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Gli infermieri e la gestione di un collasso quotidiano

di Maristella Mencucci (Usl Toscana centro)

07 FEB - Gentile Direttore,
l’articolo della Presidente Mangiacavalli (IPASVI) del 15 gennaio scorso illustra una situazione numerica del personale sanitario preoccupante, non solo nel versante infermieristico ma coinvolge tutte le professionalità e le specialità.
 
Sicuramente le normative europee sui nuovi orari del personale non hanno facilitato la copertura dei servizi, creando occasioni anche di allarmismo, strumentalizzazione di situazioni non sempre così reali, aprendo fronti sindacali pesanti e non così orientati al superamento del problema.
 
Il “caso Sanità”, se così lo vogliamo chiamare, si trascina da anni nell’inconsapevolezza di un personale addetto all’assistenza con necessità di energie, competenze e capacità avanzate in tutte le professionalità che ha subito un blocco del turnover troppo pesante nell’ultimo decennio causando rigidità del sistema, verso limitazioni causate dall’età matura (età media 48 a.) per una professione al servizio della persona. In tale situazione già fortemente mutilata si è inserito il grande tema dell’assistenza al familiare la L.104/92 e il Dlgs151/01, tali istituti se pur necessari, hanno però ulteriormente decimato gli organici creando ulteriore assenteismo nelle Linee assistenziali tali da richiedere una ridefinizione degli indici di sostituzione ormai obsoleti rispetto ai nuovi scenari di conciliazione.
 
Proprio gli indici di assenteismo nel contesto del pubblico impiego gravano ulteriormente su un sistema fragile e privo di elementi di flessibilità, ormai superiamo la soglia dell’8% in tante realtà con scarsi strumenti gestionali per dare risposte al sistema, senza poi entrare nel grande e vasto tema delle limitazioni alla funzione, uno scenario difficile e sempre più complesso.
 
La realtà infermieristica Italiana se confrontata con quella Europea è sempre stata la “cenerentola” nel percorso formativo nel percorso economico e nel riconoscimento delle responsabilità e delle competenze ma soprattutto sono gli ambiti di governo nel Sistema Salute che attori del sistema Sanità non desiderano riconoscerci, ambiti di autonoma possibili negati, ambiti di sviluppo e crescita non riconosciuti, ambiti di gestione economica non affidata, ogni giorno gli organi di Dirigenza Infermieristica si trovano a dover riconfermare un ruolo ed una posizione a tutela della professione Infermieristica.
 
Mi chiedo se non sia il momento di crescere un po’ tutti.
 
Dr.ssa Maristella Mencucci
Infermiera dirigente USL Toscana centro

07 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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