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Silvestro, Nursind e i veri problemi degli Infermieri

di Marcello Bozzi

19 NOV - Gentile direttore,
condivido in pieno il suo pensiero. I veri problemi degli Infermieri non sono certamente né il doppio incarico della Presidente Senatrice Silvestro, né la trasparenza del Nursind. Probabilmente, nella migliore delle ipotesi, queste argomentazioni interessano circa il 10% della popolazione infermieristica.
 
I problemi veri sono altri:
La componente stipendiale - contratti fermi da troppo tempo e nessuna diversità con i professionisti afferenti ad altre professioni sanitarie che, a differenza dell'Infermiere, prendono in carico e gestiscono processi.  L'Infermiere, unitamente ad altri professionisti, prende in carico la persona, con una progettualità propria (pensieri e azioni), con un livello di responsabilità significativamente diverso. 
Inoltre, la comparazione tra i livelli stipendiali di Infermieri ed operatori di supporto, consente di evidenziare il “gap” minimale esistente, certamente non proporzionato rispetto alle responsabilità, con conseguente  aumento del disagio e una diminuzione della motivazione.
L'impossibilità giuridica di realizzare attività libero-professionale parallela all'attività istituzionale non è certamente di aiuto.
 
I nuovi ruoli e responsabilità– lo sviluppo tecnologico e scientifico obbliga (o forse è meglio dire “dovrebbe obbligare”) il sistema formativo ad un continuo adeguamento dei curricola per i nuovi bisogni degli utenti, per le necessità del sistema e per lo sviluppo della disciplina e degli Infermieri, sempre più inseriti in progetti di cura e assistenza multi-professionali e multi-disciplinari. 
Prendiamo atto che alla evoluzione e allo sviluppo degli Infermieri e dell'Infermieristica non è corrisposta una analoga evoluzione nei modelli organizzativi e nei sistemi di cura e assistenza, con una invarianza di comportamenti, atteggiamenti e considerazioni nei confronti degli Infermieri, in particolare da parte di altre famiglie professionali.
 
Le dotazioni organiche– sono passati oltre 5 lustri dall'ultimo indirizzo normativo e non è più possibile fare riferimento a detti criteri, troppo “lontani” dalle problematiche  cliniche, assistenziali e riabilitative di oggi.
Per non parlare delle evoluzioni scientifiche e tecnologiche che hanno pesantemente modificato i sistemi di cura e assistenza, con l'assoluta necessità di prevedere una differenziazione di risorse e una diversa numerosità rispetto alle situazioni esistenti.
 
La disoccupazione  ( o inoccupazione) infermieristica– tanti nostri giovani infermieri stanno preparando la valigia per andare a lavorare in altri Paesi (Inghilterra, Germania, etc.), dove peraltro sono molto apprezzati.
La diminuzione della  possibilità occupazionale in Italia per gli Infermieri può essere collegata a diverse variabili:
· un grave errore nella programmazione dei numeri degli studenti da ammettere ai Corsi di Laurea di I livello (non sembrerebbe, tenuto conto dell'elevato livello di analisi dei dati e successivo approfondimento scientifico e metodologico, con un forte coinvolgimento dei contesti territoriali);
· sono migliorate le condizioni di salute delle persone  (non sembrerebbe, tenuto conto delle situazioni demografiche, epidemiologiche e socio-economiche della popolazione);
· le riorganizzazioni del SSN/R (riduzioni di pl, diminuzione di strutture complesse, accorpamenti di UU.OO., etc.), con conseguente diminuzione delle necessità di Infermieri e Operatori di Supporto (potrebbe anche essere ragionevole e logico il “pensiero guida …. diminuiscono i posti letto e pertanto, se ci sono meno malati, necessitano meno infermieri!”.  Nella realtà le carenze sono talmente elevate che, nella migliore delle ipotesi, le razionalizzazioni servono a colmare le carenze “storiche”.
 
La realtà è un'altra. Sono peggiorate le condizioni economiche del Paese e la “spending review” ha pesantemente colpito le componenti assistenziali infermieristiche e gli operatori di supporto.
I colpi hanno “infierito” in misura minore su altre famiglie professionali (es. medici), nonostante la comparazione dei dati OCSE evidenzi appieno, per il nostro Paese, un esubero di Medici (+ 60.000) e una carenza di Infermieri (- 90.000).
Nessuno ha analizzato il possibile aumento dei costi di domani, conseguenza diretta della minore risposta di oggi ai bisogni di salute della popolazione.
 
