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Sostenibilità Ssn. Ci sono opportunità ancora inesplorate

di Maria Triassi

24 MAG - Gentile Direttore,
in ambito sanitario l’argomento prevalente è oggi quello della sostenibilità: sostenibilità dell’assistenza sanitaria, della Sanità Universitaria, della formazione. In realtà il problema che tutti percepiamo come pressante e al quale non riusciamo ancora a dare una risposta è la sensazione, che è poi una realtà, di un progressivo svilimento del pubblico e di una privatizzazione strisciante, sia del Servizio sanitario e sia della relativa formazione, nonostante si continui a ripetere e a ribadire che la priorità è il mantenimento dei livelli essenziali si assistenza e il raggiungimento di standard di salute.

Si constata inoltre, che, a dispetto dell’allungamento della vita media, la qualità della stessa è drammaticamente peggiorata: tutti sono d’accordo che l’accesso alle cure diventa sempre più problematico e difficile.

Subire passivamente questa marea montante non è possibile per coloro che credono nell’etica, nei principi di uguaglianza e nell’indipendenza delle professioni, del sapere e dell’insegnamento. Ma, viceversa, se facciamo come se nulla stesse accadendo e ignoriamo lo scenario intorno a noi che è in evoluzione rapidissima, rischiamo di esserne travolti, di perdere la scommessa del mantenimento del Welfare, di subire e di non governare i processi.

Sul fronte della formazione analogo trend, e la concorrenza tra gli Atenei e tra le Scuole di Medicina è sempre più pressante, il privato è sempre più presente, gli standard da mantenere sono sempre più impegnativi e, se non si offre qualità, si scende rapidamente nella scala del rating con conseguente declassamento dei finanziamenti istituzionali e della qualità. Di fatto si è incrementata la concorrenza pubblico-pubblico e pubblico-privato per l’accaparramento delle risorse, per l’attrazione degli utenti, utenti che sono sempre più attenti alle valutazioni, alle graduatorie, alle casistiche e a tutti i determinanti di qualità che caratterizzano la sanità pubblica, compresa quella universitaria.

Tutti invocano giustamente la salvaguardia e l’incentivazione delle competenze, come strada maestra per preservare la qualità ma anche la sopravvivenza stessa delle Strutture Pubbliche. È chiaro a tutti ormai che le rendite di posizione sono finite e occorre, per far sopravvivere una buona Sanità Pubblica e una buona Formazione Medica Pubblica, una competenza non solo professionale ma soprattutto il riconoscimento come punto di riferimento per la risoluzione di problemi complessi ed articolati. Inoltre è necessario che tali processi inizino con una precoce presa in carico dei problemi e finiscano con la loro risoluzione.

È facile rispondere che non ci sono sufficienti risorse, ma probabilmente non è un problema di quantità di risorse: a mio avviso il vero cambiamento è la loro distribuzione. Sempre di meno saranno i Fondi di Riparto Nazionale che le Regioni avranno a disposizione, anche in considerazione delle proposte normative in tema di Autonomie Regionali.

Vi sono una serie di opportunità non conosciute e non utilizzate da tutti, che possono rappresentare fonti di finanziamento integrativi a cui è diventato e diventerà sempre di più obbligatorio attingere per poter funzionare bene e non finire nella povertà della organizzazione del prodotto.

Mi riferisco ai Bandi Europei, alle Progettualità Nazionali e Regionali, all’adesione a Reti di Ricerca anche internazionali che mettono in palio finanziamenti importanti, pretendendo però il raggiungimento dei risultati.

Altra importante scommessa per il futuro sono le sinergie pubblico-privato, che sono state per lungo tempo viste come foriere di processi non virtuosi. Invece è possibile creare con il privato, utilizzando strumenti legali ed etici, sinergie qualificate che possono colmare lacune del pubblico e far crescere complessivamente l’intero sistema. Anche in Sanità è possibile mettere in atto queste strategie. Un esempio per tutti è quello dell’Ospedale del Mare: la sua progettazione ha previsto una integrazione tra aspetti sanitari ed aspetti economico-sociali. La presenza della palazzina della formazione, dell’albergo per i parenti e della galleria commerciale sono potenziali strumenti di finanziamento dell’offerta sanitaria e possono costituire anche un traino sociale e qualitativo per il territorio circostante.  Analogamente per la libera professione intramuraria: dove è stato possibile o si è avuto il coraggio di investire, ha costituito un importante introito integrativo per la Sanità Pubblica.

Analogo discorso vale per la Formazione Universitaria: occorre passare dalla enunciazione dei problemi alla elaborazione di risposte qualificate ai problemi emergenti: la richiesta di percorsi assistenziali e Formativi qualificati ed integrati; la sostenibilità delle Scuole di Specializzazione; la coniugazione dei sti standard, con una formazione di qualità; l’accoglienza dei luoghi ei i servizi globali offerti all’utenza; il decoro strutturale e comportamentale.

Qualità oggi significa punto di riferimento per soluzioni qualitative di sistemi complessi.

Maria Triassi
Ordinario di Igiene
Direttore del dipartimento di Sanità pubblica
e medicina preventiva  
Università Federico II di Napoli


24 maggio 2019
© Riproduzione riservata

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