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I giovani chirurghi e la nuova legge sulla responsabilità professionale

di Stefano Rausei e Massimiliano Zaramella

19 MAR - Gentile Direttore,
la nuova legge sulla responsabilità professionale può piacere o meno, qualcuno la vede come una panacea per contrastare la medicina difensivistica se non astensionistica, che da anni striscia all’interno degli ospedali. Una risposta per quei pazienti cui spetta un giusto risarcimento che dovrà arrivare con tempi più brevi. Un utile strumento per i giudici che dovrebbero trovare in questa legge indicazioni e strumenti che facilitino loro la gestione dei contenziosi.
 
Perfino un nuovo breviario  per gli avvocati nel quale sarebbero indicate in maniera precisa, le vie da seguire per dare soddisfazione ai propri clienti indipendentemente siano essi la presunta vittima o l’accusato. Addirittura le aziende sanitarie e socio-sanitarie troveranno in questa nuova legge gli strumenti e le indicazioni su come potenziare ed ottimizzare il risk-management e rendere quindi più sicure le cure.
 
Secondo altri è un occasione persa, come dalle pagine del suo giornale spiega l’Avv. Ester Molinaro, per tutelare realmente, almeno sotto il profilo penale l’attività medica. In molti sono perplessi sulla elaborazione e gestione delle linee guida, che rivestiranno un ruolo chiave nell’applicazione futura della legge.
 
Obiettivo Ippocrate, sempre sul suo giornale (articolo dello scorso 6 marzo), ha manifestato la sensazione di un possibile ruolo di forza non equo delle compagnie assicurative. A tutto questo si aggiunge la percezione di un periodo di trepida attesa per vedere emanati i decreti attuativi che costituiranno le gambe su cui dovrà camminare la nuova legge Gelli-Bianco (non dimentichiamo che la precedente legge Balduzzi non hai mai visto i decreti attuativi previsti).
 
Tutti però dobbiamo riconoscere un grande merito alla legge 24/2017 di fresca pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, quello di aver riportato l’attenzione su una questione fondamentale: la necessità di trovare un corretto inquadramento ed un’equa tutela della responsabilità professionale medica in quanto fondamento, per noi irrinunciabile, per una buona pratica e, per i pazienti, per le migliori cure possibili ed a garanzia dei loro diritti.
 
Si respira inoltre la volontà di riappropriarci come medici di questi aspetti che per troppo tempo avevamo colpevolmente demandato ad altri, considerandoli ancillari e secondari rispetto alla “vera professione” che tutt’altro era; ora è chiaro che tutto questo è nel nostro operare quotidiano e rappresenta parte delle fondamenta su cui costruire il nostro presente e futuro professionale.
 
Non sorprende pertanto che tra i colleghi, chi  maggiormente presti attenzione a questo modo nuovo di formarsi siano proprio i più giovani, coloro che probabilmente sono meno costretti e vincolati da modelli passati ormai anacronistici e non più utilizzabili, che devono necessariamente proiettare il lavoro in un periodo lungo ed in un futuro lontano, in un nuovo contesto sociale e culturale.
 
E’ proprio partendo da tutte queste considerazione che si capisce il motivo per cui, al prossimo Congresso Nazionale della Società Polispecialistica Italiana dei Giovani Chirurghi (SPIGC) che si terrà a Varese dal 22 al 24 marzo, “Il rischio professionale e le nuove prospettive” occuperà un intera sessione in seduta plenaria, a dimostrare come, insieme alla formazione del giovane chirurgo, alle nuove tecnologie in chirurgia, rappresenti uno dei temi centrali nel percorso formativo per le generazioni di professionisti presenti e future.
 
Nella sessione, che avrà un format dinamico e prevederà nuove forme digitali di interazione tra i relatori e la platea, i giovani chirurghi, in presenza del prossimo Presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia (SIC), Prof. Paolo De Paolis,  potranno dare vita ad una discussione sicuramente vivace e confrontarsi con il Sen Bianco, relatore al Senato della legge sul rischio professionale, la D.ssa Mirka Cocconcelli, chirurgo ortopedico tra i massimi esperti del contenzioso in sanità, il Prof. Daniele Rodriguez, ordinario di medicina legale dell’Università di Padova, l’Avv. Alessia Gonzati, legale di Obiettivo Ippocrate che ha collaborato a molti degli emendamenti durante il percorso parlamentare dell’attuale legge 24/2017, la D.ssa Barbara Camerin, responsabile per il risk management della regione Veneto, il Dr. Pietro Bagnoli, chirurgo oncologo autore di “Reato di cura” vero caso letterario nell’editoria italiana.
 
Sicuramente i relatori avranno occasione di toccare e chiarire molte delle problematiche nella gestione del rischio professionale alla luce della nuova legge, ma altrettanto riceveranno ulteriori stimoli perché è risaputo che i giovani non si accontentano di nozioni, necessitano di convinzioni.
 
 
Stefano Rausei
Chirurgo Generale, Varese
Presidente XXVIII  Congresso Nazionale SPIGC
 
Massimiliano Zaramella
Chirurgo Vascolare, Vicenza
Presidente Obiettivo Ippocrate
 
 

19 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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