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Sessant’anni fa la prima scuola per gli ortottisti italiani

di Dilva Drago

18 SET - Gentile direttore,
Lunedì 21 settembre si svolgerà presso l’auditorium del Ministero della Salute un evento promosso da AIOrAO, l’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in Oftalmologia rappresentativa della professione. L’evento, a cui è stata invitata a partecipare il Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin, nasce per festeggiare l’istituzione della prima scuola per ortottisti in Italia nel 1955 presso l’università di  Milano.
 
Gli obiettivi della prima scuola  erano di fornire una preparazione completa, sui problemi dei difetti di refrazione,  disturbi oculomotori e sull’ambliopia, la legislazione, le  politiche socio sanitarie, i bisogni della popolazione legati ai cambiamenti sociali, l’aumento dell’età media della popolazione, l’esplosione  della tecnologia in medicina  hanno modificato nel corso di questi sessant’anni  il profilo professionale dell’ortottista ampliandone le competenze. Si è arricchito infatti, nel passaggio da corso universitario biennale a triennale, di tutta la diagnostica strumentale oftalmica e dell’assistenza oftalmologica.
 
Il core competence attuale spazia quindi dalla prevenzione  visiva in  tutte le età biologiche, alla valutazione e trattamento dei disordini della motilità oculare, alla riabilitazione dei deficit visivi (ambliopia, ipovisione,..), agli esami funzionali, alla diagnostica strumentale ed assistenza in oftalmologia. La figura professionale è presente attualmente in tutti i reparti di oculistica e nelle équipe di ipovisione, è ambita ma ancora poco presente, nei centri di medicina fisica e riabilitativa, neurologia, diabetologia, e neuropsichiatria infantile.
 
Si ripercorrerà quindi la storia della professione ma si parlerà anche di come gli ortottisti possono essere utilizzati nella riorganizzazione della sanità prevista dal  Patto della Salute. Un impiego massivo nel processo diagnostico-strumentale degli ambulatori e unità operative di oculistica può essere funzionale alla sostenibilità  del sistema sanitario in oftalmologia. La presenza dell’ortottista inoltre è ancora rara nei servizi territoriali mentre potrebbe essere prevista ad esempio presso  le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) delle cure primarie per gli screening della retinopatia diabetica, e del glaucoma, per valutazioni ortottiche e strumentali di primo livello e telemedicina con una funzione di raccordo nei follow-up di patologie visive tra territorio ed unità operative di oculistica.
 
Si parlerà poi di appropriatezza professionale ed anche del lavoro a livello europeo per definire le competenze comuni che possono rappresentare il core della professione in Europa in modo da ottenere la stessa potenzialità professionale in tutti i paesi europei nell’ottica di una libera circolazione che  permetta ai cittadini europei di accedere a professionisti di equivalente livello di formazione e competenza.
 
Dilva Drago
Presidente dell’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in oftalmologia

18 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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