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Perchè quando si parla di nuove assunzioni in sanità si parla solo di medici e infermieri?

di Angelo Minghetti

15 FEB - Gentile Direttore,
nella trasmissione di Ballarò del 9 febbraio la sensazione che è emersa dagli interventi è che in Italia la tutela della salute individuale e collettiva sia un’esclusiva di medici e infermieri, omettendo l'esistenza di altre figure integrate all'interno del SSN, che contribuiscono in maniera significativa e determinante al raggiungimento degli obiettivi della salute della collettività.

La dichiarazione della presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, di assumere infermieri poiché i più vicini ai pazienti, è la testimonianza di come con facilità estrema, in tutti i contesti, siano sempre dimenticati tutti gli altri 250 mila operatori che tutti i giorni operano nell’assistenza quotidiana direttamente al fianco dei malati, portando il loro contributo assistenziale e decisivo all’interno dei reparti in cui operano, proprio per il fatto di essere le figure più a stretto contatto con i bisogni dei pazienti.

Questa dimenticanza (forse anche voluta) fa capire quanto è trascurato questo ruolo, giustificandolo semplicemente come figura di “manovalanza” ma utilizzata, di fatto, a sopperire un’effettiva mancanza di personale attraverso la delega di funzioni spesso espressamente infermieristiche.

Ci preme ricordare anche ai mezzi d'informazione che l'assistenza di base è garantita e gestita anche da oltre 250 mila operatori (oss, infermieri generici. puericultrici, detti di supporto o di collaborazione), il cui intervento quotidiano al letto dei malati pensiamo meriti di essere ricordato e valorizzato nella chiarezza dei ruoli e nelle diverse responsabilità e funzioni.

Notiamo che si affronta solo il problema di sviluppo professionale per i laureati definendo e differenziando all’interno dell'assistenza sanitaria una gestione prettamente di natura professionale tralasciando e costantemente dimenticando la professione ormai integrata di molti operatori (OSS – Infermieri Generici – Puericultrici) come se questi non esistessero ma che i pazienti conoscono molto bene ormai da diversi anni.  Eppure anche queste figure subiscono il turn – over (oltre 90 mila oss disoccupati), precariato, demansionamento o a dirittura l’abuso di esercizio.

La ridefinizione dei profili deve essere un processo armonico per tutte le figure, non solo un comma che richiama una sola parte degli operatori generando confusione e incertezze che, di fatto, non permettono la funzionalità del sistema sanitario. Nella confusione generale si nota come la politica deve per prima prendere atto dell’esistenza di questi lavoratori avviando un percorso di trasformazione e organizzativa per riconoscere pari diritti a tutti.

Riportiamo una frase del presidente Enrico Rossi: “Almeno in parte sarà possibile sostituire il gran numero d’infermieri, che potranno andare in pensione, con un certo numero di giovani Operatori Socio Sanitari preparati, pieni di voglia di fare, e non ancora colpiti da quel fenomeno serio, come il burn out, che in sanità fiacca molte energie che tanto hanno dato, e stanno dando, al Servizio Sanitario”. Questa dichiarazione ha portato sbigottimento nelle file degli infermieri, quando è ormai realtà in tutte le strutture assistenziali, ed è visibile a tutti pure ai pazienti.

Ma si vuole far finta di non vedere o indurre a pensare che siano gli stessi infermieri a favorire questo slancio, demandando tutto quello che si ritiene non più di loro pertinenza ma che rimane di fondamentale importanza per l'assistenza quotidiana del malato.  La totale vaghezza e differenziazione regionale relativamente alla “delega di mansioni” fra infermiere ed operatore socio-sanitario determina la realtà odierna e anche il problema da noi spesso evidenziato, ma mai concretamente affrontato, della non uniformità nella formazione a livello nazionale e della mancanza di formazione continua - per tutte le altre figure professionali- in un ambito così delicato per i cittadini.

L’elemento comune per la politica e per la federazione infermieristica, ovviamente, riguarda l’assoluto rifiuto di accettare l’esistenza di questi operatori e della formazione dell’OSS non conforme alle linee europee. Pensiamo sia corretto che ogni figura mantenga la propria dignità e il proprio ruolo tra queste componenti del sistema sanitario.

Nella strategia per la sviluppo della salute, il Patto per la Salute 2014/2016, all'art 6, riafferma con forte convinzione la scelta strategica dell’integrazione sociosanitaria indispensabile per costruire un vero sistema avanzato di tutela della salute, dove gli operatori socio-sanitari, rappresentano già il primo profilo professionale del personale dell’area delle professioni e dei profili sociosanitari prevista dall’articolo 3 octies del dlgs 502/92, ancora non attuata, e coadiuvano quotidianamente i professionisti della salute, influendo positivamente sulla qualità dell’assistenza stessa.

L’obiettivo che si persegue è di far emergere questi lavoratori che svolgono un ruolo importante nel sistema sanitario e che dovrebbero avere accesso ad un’adeguata e uniforme formazione a livello nazionale, come avviene negli altri paesi Europei, attraverso progetti concreti in modo da renderli parte attiva nell’organizzazione. Purtroppo ciò non avviene e continuano ad essere dimenticati anche dal Ministero.

L’intento di questa nostra dichiarazione è di far intervenire rappresentanti di queste figure ogni qualvolta si discuta di sanità nei programmi televisivi in modo da far sentire anche la loro opinione e non solo l’opinione di altre componenti della sanità, riaffermando con convinzione che quando si parla di sanità e di salute, sia giusto citare tutte le figure che concorrono al raggiungimento degli obiettivi della salute della collettività, e quindi anche gli operatori che sono parte integrante dell'equipe assistenziale, insieme a medici e infermieri.

Cogliamo l’occasione di questa comunicazione per richiedere al Ministro un incontro anche per riprendere il discorso sul documento siglato il 4 luglio 2012.

Angelo Minghetti
Coordinatore nazionale della Federazione Migep


15 febbraio 2016
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