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Gli Ordini restano “soggetto terzo” ma il malessere dei medici va riconosciuto e denunciato

di Antonio Magi

01 MAR - Gentile Direttore,
tutta la categoria dei medici, siano essi medici di medicina generale, medici ospedalieri, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni stanno vivendo la professione con grande, grandissima difficoltà. Non è un segreto per nessuno che una situazione già difficile a causa dei tagli di personale, dei contenziosi medico-legali, dei sovraccarichi di lavoro, delle violenze subite (solo per citare le difficoltà maggiori), con la pandemia è divenuta realmente esplosiva.
 
La morte di 370 colleghi in due anni e migliaia di medici contagiati dal Covid stanno a testimoniare l’enorme lavoro che i colleghi hanno fatto per cercare “di mettere in sicurezza il Paese” come ribadito più volte dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
 
Abbiamo vissuto gli ultimi due anni senza risparmiarci eppure sembra che ciò che è stato fatto non sia sufficiente e questo sta generando tra molti medici un diffuso senso di frustrazione e stanchezza al punto che alcune sigle della medicina generale hanno deciso di indire un’iniziativa di protesta, per il prossimo 2 marzo, a tutela della categoria.
 
Come già ribadito in passato l’Ordine che mi onoro di rappresentare è Ente terzo e pertanto non entra nelle decisioni e nelle scelte di politica sindacale. Al tempo stesso però l’Ordine ascolta e tutela le esigenze di ogni suo iscritto.
 
La protesta che alcune sigle della medicina generale stanno portando avanti è dovuta principalmente all’imponente burocrazia che sta schiacciando le professionalità, al continuo cambiamento di norme che disorienta il loro lavoro, agli attacchi mediatici e alle minacce che ricevono quotidianamente nei loro studi, da parte di no-vax, per il rilascio di false esenzioni vaccinali.
 
I colleghi inoltre lamentano insostenibili carichi di lavoro e la mancanza di tutele come la maternità, la malattia, le ferie e l’infortunio sul lavoro (la vicenda COVID insegna).
Anche i colleghi del 118 lamentano le pessime condizioni in cui si trovano costretti ad operare oltre alla mancanza della figura del medico nelle ambulanze, dove spesso la presenza di quest’ultimo può fare la differenza tra il vivere e il morire.
 
L’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri ribadendo la sua terzietà, di fronte a scelte di carattere politico sindacale dei suoi iscritti, riconosce e denuncia il momento di enorme difficoltà professionale che la categoria, tutta, sta vivendo e auspica, oltre al successo della manifestazione per la difesa della categoria dei Mmg, che in futuro vi sia una politica unitaria, seppur nel rispetto delle differenze di opinione, orientata a far valere le ragioni di tutti quanti per il bene del Servizio sanitario nazionale dei suoi operatori nessuno escluso e dei cittadini.
 
Antonio Magi
Presidente Omceo Roma
 

01 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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