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Come combattere la corruzione in sanità. Cosa fa il San Filippo Neri

di L.Sommella e C.Gagliano

13 FEB - Gentile Direttore,
il tema della prevenzione della corruzione è più che mai di attualità. olo pochi giorni orsono la stampa ha rilanciato la notizia che il valore economico della corruzione in Italia è stimato in 60 miliardi e i termini per presentare il Piano omonimo da parte degli Enti della Pubblica Amministrazione sono scaduti il 31 gennaio scorso. Nella nostra Regione, la costituzione della rete dei Responsabili della Prevenzione della Corruzione e dei Responsabili della Trasparenza, fortemente voluta dal Presidente Zingaretti, sta dando come primi risultati la produzione e la pubblicazione dei Piani Triennali.
 
L’Azienda Ospedaliera S. Filippo Neri ha formalizzato il Piano nei termini di legge, lo ha trasmesso agli Organi regionali e al Dipartimento della Funzione Pubblica e reso disponibile sul portale web (www.sanfilipponeri.roma.it) nella sezione Amministrazione Trasparente.
La predisposizione del Piano Triennale, effettuata a cura del Responsabile Anticorruzione, è stata preceduta dall’individuazione e nomina dei Referenti, ossia dei Dirigenti/Responsabili delle Strutture aziendali che gestiscono le procedure a rischio corruzione. Nel mese di dicembre 2013 sono stati organizzati in Azienda due importanti eventi formativi sui temi generali dell’Etica e Legalità e sui temi specifici dei reati contro la PA. Tali eventi hanno coinvolto 154 dipendenti, tra Direttori di UOC, sanitarie ed amministrative, e Personale del comparto, che si è inteso sensibilizzare sul tema della corruzione e sui rischi ad essa connessi.
 
Il materiale utilizzato per gli eventi formativi è stato reso disponibile on line sul sito appositamente predisposto (www.antocorruzionesfn.info), fruibile da parte di tutti coloro che volessero meglio documentarsi e approfondire le tematiche affrontate.
Alla nomina dei Referenti ha fatto seguito la mappatura e quindi la graduazione dei rischi. Ciò ha richiesto la massima collaborazione di tutti i Dirigenti delle strutture aziendali, impegnati a fornire al Responsabile Anticorruzione i dati necessari al censimento dei rischi. L’analisi del rischio, l’individuazione delle misure da intraprendere, nell’immediato e nel corso del triennio, hanno richiesto un grande impegno da parte del Responsabile Anticorruzione per definire le strategie aziendali volte alla prevenzione del rischio.
Vasta è la gamma delle misure previste nel Piano Triennale: dai flussi informativi continui che dovranno pervenire al Responsabile Anticorruzione sul numero delle procedure in corso a rischio corruzione, alla trasmissione dei capitolati di gara e dei bandi di concorso o selezione pubblica; dalla predisposizione di strumenti per agevolare le segnalazione di illeciti (indirizzo mail dedicato, modello di segnalazione illeciti da pubblicare sul sito web aziendale) alla rotazione, ove possibile, del personale operante nelle Strutture a più alto rischio di corruzione; dall’attenzione al rispetto del Codice di Comportamento al monitoraggio dei sistemi di pagamento e di remunerazione, all’applicazione di regole chiare per la gestione del conflitto di interessi.
 
E’ indubbio che la “corruttela”- favorita dalla poca trasparenza e dalle troppe resistenze e ambiguità nelle azioni di contrasto - costituisca una delle principali cause di inefficienza dei servizi destinati alla collettività, del dissesto della finanza pubblica nonché della disaffezione dei cittadini verso le Istituzioni.
Certamente non scopriamo solo adesso l’esistenza di un fenomeno che, nella estrema varietà delle sue manifestazioni, è ubiquitario e sotto i nostri occhi, ma non si può rimanere indifferenti di fronte a delle attività illecite che erodono quasi la metà del Fondo Sanitario Nazionale. Né possiamo essere confortati dal sapere che, se debellassimo la corruzione, con il ricavato ci saremmo automaticamente liberati degli odiosi e (spesso) fallimentari Piani di rientro, in quanto se la lotta sistematica e senza quartiere alla corruzione nella PA comincia adesso, abbiamo bisogno di tempo per vederne i frutti.
 
E’ infatti realistico pensare che tutti gli strumenti previsti, pur con l’impegno e la tenacia degli attori coinvolti, non daranno i risultati sperati fino a quando nel nostro Paese non crescerà la cultura della legalità e del rispetto del bene comune, sentimenti che dovrebbero essere “instillati” nelle persone fin dalla nascita, ma i “piani di azione” anticorruzione certamente concorrono allo sviluppo di questa cultura.
 
Lorenzo Sommella
Commissario Straordinario
 
Crocifissa Gagliano
Responsabile Prevenzione Corruzione
Azienda Complesso Ospedaliero S. Filippo Neri 

13 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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