 
Il sistema delle cure primarie– il legislatore (Balduzzi) ha riorganizzato il sistema. Era giunto il momento di rivedere l'assetto delle cure primarie in un'ottica diversa, più in linea con i nuovi bisogni della gente, con una reale presa in carico e una continuità di servizio H24.  Sono state istituite  (o sono in via di attivazione) le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali forme organizzative della medicina convenzionata, attraverso il raggruppamento di MMG e PLS, per un migliore servizio e la garanzia della  continuità  del servizio.
 
L'OMS e il PSN evidenziano appieno l'importanza della figura infermieristica e il ruolo fondamentale previsto per detta figura professionale (in linea con quanto avviene nel resto del mondo!).
L'analisi documentale consente di evidenziare una importante discrepanza tra “principi teorici”  e  “applicazioni pratiche”.
Di fatto non è stato previsto il finanziamento per la componente assistenziale infermieristica (forse pensando ad un “recupero” di risorse, da dirottare al territorio, conseguenza diretta della diminuzione dei pl …. ma così non è stato!).
Dal momento che i vincoli normativi non consentono l'assunzione di personale, in molti casi si è fatto ricorso al fondo  “beni e servizi”  per consentire l'attivazione e il funzionamento delle UCCP e delle AFT, con contratti e convenzioni spesso attivati con strutture, associazioni, cooperative, etc., con molti dubbi e perplessità circa il livello qualitativo delle prestazioni erogate (ovviamente senza voler fare “di tutta l'erba un fascio”).
Per non parlare dei livelli retributivi orari adottati che, troppo spesso, risultano paragonabili alle tariffe dei “pulitori di scale” (con tutto il rispetto per chi fa quel lavoro duro e pesante).
Il Patto per la Salute 2014 / 2016 prevede che tali servizi debbano essere garantiti  “con personale dipendente del Ssn come previsto dal comma 2 dell’articolo 1 della legge 189/2012 , per l’erogazione delle cure primarie ...”; confidiamo in nuove e diverse applicazioni.
 
La formazione –è stato ripetutamente detto che l'attuale formazione necessita di una importante revisione curricolare.
Così come necessita una diversa strutturazione il “corpo insegnanti”, con il pieno riconoscimento dei docenti disciplinari (almeno un ricercatore, un associato e un professore ordinario per ogni Ateneo con il Corso in Infermieristica attivato).
 
E' apprezzabile il richiamo del legislatore ai “percorsi formativi complementari”  (art. 39 – comma 12 – della bozza della legge di stabilità 2015), con “ricordi” alle specializzazioni mediche, forse mutuabile  “a fatica” nell'ambito assistenziale di oggi, dove le complessità clinico-assistenziali, abbinate alle caratterizzazioni di contesto e alle specificità di percorsi e processi definiti a livello di Azienda / Area Vasta, probabilmente mal si coniugano con la “genericità specialistica”.
Probabilmente è più utile investire  nello sviluppo del sistema ECM, con particolare riferimento al dossier formativo, con il chiaro intento di definire  e sviluppare i saperi necessari, ai singoli e ai gruppi, per operare in quel dato contesto,  a tutela e garanzia degli utenti e degli stessi professionisti.
 
La revisione dei modelli organizzativi –non è possibile pensare ad un sistema che richiede professionisti con saperi avanzati …. cui viene chiesto di lavorare con le  “regole” del passato.  L'evoluzione scientifica e tecnologica, unitamente ai cambiamenti che hanno riguardato i sistemi formativi, obbligano dei cambiamenti anche nei modelli organizzativi e nei sistemi di cura e assistenza, con ri-definizione di ruoli e responsabilità.
 
Gli stessi principi vengono ripresi nel comma 12 dell'Art. 39 della bozza della legge di stabilità 2015 che recita “ferme restando le competenze dei laureati in medicina e chirurgia in materia di atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia, con Accordo tra Governo e Regioni, previa concertazione con le rappresentanze scientifiche, professionali e sindacali dei profili sanitari interessati, sono definiti i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di equipe su compiti, funzioni ed obiettivi, delle professioni sanitarie infermieristiche- ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, ….”.
 
