Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Martedì 07 MAGGIO 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

La montagna incantata

di Enzo Bozza

03 NOV - Gentile Direttore,
non mi sembra vero vivere questo paradosso della montagna. Anzi due paradossi, ma il secondo, non è tanto strano. Con il primo, mi sorprende il contrasto angosciante di tanta bellezza esibita da questi luoghi e il profondo disagio mentale vissuto da tante persone qui in Cadore. Non c’è il caos cittadino, l’alienazione metropolitana di chi è costretto a vivere in spazi degradati, mortificanti per gli occhi e lo spirito, per l’enorme fatica di trovare qualcosa di gratificante nei quartieri di periferia. Qui si vive il tempo lento dei pascoli, delle passeggiate, l’aspetto comunitario della gente pronta a darsi una mano, comunità piccole dove tutti si conoscono e si salutano, la convivenza con gli animali domestici e selvatici, l’enorme ricchezza del bosco, imponente ma umana nel rapporto che ognuno può stabilire con tanta bellezza. Eppure, da medico di base, ogni giorno devo confrontarmi con le grandi e piccole angosce del disagio mentale.

La solitudine degli adolescenti, le violenze domestiche, attacchi di panico, la dipendenza alcolica, da sostanze, la ludopatia, le depressioni maggiori e di situazione, fino ai gravi disturbi di personalità. Sono patologie che richiedono, tempo, competenze specifiche e uno spazio dedicato che mal si combina con il setting della medicina di base. L’incidenza di queste patologie è impressionante nelle mie zone.

Ancora più grave è il numero di suicidi, ora anche tra giovanissimi, con località tristemente note per i voli della disperazione come il Ponte Cadore che potrebbe essere lastricato di lapidi. Persino in un piccolo borgo come Vinigo, con meno di cento residenti, sono stato chiamato per due suicidi.

Sentendomi inadeguato ho voluto fortemente, con l’amica psicologa dottoressa Milena Maia, un servizio parallelo alla medicina di base, la presenza dello psicologo sul territorio. Da anni, un team di psicologi segue i miei pazienti che necessitano di un approccio dedicato al disagio mentale, con i tempi e i modi della psicologia clinica e relazionale. Il minimo che si possa attuare per un territorio con queste criticità.

Ma quando le patologie sono francamente psichiatriche, arriva il secondo paradosso in questione. Non abbiamo più in Cadore un reparto di psichiatria. L’ultimo baluardo, presso l’ospedale di Pieve di Cadore, è caduto nell’aprile del 2020 per mancanza di personale e per il collocamento in pensione dello “storico” primario psichiatra dott. Fabio Candeago. Per noi tutti, medici e pazienti, una gravissima perdita senza rimedio. In una zona così sofferente sul piano psichiatrico con numeri sbalorditivi per incidenza e prevalenza, si chiude un reparto fondamentale, non solo per l’attività di ricovero e di ambulatorio, ma per tutta l’attività di assistenza domiciliare. Tra l’altro, sicuramente a rischio anche la psichiatria di Belluno, per le stesse ragioni.

Come ci sente ad essere mandati in trincea senza armi? Come si possono fronteggiare queste patologie senza reparti, servizi e senza psichiatri? Quale risposta posso dare alle tante persone che vengono in ambulatorio in cerca di aiuto? In quale frustrazione cade un medico quando davanti al paziente non può che alzare le braccia?

Le domande e i due paradossi, li giro direttamente al Direttore Generale, Dott. Dal Ben che pare avere tutt’altra visione del nostro ospedale. Splendido, paradisiaco come un bellissimo contenitore. Ma vuoto, come un tempio greco.

Per coloro che pensano di poter riempire i vuoti con l’architettura da impatto visivo, è bene ricordare che la medicina è fatta di persone: medici e pazienti e non da mattoni ben collocati. Sarebbe magnifico poter collocare i milioni di euro spesi per piazzole per l’elicottero e case della salute nelle tasche dei medici per pagare migliaia di ore di straordinario. Sarebbe bello spenderli per riattivare una psichiatria a Pieve, magari incentivando e motivando i medici per venire qui in montagna.

Sarebbe bello che medici e sindaci del Cadore dicessero basta, una buona volta, e dicessero a chiare lettere e a muso duro a Belluno e a Roma, cosa serve al Cadore.

Il terzo paradosso, che è solo un piccolo aneddoto, è quello del dirigente sanitario di Belluno, chiamato da me al telefono, che mi risponde: scusa collega, ma dov’è Borca di Cadore?

Enzo Bozza
medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)

03 novembre 2023
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy