia al fianco dei medici – la liquidazione avviene entro 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, mentre nel lavoro pubblico i termini sono assolutamente più lunghi, fino a un massimo di due anni, con un’evidente disparità di trattamento”.
 
“Un problema –rileva Consulcessi - che riguarda oltre 3 milioni di lavoratori, tra cui circa 700mila medici e operatori sanitari. La questione è stata oggetto anche della recente ordinanza del Tribunale di Roma (Sez. II lavoro) che ha inviato gli atti alla Corte Costituzionale sostenendo che: “la corresponsione dilazionata e rateale del trattamento di fine rapporto nell’ambito del pubblico impiego contrattualizzato può essere disposta in via congiunturale e programmatica, comunque temporanea, con specifico riferimento alla gravità della situazione economica in un determinato periodo di crisi e non in via generale, permanente e definitiva, come avvenuto per la normativa in esame”. Nel caso specifico, il ricorso era stato presentato da un dipendente del Ministero di Giustizia nei confronti dell’INPS che ha erogato la liquidazione del TFR dopo 27 mesi”.
 
“È possibile – sottolineano i legali di Consulcesi & Partners - intraprendere un’azione legale per la dichiarazione di illegittimità del ritardo nell’erogazione del TFR, con richiesta di liquidazione degli interessi compensativi e moratori, oltre al risarcimento dei danni patiti. Il primo passo è procedere con una diffida indirizzata all’ente previdenziale di competenza a cui nelle prossime settimane arriveranno migliaia di richieste a cui siamo certi che se ne aggiungeranno molte altre visto la grande attenzione che stiamo riscontrando”.

11 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lavoro e Professioni

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy