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Formazione medico specialistica: le competenze contano ancora?

di Michele Nicoletti

23 APR -

Gentile Direttore,
portiamo la discussione nella realtà e interrompiamo le retoriche raccontate al mondo dei Medici Specializzandi: è vero che il sistema della formazione medico-specialistica non funziona da tempo, ma è altresì vero che l’upgrade da Medico Specializzando a Dirigente Medico non si concretizza in quanto promesso dall’Anaao.

Questo Governo, sta suffragando l’idea dei contratti ex Dl Calabria come strumento per migliorare la formazione che i Medici Specializzandi molto spesso non stanno ricevendo, sottintendendo l’idea che da Dirigenti Medici vi siano più diritti e che il mondo sia roseo. Gli emendamenti attualmente in votazione, esautorano l’Università dal compito di certificare le competenze acquisite e da acquisire, andando nella direzione contraria di quella da perseguire: i problemi si risolvono applicando le normative vigenti e verificandone la reale applicazione, non abrogando il concetto di formazione.

Ci chiediamo, pertanto, come inquadrare uno specialista e se i medici che questo sistema sta sfornando siano degli specialisti o mera manodopera che impara a cavarsela senza acquisire una reale competenza e autonomia nelle procedure nella propria branca.

Questo Governo sta, infatti, autorizzando le assunzioni di medici con solo 13 mesi di formazione, introducendo nell’SSN forze immature le quali, da questo momento in poi, saranno pure prive di un percorso formativo prestabilito davanti a sé. Non contestiamo in toto l’idea di sottrarre all’Università il compito di certificatore di competenze poiché in molti casi questa ha già dimostrato di non essere in grado di erogare una reale formazione e, di rimando, una certificazione veritiera; al contrario, contestiamo il fatto che il Governo stia abolendo tout-court un sistema di certificazione delle competenze e che questo si traduca in una sorta di generale “Liberi tutti!” dove il titolo di specialista si svilisce del suo significato più autentico.

Manifestiamo le nostre preoccupazioni sul fatto che, con un solo emendamento, si stia facendo regredire di vent’anni il modello formativo italiano, consentendo ai Giovani Medici di fare esperienza non più all’interno di percorsi formativi ma direttamente sulla pelle dei pazienti. Poniamoci invece le giuste domande: perché i Medici Specializzandi sono sempre più interessati alle assunzioni con Calabria? Da quando sono state introdotte queste fattispecie contrattuali, abbiamo assistito ad un miglioramento della situazione nel panorama sanitario? Sarebbe auspicabile che risolvessimo i problemi noti ormai da tempi immemori, che applicassimo ciò che è già previsto dalla legge definendo una volta per tutte quali debbano essere le reali competenze proprie di ogni branca specialistica.

Inoltre, ci domandiamo come i Ministeri competenti possano autorizzare una norma che crea disparità: come è possibile anche solo prevedere un sistema con diverse tutele, diversi diritti e obblighi quando l’SSN non ha risorse e, prossimamente, la necessità di offrire a tutti e in maniera uniforme nel Paese contratti a tutti i Medici Specializzandi? Al contrario, servirebbe una riforma della formazione medico-specialistica a tutto tondo, che introduca un sistema di acquisizione delle competenze e responsabilità graduali, con corrispettivo incremento di diritti e remunerazioni. Se il Senato approverà quanto già approvato dalla Camera, noi Medici Specializzandi, indipendentemente se assunti o meno, continueremo ad essere imbrigliati nella nostra libertà di formazione: cambierà il “padrone”, ma il messaggio più profondo è che avremmo bisogno, più che mai, di maestri che trasmettano competenze senza ricatti o ripercussioni, con l’unico obiettivo di formare professionisti capaci e pronti ad ottimizzare un sistema ormai al limite.

Michele Nicoletti

Presidente Nazionale FederSpecializzandi



23 aprile 2024
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