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Le professioni sanitarie nel Lazio: risorsa per l'appropriatezza e la sostenibilità del SSR

di Elena Izzo

27 MAG - Gentile direttore,
le scrivo per relazionare su un convegno tenutosi a Roma sullo stato dell'arte e sul futuro delle professioni sanitarie anche al fine di lanciare un appello per un percorso condiviso tra professionisti, parte sindacale e politica verso la crescita e la valorizzazione degli operatori. Si tratta del Convegno “Le professioni sanitarie nel Lazio: risorsa per l'appropriatezza e la sostenibilità del SSR” organizzato dal Coordinamento Professioni Sanitarie della Regione Lazio e tenutosi a Roma il 9 Maggio 2014 presso il Consiglio della Regione Lazio. I relatori: Paola Caruso, Presidente del Coordinamento; Marina Davoli, Direttore Dipartimento Epidemiologia SSR; Marinella D'Innocenzo, Area Formazione, Direzione Salute e integrazione sociosanitaria Regione Lazio; Mario Poligioni, Presidente ASNAS; Antonio Di Nicola, Consiglio Direttivo regionale ANTEL.
 
Presenti i consiglieri Regione Lazio Riccardo Agostini (PD) e Davide Barillari (Movimento 5 Stelle), per il Ministero della Salute il dott. Saverio Proia, l'eurodeputato Francesco De Angelis e la Senatrice Maria Spilabotte, vicepresidente della Commissione Lavoro del Senato.
Si è notata la mancata partecipazione dei “decisori” a livello regionale: nonostante l'importanza del tema di discussione per il futuro del nostro SSR: on. Rodolfo Lena della Commissione Politiche Sociali e Salute della Regione Lazio, l'On. Mauro Buschi, Presidente della Commissione Bilancio della Regione, Dott. Alessio D'Amato e la Dott.ssa Flori De Grassi (cabina di regia sul SSR).
Grandi assenti: i sindacati confederali.
 
La FLP Sanità, unica rappresentanza sindacale presente, non poteva mancare perché il tema delle professioni sanitarie è al centro delle proprie linee programmatiche. Tant'è che la stessa Organizzazione Sindacale fa parte della CSE Sanità, Federazione di OO.SS. autonome che per statuto si occupa di professioni sanitarie, sociali, tecniche ed amministrative.
La finalità alla base del convegno è far contribuire tutti i professionisti della Regione Lazio alla progettazione di un modello organizzativo capace di adeguarsi alle esigenze di salute della popolazione che dovrà necessariamente passare per la valorizzazione di tutte le professioni sanitarie e sociali secondo un modello di collaborazione e integrazione come prevede la L. 251/00. Ed è proprio l'applicazione della L. 251 che stenta a partire nel Lazio con un progetto di legge (n° 18 del 18/04/2013) presentato dal PD su un argomento oggetto di intensa campagna elettorale ma fermo presso il Consiglio Regionale da tempo. I rappresentanti delle professioni sanitarie hanno fatto il loro lavoro inoltrando osservazioni e richieste di modifica al progetto.

Ma la politica?
Il consigliere Barillari denuncia come non sia stata data importanza alla legge sulle professioni sanitarie vista la priorità attribuita ad altre questioni in Consiglio Regionale ed evidenzia l'assoluta necessità di ascoltare tutti i professionisti, cosa che non si è finora realizzata.
In merito Agostini ha giustificato il ritardo con il fatto che la maggioranza in Consiglio ha deciso di dare priorità all'applicazione della legge 328 sull'assistenza sociale ferma da 14 anni. Agostini prevede però che la legge regionale sulle professioni sarà approvata entro la fine dell'anno a seguito di un percorso di confronto e di valutazione di tutti gli emendamenti presentati dai vari Collegi pur senza stravolgere il senso generale della proposta.
Ci auspichiamo che non passino altri 14 anni come per l'assistenza sociale!

Per evitare ciò il sindacato insieme con gli Ordini e le associazioni di categoria devono fare la propria parte. Per questo la FLP Sanità ha intenzione di avviare un percorso di confronto con il Coordinamento delle professioni sanitarie del Lazio in modo da sfruttare tutte le sinergie sia per accelerare l'approvazione della legge valutando tutte le possibili modifiche sia per altri argomenti quali la casa della salute. Sulla base di questi confronti la FLP Sanità, insieme con la CSE Sanità, potrà avere maggiori spunti per la propria attività di difesa degli interessi dei diversi professionisti del comparto definendo un programma che parta dai bisogni degli stessi lavoratori.

Sulle case della salute un intervento incisivo, approfondito e necessariamente critico: quello di Antonio Di Nicola, tecnico di laboratorio del Consiglio Direttivo Regionale dell'Antel. Il Dott. Di Nicola, comparando il progetto del Lazio con quello di altre Regioni virtuose (Toscana, Emilia, Marche) che hanno istituito da tempo tale modalità di erogazione dei servizi sul territorio, ha evidenziato le lacune e le incongruenze di un progetto del Lazio buono per la sua idea di base ma privo della degna considerazione di tutte le aree professionali della Sanità. E' necessaria dunque una rimodulazione in modo da ricomporre tutte le separazioni storiche tra i professionisti sanitari attraverso equipe multiprofessionali e realizzare concretamente attività interdisciplinari tra tutti gli attori del sistema. Senza nulla togliere agli altri interventi questo argomento meritava di essere posto al centro dell'evento e non in coda a tutte le relazioni in quanto è difficile parlare del futuro delle professioni sanitarie senza ragionare su una adeguata politica territoriale del servizio sanitario.
Il consigliere Barillari ha invece sottolineato la mancanza nel Lazio di alcuna programmazione o di documento progettuale come il business plan nella realizzazione delle case della salute essendo considerato un mero esperimento.

Chi scrive ritiene che la scelta di intraprendere la strada della Casa della Salute sia corretta soprattutto in una Regione in Piano di Rientro ma non si possono soddisfare al meglio i bisogni di salute del cittadino senza considerare il contributo che tutti i professionisti possono dare e senza passare per il pieno riconoscimento dei diversi ruoli e delle differenziate responsabilità. L'approccio deve essere necessariamente multidisciplinare e multiprofessionale per mettere al centro l'utente che ha diritto ad un'assistenza di qualità e ad un'organizzazione integrata e funzionale rispetto ai suoi bisogni di assistenza che gli eviti lunghe attese e rischi per la salute. All'interno di questo contesto anche la formazione ha un ruolo determinante: introduce l'argomento la dott.ssa D'Innocenzo che dirige la formazione a livello regionale la quale ha parlato di formazione quale strumento di valorizzazione dei professionisti al fine di coinvolgere il personale al raggiungimento degli obiettivi. Obiettivi che devono essere condivisi come anche le responsabilità in un modello di integrazione legato alle funzioni. Ha poi informato sui programmi di formazione regionali.

Durante la tavola rotonda ci sono stati confronti anche accesi tra una platea stanca di aspettare risposte concrete alle giuste istanze di crescita e dignità professionale degli operatori interessati e la parte politica. Non sono però mancati stimoli positivi nel percorso di crescita sulle professioni sanitarie che deve essere necessariamente in salita e nel quale la Flp è desiderosa di contribuire insieme con il mondo professionale alle scelte per loro determinanti.

Dott.ssa Elena Izzo
Coordinatore Generale FLP Sanità 

27 maggio 2014
© Riproduzione riservata

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