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Paganti e non: una scelta?

di Enzo Bozza

18 APR - Gentile Direttore,
la questione è tutta qui: abbiamo smesso di essere esigenti. Per disimpegno, pigrizia e perché il sistema in cui viviamo, ci vuole possibilmente ignoranti, quindi, facilmente “acquistabili”.

Basta, semplicemente soffermarsi a considerare la qualità delle trasmissioni televisive delle reti pubbliche e quelle commerciali. I talk-show serali delle reti commerciali, sono il divanetto dei soliti improbabili commentatori-opinionisti che disquisiscono con dovizia di sciocchezze ed elucubrazioni da bar sport, sui tanti temi sociali ed economici con linguaggio da coatti e sempre pronti alla rissa verbale, interrotti solo da chilometriche pubblicità martellanti che ottengono solo un ulteriore frastornamento di chi ascolta. Questa televisione mi offende e mi disgusta. Implicitamente dà per scontata la mia imbecillità di teleascoltatore. Le reti pubbliche conservano ancora un certo garbo e rispetto con programmi molto spesso stimolanti e confezionati con poco, quasi mai con effetti speciali roboanti e con poca indispensabile pubblicità. Purtroppo, alcuni validi conduttori hanno preferito la scelta mercenaria, passando a reti paganti, non rispettando quella professionalità fatta di affezione e servizio per un pubblico non considerato ancora merce. Passare al miglior offerente, rimane soprattutto una scelta egoista e individuale, mai rispettosa della gente ma solo del proprio portafogli.

Se ci spostiamo nel settore sanitario, il concetto è lo stesso. La dinamica commerciale presuppone sempre gli stessi attori: un privato a caccia di denaro e un cittadino che ha smesso da tempo di essere esigente e informato, gettato nella paradossale disinformazione piena di messaggi accattivanti e prepotenti. Nell’era del web regnano solo caos e specchietti per le allodole, per muoversi in questa giungla sarebbe necessaria una guida, come nei safari, per non rimetterci la pelle.

Nella mia zona operativa, provincia bellunese, è possibile contattare decine di poliambulatori privati che inneggiano alla “prevenzione” offrendo pacchetti di esami e visite in un improbabile check-up all’insegna di quella salute cercata da tutti e inseguita solo con fretta e denaro e mai buon senso. Invece di cercare e ottenere il consulto con il proprio medico di base che saprebbe benissimo dove mettere le mani e perché, si preferisce la scorciatoia pagante perché comoda, veloce ed elegante con le poltroncine in alcantara.

L’obiezione comune è che il medico non si trova ed è poco disponibile: in realtà questo mantra tradisce la richiesta assurda di molti cittadini: disponibilità totale, notte e festivi compresi, personale, telefonica, social, mail per ogni secondo starnuto. Sarebbe necessaria una maggiore responsabilità nell’uso dei servizi pubblici. Non affollare gli ambulatori con mille banalità che potrebbero essere gestite con il buon senso delle nonne, darebbe la possibilità ai medici di effettuare un lavoro veramente utile, come l’assistenza ai pazienti cronici al domicilio.

Invece la fretta, la disinformazione e la banalizzazione della medicina, indirizzano qualche mio assistito verso il poliambulatorio privato che per la modica somma di mille e ottanta euro, torna a casa con un chilo di carta in esami e consulenze, praticamente inutili. Bastava semplicemente guardare la paziente che dall’alto dei suoi 160 centimetri di altezza, pesa 95 chilogrammi. E’ necessaria una tac total body per capire che la signora deve dimagrire? Ma lo show, non finisce qui, perché gli eminenti specialisti del poliambulatorio “Quisisana” non contenti, richiedono altri esami e consulenze, ‘stavolta a carico del servizio pubblico: perché lei, signora paga le tasse e ne ha diritto, ed è pure esente. Allora, si viene nel mio ambulatorio, quello pubblico e derelitto, quello dove c’è uno che fa le ricette. Ignorante ma munito di computer. Come dire: il denaro ai privati e le spese al settore pubblico, con le nostre tasse.

La questione è tutta qui: abbiamo smesso di essere esigenti e abbiamo permesso che il denaro regoli tutto.

È necessario che la politica smetta di fare i conti a proprio vantaggio, è necessario che sindacati ed enti previdenziali, smettano di maneggiare denaro, è necessario che la Sanità torni ad essere un imperativo etico, prima ancora che economico. È necessario che i privati smettano di fare affari sulla pelle della gente, ed è necessario che la gente torni ad avere cura della propria pelle e della sanità pubblica, non affidandosi ai soliti santoni-ciarlatani, ma dando credito a chi l’ha sempre avuto in prima linea: il medico pubblico, anche il medico di base. È necessario che i governi si rendano conto che la Sanità non va pagata, ma premiata, perché ha un altissimo valore. Non un prezzo.

Dott. Enzo Bozza
medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)

18 aprile 2024
© Riproduzione riservata

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