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Coronavirus. Sis118 e Fimmg118: “Non possiamo più andare avanti così, ci vogliono Dpi e screening per gli operatori”


La denuncia delle associazioni del servizio territoriale di emergenza: “Servire con fierezza lo Stato, senza risparmiarsi in nulla, non implica essere eroi, né tantomeno candidarsi per diventare eroi alla memoria, eroi morti quindi, come tragicamente già successo”.

02 APR - “Desta estrema preoccupazione la situazione che ci viene segnalata, ormai con cadenza quotidiana, da pressoché tutti i territori regionali, dai medici, dagli infermieri e dagli operatori del Sistema di Emergenza Territoriale 118, relativa allo sconcertante perdurare della mancanza di DPI, finalizzati a garantire le dovute condizioni di sicurezza nella operatività ad elevato biocontenimento che caratterizza la gestione dei pazienti COVID-19 sospetti o conclamati”. Ad affermarlo, in una lettera aperta alla stampa, Mario Balzanelli – Presidente Nazionale SIS118 e Francesco Marino Segretario Nazionale FIMMG 118.
 
“Le forniture giornaliere – denunciano - sono assolutamente insufficienti, se non inesistenti, rispetto alla necessità assoluta di far fronte in modo appropriato ai pericoli, ad elevatissima probabilità, di contagio, anche alla luce della enorme diffusione della pandemia da parte di soggetti positivi asintomatici, che - nella maggior parte dei casi - non sanno nemmeno di esserlo. Prendendo, ad esempio, i dati diffusi dall’Università di Padova, a cura del prof A. Grisanti, che ha testato  tutta la popolazione di Vo’ Euganea dove i positivi al Covid 19 asintomatici o paucisintomatici sono stati documentati in misura pari addirittura al 45 %, e non ritenendo improbabile che questi dati vengano confermati a livello nazionale, riteniamo che ormai non vi sia intervento di soccorso effettuato sul territorio dagli operatori del Sistema di Emergenza Territoriale 118 che possa considerarsi sicuro quando gli stessi operino privi dei DPI idonei alla gestione del COVID-19”.
 
“A questa assurda ed irricevibile situazione – rilevano - , in merito a cui sollecitiamo il Governo a fornire risposte immediate concrete, non più rinviabili, si aggiunge il criterio strategico perseguito da parte dei decisori, altrettanto irrazionale, per cui gli operatori del 118 vengono sottoposti al tampone per COVID- 19 solo quando abbiano avuto contatto con casi conclamati COVID-19 o con contatti stretti di soggetti conclamati unicamente quando diventano sintomatici. Continuare, in questi casi, a sottoporre allo screening del tampone gli operatori del SET 118 utilizzando il criterio attualmente previsto, ossia solo quando gli operatori diventino sintomatici, significa, di fatto, ed inevitabilmente, esporre al rischio di contagio intanto i numerosissimi pazienti che vengono a stretto contatto ogni giorno con il 118, e quindi anche i familiari degli operatori stessi”.
 
“Si consente – sottolineano - , in tal modo, agli operatori del Sistema 118 di poter diventare veri e propri “super-diffusori” del contagio, in una progressiva amplificazione a cascata dello stesso che potrebbe essere sempre più difficile arginare con efficacia. In questo momento così drammatico per la vita di tutta la comunità nazionale, gli operatori tutti del Sistema di Emergenza Territoriale 118 chiedono, con carattere di priorità, e semplicemente, di lavorare in sicurezza, intanto per i pazienti, e quindi anche per se stessi e per le proprie famiglie”.
“Servire con fierezza lo Stato – conclude la nota -, senza risparmiarsi in nulla, non implica essere eroi, nè tantomeno candidarsi per diventare eroi alla memoria, eroi morti quindi, come tragicamente già successo. Ricordiamo ai decisori che qui, dalla prima linea, noi tutti, operatori di sanità, e di emergenza, stiamo pagando un contributo altissimo, e non certamente dovuto, in vite umane”.

02 aprile 2020
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