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Medici, gay, lesbiche e nuovo Codice deontologico

di Manlio Converti

19 GEN - Gentile Direttore,
il 16 gennaio scorso ho avuto un incontro con il Comitato Unico di Garanzia dell’OdM Napoli con cui sono in contatto da tre anni sul tema Medici Gay e pazienti Lgbt, che nel frattempo è diventato il titolo di un mio blog (www.psychiatryonline.it/rubrica/4376) per gentile concessione del prof. Bollorino. La questione è ignorata dalla maggioranza dei colleghi che ancora ricordano l’omosessualità come una patologia psichiatrica oppure che, aggiornati da eventi televisivi, si attengono individualmente al mandato del 17 maggio del 1993 dell’Oms senza riflettere adeguatamente sul tema in termini pratici e burocratici.
 
In Italia in realtà una nota del ministero della Salute del 2012 ci informava che dal 1 ottobre 2013 anche il SSN si sarebbe attenuto all’ICD X, in cui viene eliminata ogni patologia riferita all’orientamento sessuale e si accoglie esplicitamente la dizione “l’omosessualità, l’eterosessualità e la bisessualità sono normali varianti della sessualità umana”.
 
Allo stesso tempo la Fnomceo è impegnata nella riscrittura del codice deontologico e proprio in questa ottica, sebbene in ritardo, si invita alla massima diffusione di questa richiesta ufficiale che le espongo in quanto iscritto all’Ordine dei Medici e rappresentante nel merito di Arcigay Napoli.
Se infatti oggi i nostri colleghi gay o lesbiche sono terrorizzati all’idea di dichiararsi, lo sono sia per non incorrere nelle vessazioni generali dell’omofobia ma soprattutto per evitare di incorrere in quelle specifiche dell’Ordine dei Medici che impongono dignità e decoro anche al di fuori della professione medica.
 
Si chiede insomma di modificare il Titolo II sui Doveri generali del medico e in particolare il Capitolo 1, riguardante “Libertà, indipendenza e dignità della professione” che all’Art. 3, “Doveri del medico”, attualmente recita:
“Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia,in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. La salute è intesa nell'accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisico e psichico della persona”.
 
Quello che proponiamo è di aggiungere la dicitura, non solo  “di orientamento sessuale” ma anche “di identità di genere, di disabilità, di stato socio-economico”, in conformità con quanto espresso dall’ICD X e come già accolto da anni dall’Ordine degli Psicologi nel suo Codice deontologico, sempre a partenza da stimolazione specifica da parte della Campania e della città di Napoli in particolar modo, a tutela dei professionisti iscritti all’albo e di tutti i pazienti da noi seguiti.
 
Le cito in coda appunto l’Articolo 4 del codice di deontologia degli psicologi:
“Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono  delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.”
 
E’ evidente che l’effetto della modifica richiesta tuteli soprattutto i nostri pazienti, che viceversa hanno mostrato in varie ricerche delle associazioni gay, dei mass.media e dell’Istat di subire spesso discriminazioni proprio in ambito sanitario.
Resto in attesa dei commenti dei lettori e di una risposta ufficiale della Fnomceo nel merito.
 
Manlio Converti
Psichiatra

19 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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