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Documento professioni sanitarie. Proia: “Aperti a tutte le modifiche migliorative”


Il coordinatore del tavolo Ministero-Regioni per la definizione delle nuove competenze delle professioni sanitarie, risponde alle perplessità avanzate sul lavoro fin qui svolto. “Nessuna nostalgia del mansionario, semmai c’è un’esaltazione delle competenze professionali”. La lettera di Proia al Conaps.

16 MAG - Pubblichiamo il messaggio inviato da Saverio Proia, coordinatore del tavolo ministero-regioni insediato presso il ministero della Salute per mettere a punto una proposta di ridefinizione delle competenze delle diverse professioni sanitarie, all’Assemblea dei quadri CONAPS (Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione) in svolgimento questa mattina a Bologna all’interno di Exposanità.

Carissime e carissimi colleghi,
Vi ringrazio dell’invito rivoltomi a partecipare alla vostra annuale iniziativa a Bologna e mi scuso per non poter partecipare di persona a causa di problemi familiari ma ho ritenuto di dar, comunque, il mio contributo al dibattito in questa forma scritta.
Come ben sapete è in corso in queste settimane un vivo e vivace dibattito, anche in forma mediatica, ma soprattutto all’interno delle rappresentanze professionali e sindacali di tutte le professioni sanitarie, medici compresi, in merito alle proposte avanzate dal Tavolo tecnico Ministero della Salute e Regioni sull’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie e sul’introduzione delle specializzazioni.
 
E’ necessario, a mio giudizio, far chiarezza sui motivi reali e sugli obiettivi sottesi a questo Tavolo.
L’esigenza è stata formulata, come è noto, dalle Regioni che hanno constatato la necessità di aumentare le competenze delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione di ostetrica sia per la consolidata evoluzione formativa ed ordinamentale delle stesse che per la dinamica evoluzione in corso dell’organizzazione del lavoro sanitario anche alla luce dei progressi scientifici e tecnologici nel settore.
 
Ha influito ma non è  determinante,  la consapevolezza che si è di fronte  ad un calo della presenza attiva dei medici nel SSN, ma non in una loro carenza numerica, e quindi si può ipotizzare un lento ma progressivo ridimensionamento fisiologico della cosiddetta pletora medica e della conseguente necessità di ricostruire un più avanzato e moderno rapporto funzionale all’interno di tutte le  professioni della salute, medici compresi.
Quindi il primo obiettivo è quello di andare oltre, non contrarre, bensì espandendo le competenze di ogni professione sanitaria, pertanto  dando per acquisito e consolidato il contenuto di competenze di ogni profilo professionale ed implementandolo di nuove più avanzate.
Non c’è alcuna volontà di contaminazione delle competenze proprie tra ciascuna delle 22 professioni sanitarie, se nei testi in giro ne è stata riscontrata qualcuna, segnatecela, per favore, si tratta di un errore materiale che si è disponibile a correggerlo subito.

Si è deciso di iniziare dalla questione, forse più complessa e complicata, del nuovo rapporto tra la professione infermieristica e la professione medica affrontando quali nuove competenze possono ulteriormente essere affidate agli infermieri, perlopiù ora formalmente esercitate dai medici sulla base delle esperienze positive di alcune Regioni e di quelle consolidate in altri sistemi sanitari degli altri Stati dell’Unione Europea e extra U.E.
 
Il documento, all’esame dell’universo della rappresentanza professionale e sindacale, consta di tre parti:
1. La prima è la relazione che disegna lo scenario giuridico ed organizzatorio nel quale collocare quest’innovazione che si vuol proporre che coglie e fa proprie l’analisi, i saperi, le prospettive ed anche le attese della professione infermieristica, delle altre professioni della salute;
2. La seconda è lo strumento dell’Accordo Stato - Regioni con il quale Ministero della Salute e Servizi Sanitari Regionali intervengono immediatamente sulle competenze proprie  implementando le funzioni della professione infermieristica e rinviando ad un successivo atto che coinvolgerà il MIUR per rivedere alla luce di queste scelte strategiche gli ordinamenti didattici di tutti i corsi universitari per infermiere: laurea abilitante, laurea magistrale (, mi auguro perché quest’ultima sia spendibile anche in attività avanzate clinico - assistenziale e non solo gestionale - didattico) master specialistici, individuando quali siano funzionali al SSN e alla nuova progressione di carriera nel professionista specialista, sancito dall’art.6 della legge 43/06, per quest’importante aspetto ancora inattutato;
3. La terza è l’allegato tecnico delle nuove competenze nelle cinque aree di attività infermieristica individuate che si ritiene debba essere dinamico soggetto a continua revisione, verifica e monitoraggio per la evoluzione sempre più progressiva in sanità in capo scientifico, tecnologico, dell’organizzazione del lavoro e delle scelte di programmazione sanitaria e sociosanitaria nazionale e regionale.

