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Referendum. Sì all’abolizione della sanità delle Regioni. Ma Zingaretti e D’Amato saranno d'accordo?

di Donato Antonellis

07 OTT - Gentile direttore,
Io dico si al referendum per diversi e meditati motivi, non ultimo anzi forse in primo luogo, perché la regionalizzazione delle sanità ha provocato tanti disastri e nel Lazio non ne possiamo più.
 
Mi chiedo se il nostro Presidente, nonché Commissario della Sanità Nicola Zingaretti, e il regista da lui prescelto per elaborare le strategie della Sanità del Lazio, Alessio D’amato, siano della mia stessa idea.
 
Me lo chiedo per le troppe vicende gestite malamente nelle Aziende Sanitarie del Lazio (al netto di deficit e piani di rientro), dove le ragioni “politiche” prevalgono sempre su quelle tecniche-sanitarie, alimentando un senso d’ingiustizia che non porta a niente di buono.
 
Per esemplificare riferiamoci al tanto sbandierato Protocollo d’Intesa tra Sapienza e Regione Lazio siglato in pompa magna dal Presidente Zingaretti che, a differenza dei protocolli siglati in regioni vicine come la Toscana e L’Emilia ma evidentemente lontane anni luce dal Lazio, non contiene gli accordi attuativi.
 
Questo significa che il “lavoro sporco” lo ha dovuto siglare il Commissario Straordinario che, nonostante abbia lavorato fino a poco tempo fa al di sopra della linea dell’Aniene, arrivato a Roma deve aver ricevuto dalla “cabina di regia” il breviario della Sanità Laziale, a cui, ovviamente, tocca adeguarsi.
 
Dopo l’inglorioso arresto dell’ultimo direttore generale designato da Zingaretti, che non solo era smaccatamente “low-profile” ma si è pure fatto beccare, si pensava che la Regione si fosse finalmente decisa ad un “cambio di passo”. Tuttavia, leggendo l’atto aziendale appena siglato dal Commissario e dal Rettore, anche la più mite speranza naufraga.
 
Per tale motivo, non avendo mai avuto soddisfazione da parte dei vertici politici regionali, nonostante le molteplici richieste e diffide effettuate dal mio sindacato (ANAAO Assomed), rivolgo delle domande e un appello pubblico al Presidente Zingaretti, Commissario alla Sanità, e al suo Regista, perché finalmente rispondano e cerchino di porre rimedio al modo vergognoso con cui la Regione e l’Azienda Sant’Andrea si sono comportate e continuano a comportarsi discriminando i professionisti ospedalieri, ad eccezione, sia ben chiaro, della Direzione Generale e Sanitaria, infarcite di UOC, UOSD e UOD, più dannose che utili, a giudicare dai debiti accumulati dall’Azienda in pochi anni di esercizio.
 
Perché se sei medico ospedaliero in un’Azienda mista come il Careggi di Firenze o il Policlinico di Modena puoi fare carriera quanto i tuoi colleghi universitari potendo quindi dirigere UOC e Dipartimenti, mentre se sei un medico ospedaliero al Sant’Andrea di Roma devi fare pippa?
 
Perché tutti i posti sono assegnati ad personam a medici purché universitari anche quando come denunciato più volte dall’ANAAO Assomed, sono ben al di sotto della sufficienza professionale e gestionale?

Perché invece non vengono aperti almeno degli spiragli che consentano ai migliori professionisti nazionali di concorrere per venire a dirigere reparti al Sant’Andrea?
 
Perché fior di medici ospedalieri non hanno mai avuto neanche uno straccio di incarico di alta professionalità, anche se da anni e anni svolgono con impegno incarichi specifici?

Perché i casi di mobbing e demansionamento a danno dei medici ospedalieri hanno dilagato in questi anni, ma la Direzione Sanitaria non si è mai accorta di nulla anzi, diciamo che ha ostinatamente negato l’evidenza fino a farsi complice dei mobber?
 
Perché non si è mai potuta fare l’intramoenia dentro l’ospedale? Non sarà mica perché c’è chi preferisce farla in lussuose cliniche private dove spesso, ci riferiscono, vanno ad aiutarli anche gli specializzandi?
 
Perché c’è una Direzione Sanitaria che persevera strenuamente in un comportamento anti-sindacale a 360 gradi, non coinvolgendo mai chi lavora sul campo ma gestendo tutto dalla “consolle della play-station”, salvo inviare risibili reprimende sulla non osservanza di regole e regolette, magari del tutto inutili e dannose ma che alla direzione e ai suoi dirigenti fanno prendere fior di incentivi?
 
Perché si spende tantissimo su sistemi informatici scadenti, milioni per prati e fiori devolvendo a piene mani a ditte esterne, ma poi non si fanno funzionare a pieno regime servizi importanti per i Cittadini, perché per gli straordinari, invece, i soldi non ci sono?
 
Perché fino all’arrivo del Commissario Straordinario le delibere non solo non venivano pubblicate, ma non c’era verso di averle neanche su specifica richiesta del Sindacato?
 
Ben venga, Presidente Zingaretti, a tagliare il nastro del Laboratorio Analisi del Sant’Andrea, costato la spaventosa cifra di 27 milioni di euro (per cosa poi è un fitto mistero degno di Voyager).
 
Oltre ai sorrisoni, ai fiocchi e alle strette di mano con i primari universitari, pensi un po’ a tutti quelli che avevano fiducia in lei e che speravano in un po’ più di equità e di giustizia. Ci provi a spiegare la sua idea di Azienda Mista ospedaliero-universitaria Signor Presidente.
 
IO voto Sì al referendum, perché sono convinto che il Lazio potrebbe avere una Sanità migliore di questa.
 
A cominciare dall’abolizione dell’apartheid tra medici ospedalieri e universitari.
 
Dr. Donato Antonellis
Presidente del Centro Studi e Servizi ANAAO Assomed Lazio

Componente della Commissione di Controllo ANAAO Assomed Nazionale

 

07 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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