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Pubblico e privato insieme per costruire la sanità del futuro

di Barbara Cittadini

11 MAG - Gentile direttore,
la pandemia da Sars-Cov-2, che da un anno e mezzo sta mettendo a dura prova il nostro Paese, ha reso evidente l’urgenza di intraprendere una riforma strutturale del sistema sanitario. Una necessità, finora, rimasta purtroppo confinata nel fragile limbo delle buone intenzioni.
Per uscire dall’attuale emergenza occorrono, però, uno sforzo collettivo e un grande senso di responsabilità da parte della politica, che deve organizzare e programmare interventi efficaci e risolutivi.
 
Il Servizio Sanitario Nazionale, fiore all’occhiello del nostro Paese, ha bisogno di una seria riforma. Emerge chiaramente da numerosi studi e ricerche il fatto che la componente di diritto pubblico non riesce, da sola, a dare una risposta adeguata alla domanda di salute dei cittadini. Una domanda alla quale l’associazione dell’ospedalità privata, l’AIOP, che rappresento, cerca di rispondere quotidianamente con i fatti, per migliorare l'accessibilità alle prestazioni sanitarie e la continuità assistenziale attraverso il continuo lavoro svolto da chi opera nelle sue 571 strutture presenti sul territorio italiano, che costituiscono il 49% del numero totale degli istituti di cura.
 
Disponiamo di circa 62mila posti letto ed eroghiamo prestazioni a più di 900mila degenti, per oltre 8 milioni di giornate di degenza e 31,8 milioni di prestazioni ambulatoriali, che non riguardano utenti già ricoverati (di cui il 72% per conto del SSN). In generale, garantiamo circa il 14% del totale delle giornate di degenza, utilizzando solo il 6,8% della spesa ospedaliera pubblica complessiva.
 
Sono i dati emersi dal 2° Bilancio sociale aggregato, che abbiamo presentato nei giorni scorsi e nel quale sono stati evidenziati gli effetti economico-sociali sia delle attività dirette che di quelle indotte. Un’analisi che delinea un quadro d’insieme della capacità delle aziende AIOP di essere, oltre che centri di produzione di ricchezza, anche realtà in grado di creare benefici estesi per il territorio.
 
Oltre a tutto questo, un supporto concreto viene poi fornito ai Servizi sanitari regionali in termini di disponibilità di posti letto Covid-19, per la terapia intensiva e per la fase acuta, oltre alla continuità assistenziale dei pazienti ordinari.
 
Abbiamo, quindi, prospettato al Governo la possibilità di utilizzare al meglio la potenzialità inespressa della componente di diritto privato del SSN. Questo traguardo potrà essere raggiunto affrontando il problema della spesa bloccata sine die per il nostro comparto, che tuttavia, facendo parte a pieno titolo della rete sanitaria, agisce a tutela della salute della collettività.
Adesso, molte aspettative sono riposte nei progetti previsti con il Recovery Plan, i cui fondi dovranno essere impiegati in maniera ottimale, senza sprechi. L’utilizzo di queste risorse, però, dovrà vedere il contestuale superamento dei limiti imposti dal DL 95/2012, il cosiddetto ‘spending review’ e dei vincoli introdotti dal DM 70, che ha mostrato tutte le sue criticità con la crisi pandemica.
 
Siamo pronti a fornire il nostro massimo contributo, lo abbiamo ribadito nel corso della recente audizione alla 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato in merito proprio al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
 
Tra le proposte che in quell’occasione abbiamo avanzato, desidero ricordare la definizione degli standard di eccellenza per classificare “l’ospedale sicuro”; l'introduzione di criteri premianti legati alle performance cliniche; il trasferimento del know how sul territorio per omogeneizzare i servizi; la riduzione della mobilità passiva non fisiologica e delle liste di attesa; la creazione di reti della salute e di banche dati per la condivisione delle informazioni; la revisione dei tetti di spesa; la promozione dell'internazionalizzazione del sistema sanitario italiano.
 
Non è più accettabile, ed è soprattutto controproducente, un approccio che preveda solo tagli lineari, spesa a silos e blocco delle risorse. E’, inoltre, improcrastinabile la revisione dell'attuale sistema tariffario.
 
Si tratta di scelte indispensabili se si vuole costruire una reale offerta pluralistica e la piena realizzazione del principio di libera scelta del cittadino.
 
La componente di diritto pubblico e quella di diritto privato possono lavorare in sinergia per garantire una sanità efficiente, che veda la salute non come costo per il bilancio pubblico, bensì come investimento per il benessere sociale ed economico del Paese.
 
Altro fronte “caldo” e di assoluto interesse per lo sviluppo di una sanità moderna e all’avanguardia è quello che riguarda la digitalizzazione: è indispensabile aumentarne il livello nell’ambito dell'intero sistema sanitario e investire in innovazione tecnologica, inserendo nelle prestazioni a carico del SSN quelle svolte a distanza o a domicilio.
 
E’ prioritario, anche, realizzare un sistema informativo per la continuità assistenziale; creare uno standard di cartella clinica elettronica unico in Italia; ampliare i LEA a servizi sanitari ad alto valore aggiunto, come la telemedicina.
 
Per costruire la sanità del futuro, insomma, bisogna ripartire da questi punti, facendo tesoro delle esperienze personali e professionali, ottimizzando le risorse economiche e tenendo sempre ben presente che lavoriamo per garantire il diritto alla salute dei cittadini.
 
Barbara Cittadini
Presidente AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata)

11 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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