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Medici, computer e sostenibilità del Ssn

di Saffi Giustini

19 AGO - Gentile direttore,
sarà la calura estiva. Sarà che il tema del cambiamento spaventa e affascina. Fatto sta che torno nuovamente sulla questione del medico e del computer. Partendo dalla questione delle questioni, quella della sostenibilità del Ssn. O meglio della “non” sostenibilità economico-finanziaria dell’attuale sistema basato sull’ospedale come punto di riferimento unico dei cittadini che tuttavia ancora rappresenta la risposta organizzata al bisogno di salute a fronte di una carenza organizzativa/strutturale/culturale della sanità/assistenza del “territorio”.
 
Lo “tsunami della cronicità” legato non solo all’invecchiamento della popolazione ma anche alle crescenti differenze socio-economiche fra le generazioni e la contrazione del finanziamento del SSN e dei sistemi sanitari regionali. Ma molti, troppi non se ne vogliono accorgere.
Il tema dei software gestionali e del pc in studio, o meglio dell’informatizzazione nella sanità è un non tema o meglio è un argomento che desta interesse per un aspetto particolare: affinché la tecnologia informatica nei nostri studi e ambulatori diventi “il fine e non un mezzo”.
 
Il fine del medico era ed è quello di prendersi cura del paziente al meglio delle sue capacità e possibilità e questo soprattutto con una sempre necessaria relazione medico/assistito/paziente, con un costante aggiornamento professionale e una formazione adeguata alle nuove conoscenze.
E’ fuori di dubbio che la @ricetta, come la @cartellaclinica, la @tessera sanitaria, sono poco digerite e più malvolute di quanto si pensi fra il personale medico … ma si sa che cambiare strumenti non piace a nessuno, e men che meno se sono “imposti”.
Tuttavia per molti di noi, Medici di famiglia che abbiamo il PC e gestionale dagli anni novanta, il suo uso è stata una scelta, comprendendo allora che a fronte di una crescita di bisogni sanitari si doveva  adeguare la organizzazione dell’area delle Cure Primarie e che era  necessario e inevitabile un cambiamento del proprio modo di lavorare.
Come poter lavorare in attività di sanità di iniziativa al fine di rallentare l’insorgenza ed evoluzione delle patologie croniche, salvaguardare gli aspetti legati alla prevenzione, introducendo anche elementi di razionalizzazione della spesa, provando a trovare “gli sprechi”, senza un sistema (sw e hw) che ci fornisca, non solo la quantità delle prestazioni ma anche la qualità delle stesse?
 
Il PC come una risorsa, dunque, dalla medicina di attesa alla sanità di iniziativa attraverso gruppi multiprofessionali a disposizione dei cittadini sul/nel territorio integrando personale di studio, infermieri, specialisti ed altri professionisti per fornire risposte integrate e condivise, per il trattamento della cronicità, fragilità e complessità superando anche le “diseguaglianze di accesso”.
Sono cambiati i “fondamentali” della Sanità da diversi anni ma molti, troppi non se ne vogliono accorgere.
 
Saffi Giustini
Medico di famiglia
Consulente AIFA Cure Primarie
SIMG Area Farmaco


19 agosto 2013
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