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Veneto, Lombardia e Piemonte a confronto. La richiesta unanime: “Costi standard subito”


Questa la ricetta proposta dagli assessori alla Sanità delle 3 Regione per poter “risparmiare fino a 13 mld di euro di spesa ed evitare in questo modo ulteriori tagli”. Se ne è parlato oggi a Verona nell’ambito del Convegno “Tre Sanità a Confronto”, promosso dalla Fondazione per la Sicurezza in Sanità.

22 OTT - “Un confronto di alto livello tra tre sistemi sanitari tra i più importanti d’ Italia, per capire come agire in questa difficile congiuntura economica”. Con queste parole, Vasco Giannotti, presidente Fondazione Sicurezza in Sanità ha aperto i lavori del Convegno “Tre Sanità a confronto. Veneto, Lombardia, Piemonte” che si è tenuto oggi a Verona, un appuntamento, questo, in preparazione del VII° Forum Risk Management in Sanità, in programma ad Arezzo dal 20 al 23 novembre 2012.

All’evento, rivolto a dirigenti di Assessorati alla Sanità, Direttori Generali, Direttori Sanitari, Direttori Amministrativi di Aziende sanitarie pubbliche, dirigenti di strutture private e a medici, sono intervenuti i decisori politici e il mondo della sanità. Il convegno è stato organizzato con il contributo di Abbott “Un’azienda che punta sull’innovazione – dichiara Fabrizio Greco, Ad Abbott Italia – e che investe ingenti risorse nello sviluppo di nuove farmaci e di nuove terapie, che per essere poi rese disponibili ai pazienti dopo anni di ricerca, necessitano a loro volta di risorse da parte dei servizi sanitari.”

L’iniziativa nasce dalla necessità di un confronto fra queste tre Regioni sulle modalità di coniugare compatibilità economico-finanziaria ed offerta dei servizi sanitari ai cittadini e di come tutto ciò renda indispensabile l'innovazione nei percorsi di cura ed assistenziali. Il Patto per la Salute aveva già regolato le risorse economiche, ma la spending review, i tagli e la nuova legge di stabilità hanno ulteriormente ridotto le disponibilità finanziarie del sistema sanitario nazionale e messo a dura prova la tenuta del sistema.
L’Assessore alla Sanità della Regione Veneto, Luca Coletto, a questo proposito ha sostenuto di non essersi fatto cogliere impreparato. “Nella mia Regione abbiamo anticipato la spending review, abbiamo razionalizzato gli interventi sul territorio, organizzando la rete ospedaliera secondo il modello hub and spoke, abbiamo dato maggiore dignità agli ospedali di rete e rafforzato la sanità sul territorio con i ‘gruppi di medicina di base’, ossia aggregazioni di medici di base che saranno attive h24, sette giorni su sette, per dare una prima risposta ai cittadini e fare da filtro agli accessi impropri ai pronto soccorso”

In questo quadro di riforme rientrano anche i costi standard o meglio “i criteri standard”: secondo Coletto, adottandoli a livello nazionale, come già avviene in Veneto, si innescherebbero risparmi ben superiori a quanto prevedono i tagli della revisione di spesa del governo, senza incidere sui servizi alla popolazione.

“La Lombardia è in parità di bilancio da 11 anni – ha affermato l'assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani - dobbiamo certamente concentrarci sulle attività del governo centrale che non deve ridurre le nostre competenze con ritocchi al Titolo V e deve applicare il costo standard pro capite ai fini del riparto del Fondo Sanitario Nazionale. È di comune conoscenza che 20 milioni di cittadini delle sei regioni che tendono alla parità di bilancio sono costate meno di 1.780 euro pro capite".

“La sanità in Piemonte è di buona qualità - ha dichiarato l’ssessore alla Sanità della Regione Piemonte, Paolo Monferino - il problema è la sostenibilità economica. Siamo l’unica regione delle tre presenti in piano di rientro e abbiamo avuto nei dieci anni passati un incremento dei costi mediamente del 4% all’anno. In un paese che da molto tempo non vede più crescere il prodotto interno lordo è difficile mantenere un incremento dei costi con questo trend”.

Il Piano Socio–Sanitario del Piemonte, approvato lo scorso aprile si è posto l’obiettivo di affrontare l’aumento dei costi, mantenendo nel tempo la sostenibilità del sistema stesso. La riforma ha attuato la centralizzazione delle attività di servizio e di supporto (acquisti, logistica ecc) con la costituzione di 6 Federazioni, società consortili in capo alle quali sono state messe a fattor comune numerose attività, fino ad oggi svolte singolarmente da ciascuna delle 21 aziende sanitarie regionali, generando così grossi risparmi sui volumi aumentati per “effetto scala”.

 Ulteriori elementi fondanti della riforma sono la riorganizzazione della rete ospedaliera che porterà anche ad una riduzione del numero complessivo delle strutture con la riduzione di alcune piccole unità ospedaliere. Il rafforzamento del Servizio di Emergenza 118 completerà la riorganizzazione per offrire maggiore mobilità ai cittadini piemontesi che non sempre troveranno sotto casa l’ospedale a cui erano abituati.

Domenico Mantoan, segretario generale della Sanità della Regione Veneto, ha illustrato il modello veneto delle cure primarie e parlato della riorganizzazione e sostenibilità economica che ha come obiettivo quello di rispondere alle specifiche esigenze di prevenzione e di cura del cittadino, organizzare la "filiera dell'assistenza territoriale" che permetta la presa in carico del "cronico" e del "paziente fragile", il tutto anche attraverso nuovi modelli di strutture di ricovero "intermedie".

Claudio Zanon, direttore generale dell'Aress Piemonte ha presentato la riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese grazie agli accorpamenti e il superamento delle strutture sanitarie secondo i volumi di attività per assicurare servizi più sicuri, di qualità e più efficienti. Anche per Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dell’Ulss 20 di Verona “per razionalizzare bisogna conoscere prima di tutto le esigenze, per rinnovare non ragionando in termini di ‘dieta assoluta’ ma prevedendo un apporto razionale e sistematico”.

L’augurio agli “Stati generali della Sanità del Nord Italia” così definiti in un videomessaggio del Ministro della Salute, Renato Balduzzi, trasmesso durante l’evento, è quello di "Vincere insieme questa sfida, in un momento in cui è richiesto molto ai professionisti e ai decisori politici".

Nel pomeriggio tra i temi trattati “La qualità della cura e dell’assistenza: formazione e ricerca”, “Fascicolo sanitario elettronico e sanità elettronico” e “Sistemi di prevenzione del rischio in sanità”. Ha chiuso i lavori Giovanni Bissoni, Presidente Agenas “Oggi abbiamo avuto ulteriore dimostrazione che in Italia ci sono sistemi sanitari regionali che nulla hanno da invidiare alle migliori esperienze europee. Le manovre sulla Sanità sono pesanti e riguardano tutti i settori, non nascono da un eccesso di spesa, come succede invece negli altri paesi europei, ma dalla situazione di grave contrazione finanziaria del Paese - ha proseguito - questa emergenza finanziaria deve essere l’occasione per accelerare i percorsi di innovazione dal riordino ospedaliero alle cure territoriali”. “Come si attesterà il Servizio Sanitario dopo questa fase resta comunque incerto - ha concluso - penso che la politica dovrà con coerenza e coraggio dire se rimanere in Europa significa rigore nei conti ma anche salvaguardia dei sistemi di welfare”.
 

22 ottobre 2012
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