Quest’ultima parte è stata da alcuni oggetto di critiche e definita una riedizione di un mansionario: a me sembra una critica che non ha fondamento in quanto si tratta, come si è detto, di funzioni ulteriori ed avanzate rispetto a quelle previste attualmente che non vengono ridimensionate anzi esaltate, non cristallizzate da una legge ma soggette ad evoluzione, verifica e monitoraggio.
La proposta, alla definizione della quale ci si è avvalsi anche delle competenze e dei saperi espressione della professione infermieristica, è ora all’esame critico ed analitico di tutte le rappresentanze professionali e sindacali dell’universo sanitario: la parte pubblica statale e regionale è aperta a tutte le modifiche migliorative che verranno avanzate ed il metodo di confronto adottato porterà alla definizione di un testo finale che potrà avere il consenso, la condivisione e la partecipazione di tutti i soggetti interessati.

Come si può leggere nella relazione è proprio il metodo del massimo coinvolgimento di tutti, nessuno escluso, che è appena iniziato, alla base della costruzione di questo nuovo modello, epocale nel comparto sanità, di organizzazione del lavoro e di nuove relazioni e competenze tra le professioni della salute e tra queste e gli altri operatori del SSN che si vuol insieme delineare, progettare e realizzare: questo metodo ora a livello nazionale dovrà svilupparsi a livello regionale e, se necessario, anche a livello aziendale.
Oggi si è affrontata la questione infermieristica, ad ore si affronteranno le questioni relative a tutte le altre professioni della salute, nessuna esclusa, secondo un crono programma concordato; certamente sarà affrontata, con laicità e senza pregiudizi, anche la questione di un eventuale accorpamento di qualche profilo, se funzionale positivamente all’evoluzione delle professioni interessate e alla nuova organizzazione del lavoro che si vuol realizzare, senza alcuna volontà riduttiva o di ridimensionamento.

L’operazione che il tavolo tecnico vuol costruire non è un atto isolato ma si inserisce nelle scelte strategiche che tutto il SSN vuol realizzare, anzi diviene lo strumento principe per realizzare quella nuova organizzazione del lavoro che con il nuovo Patto della salute Ministero e Regioni vogliono promuovere e realizzare con l’introduzione generalizzata dell’ospedale per intensità di cura, per la restituzione dell’ospedale a sede dell’intervento sulla fase acuta e dando il giusto e nuovo valore all’intervento sanitario e sociosanitario distrettuale e in tutte queste sancendo la valorizzazione di tutte le professioni e le professionalità interessare, esaltando l’integrazione professionale ed il lavoro in equipe.

Carissime colleghe e carissimi colleghi, in questi vent’anni  dalla approvazione  dei primi 13 profili sanitari e al passaggio alla formazione universitaria abbiamo insieme conquistato e costruito una profonda riforma, che ai più sembrava impossibile e  che non ha pari in nessun’altro comparto, rompendo le catene dell’ausiliarietà  e della subalternità, liberando competenze e risorse professionali che proprio dai lavori che insieme realizzeremo in questo Tavolo tecnico Ministero della Salute e Regioni potranno vedere esplicare il potenziale positivo di innovazione proprio delle leggi 42/99, 251/00 e 43/06 : quindi senza riserve e preoccupazioni accettiamo questa sfida di cambiamento, lanciando il cuore oltre l’ostacolo senza paure.
 
Saverio Proia
 















 

16 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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