Nulla di nuovo, dal momento che analoghi contenuti caratterizzano l'art. 8 del CCNL dell'Area della Dirigenza SPTA, riguardante la Dirigenza delle Professioni Sanitarie, con ripercussioni su ogni livello dell'articolazione della filiera professionale.
 
I percorsi di carriera – nuovi ruoli e nuove responsabilità – l'analisi storica consente di affermare che il Regio Decreto del 1925, per poter esercitare la professione di Caposala,  prevedeva un anno integrativo alle Infermiere Diplomate.  Il fatto che anche il master di oggi sia annuale genera molti dubbi e perplessità.
 
Negli anni '70 prima si sono sviluppate diverse specializzazioni (anestesia e rianimazione, sala operatoria, dialisi, etc.) e, a seguire, l'arretramento su posizioni precedenti (infermiere unico e polivalente …. così definito in quel tempo!).
 
Successivamente lo sviluppo si è caratterizzato con il passaggio della formazione all'Università (prima Diplomi Universitari e poi Corsi di laurea di I livello), per proseguire poi con i Corsi di Laurea di II livello e con l'attivazione di molti Corsi di Perfezionamento e Master che hanno certamente contribuito alla crescita culturale e professionale degli Infermieri.
 
E' giunto il momento di ri-ordinare il sistema e di dare una diversa valorizzazione ai tanti Infermieri che, con sacrificio, si sono impegnati per la crescita personale e professionale, quasi sempre con risorse proprie, quasi sempre senza ritorni contrattuali.
 
A distanza di 10 anni dall'attivazione del CL di II livello (scienze Infermieristiche ed Ostetriche) sono stati “abilitati” 8.500 professionisti.
E' necessario pensare all'ottimale utilizzo dell'investimento fatto e alle possibili soluzioni occupazionali, non tanto per una questione di “lobby”, quanto per una questione di specificità di saperi.
La riflessione può riguardare la direzione di strutture residenziali (pazienti con stabilità clinica), la direzione di servizi, la direzione di strutture ambulatoriali, l'attività di docenza, la direzione di servizi formativi, la direzione di strutture post-acuti, etc. etc., con la possibilità per gli Infermieri di visualizzare orizzonti diversi, con importanti ripercussioni nelle possibilità di sviluppo di carriera e con motivazioni e gratificazioni significativamente diverse.
 
 
Lo sguardo al futuro– il momento è molto difficile e delicato.
I problemi degli infermieri sono ben diversi dal doppio incarico della Presidente / Senatrice Silvestro.
 
Da molti anni in tanti hanno evidenziato l'importanza di avere Infermieri in politica, a tutti i livelli (Comune, Regione, Parlamento), per avere la possibilità di fornire un contributo allo sviluppo del sistema salute e del Paese. Oggi ne abbiamo 5, tra cui la Presidente Silvestro (le cui capacità professionali e di analisi dei fenomeni non sono certamente in discussione).
 
