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Specializzazioni mediche. L’impasse del concorso. Anaao e ALS: “Pronti ad azioni legali”


Giudicato insoddisfacente l'incontro avuto al ministero: non cè stato alcun "cenno ai rimedi procedurali da adottare in risposta alle azioni legali che si sono succedute in queste settimane dopo le modifiche al regolamento concorsuale che stanno tenendo in ostaggio oltre 24.000 medici e nessuna rassicurazione sulla tempistica di avvio dei percorsi di specializzazione".

14 OTT - "Anaao Giovani e Associazione Liberi Specializzandi (ALS) giudicano insoddisfacente l’incontro al Ministero dell’Università e Ricerca, convocato per trovare una soluzione alle ormai note problematiche del concorso di specializzazione 2020-2021. Per di più l’ennesima assenza del Ministro Manfredi al tavolo di confronto, dallo stesso convocato e organizzato, ci ha lasciati dubbiosi sulle sue reali intenzioni", lo scrivono in una nota nota le due associazioni mediche.
 
Per Anaao Giovani e ALS, poi non cè stato alcun "cenno ai rimedi procedurali da adottare in risposta alle azioni legali che si sono succedute in queste settimane dopo le modifiche al regolamento concorsuale che stanno tenendo in ostaggio oltre 24.000 medici e nessuna rassicurazione sulla tempistica di avvio dei percorsi di specializzazione".
 
"La mancanza di trasparenza nella comunicazione da parte del ministero - scrivono ancora - contribuisce a creare un clima di tensione per un’intera generazione di giovani medici, che non chiede altro che completare la propria formazione professionale e non essere costretta ad emigrare.Da parte nostra, abbiamo ribadito con forza che la priorità è mettere il concorso “in sicurezza” da azioni legali che possono compromettere tutta la procedura concorsuale e che occorre l’immediata pubblicazione della graduatoria concorsuale, eliminando tutte le norme che possono paralizzare l’intero Sistema della Formazione Medica”.
 
“Per senso di responsabilità attenderemo e valuteremo la precisa road map assicurata dai tecnici del ministero, riservandoci, qualora la vicenda non si concluda in tempi rapidi e con modalità soddisfacenti, azioni legali al fine di tutelare i 24.000 giovani colleghi che, dopo anni di studio e sacrifici, vivono in questi giorni momenti di estrema insicurezza sul loro futuro. Ribadiamo ancora una volta che i medici non possono essere ostaggio di errori procedurali e non possono pagare a caro prezzo manifeste incapacità gestionali”, concludono.

14 ottobre 2020
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