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Investire per la vista delle donne 

di Danilo Mazzacane

09 GEN - Gentile Direttore,
le scrivo come segretario generale della associazione nazionale oculisti ambulatoriali GOAL in quanto con l’inizio del 2024 vorrei che si investisse di più per la salute della vista delle donne. Innanzitutto due su tre sono donne, visti i dati europei, nella percentuale di persone che perdono la vista, e questo è in parte dovuto al fatto che l’aspettativa di vita per le donne è di cinque anni più lunga e ai dati che confermano che c’è una disuguaglianza di genere nell’accesso alle cure sanitarie.

Le ricerche effettuate stabiliscono una chiara correlazione tra il manifestarsi di malattie oftalmiche e le varie fasi di vita in cui la donna ha cambiamenti ormonali, che vanno dal periodo preadolescenziale al post menopausa. Anche gli uomini hanno cambiamenti ormonali ma in misura differente e reagiscono a farmaci in modo diverso rispetto alle donne per talune patologie anche perché molti trial non hanno ancora una parità di genere nel testare gli effetti collaterali dei farmaci in modo equo.

Le patologie oftalmiche più pericolose e che possono portare alla cecità sono la degenerazione maculare senile che colpisce al 69 per cento le donne rispetto agli uomini, il glaucoma, al 61 per cento, la cataratta al 61 per cento, la retinopatia diabetica al 51 per cento, un dato questo che può aumentare e qualora le pazienti abbiano sviluppato diabete gestazionale durante la gravidanza, presentarsi in una forma più aggressiva; inoltre nella miopia elevata le donne hanno il 50 per cento in più di rischio rispetto agli uomini nello sviluppare complicanze retiniche.

I dati che abbiamo raccolto e presentato di recente inoltre evidenziano che le donne danno priorità al benessere e alla salute degli altri rispetto alla propria e che durante il covid-19 abbiano avuto un maggiore calo della vista a causa del maggiore carico di impegno in assistenza, in attività di insegnamento scolastico domiciliare, in maggiori ore in smart working per conciliare assistenza anziani e figli. Nuovi studi hanno poi approfondito il tema delle modificazioni oculari in gravidanza che si suddividono in fisiologiche, patologiche, pre-esistenti o insorte durante la gravidanza e sulle quali occorre proseguire nella ricerca per prevenire e curare meglio. Non parliamo poi dell’utilizzo degli occhiali, in cui le donne sono ancora più restie all’acquisto rispetto agli uomini e il ritardare l’uso degli occhiali mina la salute della vista, occorre ribadirlo. Per talune patologie oculari quali il glaucoma normotensivo la prognosi è diversa rispetto agli uomini e la prognosi è più penalizzante per il genere femminile.

Danilo Mazzacane
Segretario generale GOAL (Associazione nazionale oculisti ambulatoriali)

09 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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