Il ruolo politico della Senatrice Silvestro è fondamentale:
· per consentire lo sviluppo degli Atti necessari all'allineamento dell'infermieristica italiana ai livelli Europei (in termini di “concettualizzazione” e non di mere “azioni”);
· per rispettare i principi della spending review, nel rispetto di precisi criteri ed indirizzi;
· per la revisione dei criteri per la determinazione delle dotazioni organiche (infermieristiche e degli operatori di supporto);
· per portare l'occupazione infermieristica almeno al livello medio degli altri Paesi OCSE (almeno 2,5 punti percentuali);
· per migliorare i livelli formativi e per il riconoscimento pieno dei Professori Disciplinari;
· per favorire lo sviluppo delle cure primarie, con il coinvolgimento diretto e piena responsabilità degli infermieri, per la presa in carico delle persone con fragilità e cronicità  e per l'assicurazione dell'assistenza ai più alti livelli possibili;
· per la valorizzazione dei ruoli e delle responsabilità degli infermieri, ad ogni livello dell'articolazione organizzativa della filiera professionale;
· per essere parte attiva nelle cabine di regia per il lavoro in sanità, in via di attivazione  (dove, ad oggi, non sembra essere presente la rappresentanza infermieristica);
· per essere parte attiva negli altri gruppi di lavoro / cabine di regia, riguardanti argomenti “core” per la professione infermieristica (es. “gestione delle risorse umane in sanità”, dove ad oggi, non sembra essere presente la rappresentanza infermieristica);
· per promuovere Atti finalizzati a generare una condizione che consenta di coniugare la nuova condizione pensionistica con i problemi di salute che interessano tanti infermieri.
Parallelamente il ruolo della Presidente Silvestro è fondamentale:
· per la definizione della linea politica professionale riguardante lo sviluppo degli Infermieri e dell'Infermieristica;
· per il coordinamento delle azioni e delle attività di politica professionale dei Collegi, da realizzare a livello di ogni singola Regione/Provincia autonoma, riguardanti gli Atti Legislativi Regionali (es. PSR) ed Aziendali (es. Atto Aziendale), al fine di prevedere il pieno coinvolgimento professionale, a tutela dei cittadini e degli Infermieri;
· per l'approfondimento scientifico e metodologico relativamente ai criteri per la determinazione delle dotazioni organiche;
· per l'approfondimento etico e deontologico (con il necessario supporto scientifico e metodologico) su aspetti assistenziali che coinvolgono con responsabilità diretta gli Infermieri;
· per il riconoscimento pieno dell'Infermieristica e degli infermieri e per una chiara definizione e condivisione dei ruoli e delle responsabilità, con il coinvolgimento diretto anche di altre famiglie professionali (es. medici), ad ogni livello dell'articolazione organizzativa della filiera professionale (linea di produzione, coordinamento – dirigenza);
· per la definizione autonoma e responsabile delle attività di specifica competenza infermieristica, con forte presa di posizione nei confronti di tanti altri che pensano di poter decidere la vita lavorativa degli infermieri, senza possederne né titolo, né abilitazione, e probabilmente solo a difesa di “benefici impropriamente e indebitamente acquisiti”.
 
Né può essere un problema il Nursind (sindacato professionalizzante, fortemente auspicato da tanti …. e che oggi c'è!. Ma bisogna considerare anche le altre Organizzazioni Sindacali per il contributo che hanno dato e che comunque continuano a dare per lo sviluppo del sistema).
 
Le attività della componente ordinistica e delle organizzazioni sindacali (Nursind ed altre) sono indubbiamente diverse, anche se con importanti margini di parallelismo su argomenti di comune interesse.
Sarebbe importante il dialogo e la condivisione degli obiettivi, con la massima chiarezza e trasparenza, nel rispetto delle rispettive rappresentanze. Tutta la professione ne gioverebbe.
 
Per quanto concerne la discussione relativamente al doppio incarico della Presidente / Senatrice Silvestro, a prescindere dai pareri espressi dagli Organi Istituzionali e illustri Cultori della materia, io non credo di avere titolo (e ancor meno competenza) a giudicare.
Né ritengo di avere titolo per prese di posizioni relativamente alle modalità previste e seguite per ricoprire i due ruoli.
Penso invece di poter esprimere liberamente, e con forza, la necessità di affrontare, con grande rigore ed impegno, le questioni presentate (riportate a titolo esemplificativo e certamente non esaustive), con il coinvolgimento diretto e partecipato di tutte le forze professionali (ordinistiche e associative, e anche sindacali, almeno per le problematiche di comune interesse, nel rispetto dei compiti istituzionali), per una risposta ai problemi veri degli infermieri.
Certamente si tratta di impegni molto forti ed importanti, di rilevanza strategica sia per lo sviluppo della Disciplina e degli Infermieri, sia per la salute dei cittadini.  La Presidente e Senatrice Silvestro sarà sicuramente, con scienza e coscienza, in grado di fare le scelte giuste!
 
Per quanto concerne la discussione relativamente al Nursind, pur apprezzando le iniziative promosse, e nella comprensione relativamente alle richieste presentate nelle due pubblicazioni (libro bianco 1 e libro bianco 2), le cui risposte aiuterebbero a fare chiarezza e a promuovere la trasparenza, ritengo che sia giunto il momento di passare dalla “protesta”  alla  “proposta”, cercando tutte le alleanze possibili, anche con le altre Organizzazioni Sindacali, per arrivare a dare risposte concrete ai problemi degli infermieri (a partire dagli stipendi, fino ai riconoscimenti professionali e agli sviluppi di carriera.
 
 
Marcello Bozzi
AUSL Pescara - Infermiere

19 novembre 2014
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