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Lo scippo della dirigenza e il ritorno del “primario” padrone

di Stefano Magnone

06 NOV - Gentile Direttore,
con un leggero stupore ho letto il documento delle Regioni che, tra le altre proposte, annovera anche quella di ritornare all'era pre-dirigenza medica e lasciare che la qualifica dirigenziale si acquisisca, non si sa bene quando, con un concorso interno.
Premetto che mi sfugge il nesso tra le attuali condizioni della categoria professionale, il buon funzionamento dei nostri ospedali e la nostra attuale qualifica. Forse ci si riferisce al fatto che da vent'anni si ragiona, per una parte della retribuzione, per obiettivi, spesso mai assegnati e, quando li fossero, sempre di stampo burocratico-amministrativo e mai clinico? Forse ci si riferisce all'indennità di specificità medica presente nelle nostre buste paga con l'intento di decurtarcela?
 
O forse ci si riferisce alle centinaia di migliaia di ore che gratuitamente e impunemente i medici ogni anno regalano alle aziende e ai pazienti? Se è così saremo ben lieti di lavorare le nostre mitiche 38 ore contrattuali e basta. Spiace constatare per l'ennesima volta che i medici sono visti come un problema e non come una risorsa, come la fonte di (quasi) tutti i mali e non come l'ultimo baluardo del sistema, insieme con gli infermieri (dico bene: infermieri, perché molto ci sarebbe da dire sulla dirigenza infermieristica).
 
Mai come ora si sente la mancanza di unità della categoria per iniziare una vera lotta, come quella, leggendaria per me che non c'ero, degli anni '80. Certo non ho titolo per parlare a nome della categoria ma se con questa ultima trovata ci vogliono scippare la vera conquista della dirigenza e cioè l'autonomia professionale con il livello unico e tornare a primario/aiuto/assistente preparatevi a migliaia di valigie di medici migranti verso paesi più seri.
 
L'Italia a questo punto si cerchi medici disposti ad essere nuovamente soggiogati in una logica padronale di primari sempre nominati dalla politica ma padroni delle professionalità dei loro collaboratori. Se poi si vuole meglio delineare la crescita professionale e di carriera sarebbe sufficiente legare l'aumento retributivo a quello professionale e non gestionale: niente di più facile, lo capisce anche un imbecille! Peccato che nei paese dove è così, come il Regno Unito, i primari non esistono!
 
Stefano Magnone
Chirurgo, Bergamo

06 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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